Critica Sociale - Anno XI - n. 9 - 1 maggio 1901

CRITICA SOCIALE Di pil,, la condizione del bracciante lo espone a tutte le vendette JJadronali. Se il bracciante è conosciuto come socialista, se si è fatto organizzatore di qualche Lega di miglioramento, egli viene boicottato dai J>adroni: la disoccu1>azionc lo tormenta, la rame lo costringe a ri1la– rnre all'estero. Un nuorn problema, dunque, si J)resenta per i brac– cianti. non basta richiedere l'aumento di salario e ifL diminuzione delle ore di laYoro, non ba.sta far scompa– rire dagli antichi patti consuetuclìnari la vergogna delle usurpazioni padronali, ma com 1 iene anche prOV\'Cdere ai braccianti un lavoro, se non continuato, almeno non così incerto come Pattua\e. A ciò tendono appunto gli Uffici di collocamento, che costituiscono una delle carat– teristiche del movimento 1,roletario mantovano. • Questi Uffici, funzionanti in alcune borgate, const:rno di un Comitato di lavoratori che, dietro richiesta del J>ropriebuio, assegna la mano d'o1>ern,scegliendola JJer turno fra la nu\.ssa clei disoccupati, 1weventivau1ente divisa in due categorie a salario diverso secondo l'efa e l'abilità del la.voratore. Jn tal modo si impedisce In disoccu1>azione continua di alcuni lavoro.tori mal ,•isti o poco fortunali, si sottraggono gli iniziatori del mo,•i• mento proletario alla. vendetta del J>adrone e si risaldano i vincoli di solidarietà e di aiuto fraterno fra i lavoratori associati. . .. Uimane eia chiarire un altro punto assai delicato, e cioè il contrasto diremo quasi spirituale trn i contadini, s,•egliati ad una coscienza nuova, e la classe JJro1>rietaria 1 ancora in g1·an parte attaccata ai vecchi pregiudizi ed a.Ile vecchie abitudini. Non vi ò infatti, nelle campagne mantovane, soltanto una questione economica, ma vi è nl– ti·esl una questione pii1 astratta e pii'1 ampia. La elevazione spirituale dei contadini mantovani ò clelle JJiù promettenti. :Mescuglio cli ra.zze diverse, con la scntimentalitì, simJJatic:'l degli emiliani e la. tenacia laboriosa dei lombardi, il contadino mantovano ha. una agilità intelléttunle e una passione 1>erapprendere quale non ha forse il IH'Oletariato delle grandi città. industriali. Perciò egli ama leggere il suo giornale, interessarsi delle cose politiche, discutere elci dogmi della Chiesa cattolica, come sente rare dai J>a.stori protestanti che gimno la 1>rO\'incia,a.J>J>assionarsialle nuo,·e concezioni morali che arri\,ano, con il giornale e con la Hivista, nel suo Circolo o nella sua Lega. li proprietario mantovano, invece, non ò JJilt e\'Oluto di quello delle 1>rovincie vicine. Anche se il suo torna– conto gli ha ratto adottare sistemi di J>ro(,luzionepiù moderni e J)iù scientifici, egli 1>eròè rimasto, 1>er tutto ciò che è Yita intelletth'a o morale, ni concetti tradizio– nali ed ai pregiudizi del secolo scorso. ]ler lui il con– tadino ò un arnese che non cleve avere bisogni oltre quelli della vita. vegetativa, ò una specie di seno della gleba, che egli ha ereditato con i suoi fondi e che tras– metterà- ai suoi figli con la casa, con gli aratri, con il bestiame. H vedere quindi che il contadino legge quei giornali, di cui egli ancora non ha sentito il bisogno; il sentire che il suo sen'O parla. con lui di cose, di ~ui egli non aveva neppure sOSJlettata l'esistenza; il com- 1>rendere che, mentre egli non ha altra J)reoccu1>azione che In. mensa ben imbandita. e il cavallo di buon sangue, il suo contadino ha una concezione del mondo e ctel– l'anenire, 1,recisamente come fosse un filosoro o un legislatore; l'intuizione vaga e non confessata che fra lui, attaccato alle cose vecchie, e il lavoratore, dischiuso alle cose nuove, l'inferiore ò lui, che non può cat)ire e te 1 C no B1rircc non può obbiettare; tutto questo, e dell'altro ancora, produce come una irritazione dispettosa nell'anima rozza del proprict.ario di terre. J•: la irritazione si traduce in resistenza, e la resistenza. cocciuta in lotta aperta, e I:~ lotta SJ>cssoin odio e in vendetta. J,:cco perchò non è soltanto lotta economica quella che si combatte nel Mantoyano. Le condizioni spirituali dei contadini sono diverso da quelle dei proprietari; sono due mondi, due CJJOcheche.asi incontrano e che ~i urtano. li movimento proletario 11011 devo vincere sol• tanto interessi economici antagonistici, ma <le\'esupern1·e avversioni radicate da secoli. Questo ò forse il suo sco– glio ))iÙgra.\'e 1 ma ò anche la ragione stessa della sua eccezionale imJ)Ortanza. Insor. noso:.11,C,\111.0 V1:zzA:-:1. Sulavoro delle donne e deiminorenni (1 mayyio 1901) RELAZIONE. li disegno di lef_:gesul lavoro delle donne e dei fan• ciulli J)resentato alla Camera dall'on. Carenno, allora ministro, nella. tornata ciel 2 dicembre 1900, non ò cito un molto timido })asso sulle orme della legislazione straniera. Per questo noi, convinti doveriìi non gii, se– guire timidamente le }Jii1blande rlisposizioni delle leggi straniere, ma trarre anzi clall'csperienza altrui le norme per far meglio o più presto, eontrapJ)Oninmo nl disegno governa.th, o un nostro disegno di legge che, come dimo• streremo, ci pare tuteli più efficacemente i due organismi più deboli della nostra razza: la donna cd il minore d'età. Estensione tfolln legge. li disegno governativo non si cura di J)recisare in quali industrie clO\'l'à applicarsi la presente legge, affi– dandosi per questo al regolamento che molto JlrobalJH– mente - come il regolamento 28 settembre J8SG - cscludorcbbe dai· benettcii della legge molte categorie di minorenni e di donne operaie. Noi, ilwecc, seguendo Pesempio di quasi tutto le leggi straniere su questa matc,·ia, ci ingegnammo di precisare il cam1>0entro il quale deve esercitarsi la tutela lcgislath·a. A questo proJ)osito facciamo notare elle abbiamo incluso nei lavori sottoposti alle disposizioni della presente leggo anche i lavori di risaia e in genere il lavoro salMiato dell'agri– coltura. La lacuna della legge vigente, J)er quanto ri~ guarda il lavorn di risaia., era già riconosciuta dagli stessi Ispettori goYernativi, che nella 101·0Relazione, pubblicata dall'onorevole Lacava nel 1803, scrh·e\'rtno intorno alle condizioni del lavoro nel :àlanto,•ano: "molti fanciulli, aventi meno cli15anni, sono impiegatj nei lavori insalllbri delle risaie, senza che, trattandosi di lavori agrari, la legge 11 febbraio 18S6possa esercitare su cli loro alcuna tuteln. -· L'art. 2 del nostro disegno di legge ò una J)arziale riproduzione dell'articolo 2 del regolamento 28 settem– bre I886, con questo di nuovo, che la dichiarazione clC\'O essere rinnovata annualmente. Ammissione al l:1,\'01·0 e sue limitazioni. Sostanziali differenze corrono fra il nostro disegno <Il legge o quello del Governo. Oltre un divario nei limiti di età - che noi crediamo debbano tener;;i molto 1>ilt alti se si vuole efficacemente tutelare lo svilu1>po fisico della classe operaia - due altre differenze sono da rilevarsi.

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