Critica Sociale - Anno XI - n. 9 - 1 maggio 1901

B CRITICA SOCIALI\ di tcrrn 1 rubando cosl giornalmente qualche ora al ri- I nessuno ha scritto ftnorn, (orso reputandole di lieve poso cd al sonno. Nella parte <irientalc della provincin, importanza; noi in,·ece crediamo che, in un bilancio dovo ò in uso il cottimo, si riesco nel elevare il salario ramiglinro cosl scarso come è quello del lavoratore annuale prolungando il hworo fino alle 1Ge 17 ore al agricolo, anch'esse debbano essere notate, se non altro giorno, fatica questa veramente estenuante, a cui solo come testimonianza dello schiacciamento di classe, ope– i J)it'1 robusti 1,0,sono, J>er qunlchc tempo, resistere . .Ma rato fin qui dalle classi pro1>rietnrie. in generale si pronedo n colmare il deficit del bilancio famigliare col l:woro delle donne o dei fanciulli. \'i sono, in alcune J>arti della provincia, piccole indu– i,;tric locali, 1>ercsem))iOla lavorazione dei graticci, delle stuoie e dello sporte con le cnnno che si raccolgono io a\Jbondanza nei canneti lacustri. Orbene, queste indu– strie permettono alle donne, ai ,•cechi e ai bambini un mollel'.ltO guadagno. Nel basso Mantovano è diffusa. anche l'industria del fruciolo 1 ma lo trecciaiuole che vi atten– <lono non ricevono che gundngni irrisorii. li Bonser– vi7.i( 1) calcola che esso l)0ssano guadagnare d11i IO ni ;·,o centesimi al giornoj secondo una nostra inchiesta, tre trecciniuolc, due molto abili e unn meno, guadagnano complessivamente 70 centesimi al giorno. :\la il la,·oro, n cui attendono generalmente le donne e i fanciulli, ò il lavoro dei campi: la mondatura del frumento dalla fino di marzo a tutto aprile, e la " cura " del riso nei mesi di maggio e di giugno. Quest'ultimo non ò un la"\'oro, ò un tormento. Oli esseri pili deboli, lo donne cd i fanciulli, sono cacciati gilt nella J)alucle della 1·isaia, cou l'acqua fino al ginocchio e con la schiena curva, sotto il solo d'estate. Ei,;si debbono bere l'acqua malsana, debbono respirare il veleno malarico, debbono raro otto e fln dicci chilometri per recarsi sul luogo del tormento e per ritornare a casa la sera, per un i,;alario di rame; i fanciulli non percepiscono in media che cinquanta centesimi al giorno, le donne non arri– vano spesso alla lira. J1rntile riJ)etcro qui gli effetti omicidi di questo layoro. l fanciulli hanno d'estate i visi giallastri, i \'Cntri go11- fìati, le milze enormi. Le donne diventano cloro-nncmicho e non sfuggono quasi mai al ,·clono dell'anofele; i loro figli nascono mal vivi o coi segni dolorosi di una razz:~ che sta 1>ervenir stermin,\tn. Un (listinto medico, che esercita. la JJrofeMione sua in una })lnga a risaia, notava come l'anno scorso, su 96 morti, in una. poJ)olazionc <li -1200individui, t1:i erano bambini, e senza che vi fosso stata alcuna malattia infettiva di natura epidemica, ratta eccezione per tre morbillosi ('). Con tali s1>edienti 1 e col guadagno di queste donne e di <1uesti fanciulli, il bilancio del contadino si chiude in pareggio. l\lt1 è un 1>areggio ratto di lagrirne e di :-angue. Per ottenerlo bisogna. che le scuole rurali si chiudnno d'estate Jler l'esodo dei ranciulli chiamati alla. risaia omicidn, bisogna ehe le donne incinte o nutrici nnelenino lentamente il figliolo J)Cr l'illusione di Jlro– cacciargli l'alimento, bisogna che il fanciullo rovini sè stesi,;o J)rima di J>rocrenro altri figli, che a. loro yolta. si rovineranno per lui. La feroce ironia delle cose ,•noie che il cieco istinto della conservazione consigli a questi ))overi lavoratori la. dl.~truzione lenta e dolorosa. della propria razza! ... l'crchò il c1uadro dello condizioni del t>roletarìato agricolo manto,•ano sin completo, occorre tener conto di qucllc 1 che chiameremo lo usurpazioni del pro1>ric– tario, o per le quali il guadngno medio del nostro con– tadino deve essere ancora ridotto. Di queste usur1>a:lioni (I) IAXO di/rio. (T) oou. I.ISCOl,S GU.\STAl,1,.1.: U (/0111/t t i (1111ci111li, lltllt ,·ua,e lll'rll/vl'O!/( (,h//'/(1/j('f), ~J !Cl1\>r11lo1001). ate 1 r o B o La condiziono del bifolco, che parrebbe invidiabile rispetto a quella del lJrncciante, cessa di esserlo appena In. si osseni minutamente. Anzitutto il bifolco è sotto- posto ad una vera serviti',, simile all'antica: non può muo,·ersi dal J>Oderosenza. il permesso del padrone, o non ha nlcun giorno di resta o di riJ>0so. Una. piccola infrazione da J>nrtesua dà.diritto al J>adrone,connivente il Codice civile, di sfrattarlo ipso facto dalla casa di abitazione. Poi "i sono per lui tutte le frodi e le usur– pazioni padronali, di cui daremo qui alcuni esCmJli fra. i pili notevoli: a) Nei contratti fra padrone e bifolco, il primo si risen•a. il diritto <11 sostituire il denaro alln. quantità di vino 11atluitn, senza 1>erò fissare pre,·entivamentc il !)rezzo ciel ,·ino. Ora, se l'annata. ò buona 1 consegna. il vino; mn, se il raccolto vinicolo ò scarso, paga. non in ragione del ))rez;r,ocorrente, ma secondo un prezzo fls– snto t\d arbitrio. Con questa SJ>Cculazionc il proprietario sottrae al bifolco una somma, che si può calcolare dalle 20 alle oo lire. b) li contadino - e qui non è soltanto il bifolco - oltre pagare fitti molto nlli J)'ff l'abitazione (la scarsezza di case 1>ortn l'affitto da r,. SOa 1,. 45 per amhiente), deve anche obbligarsi all'allevamento del maiale. Questo maiale "iene ncqui.stnto, quando è ancora piccolo, dal proprietnrio, che lo paga in media 20 lire. Xell'inverno successh•o si vendo il maiale ingrassato ad un J)rezzo di circa 180 lire o si ripartisce egualmente il prodotto. ln tal modo il proprietario guadagna. iO lire, e il con– tadino, che spendo per l'allevamento circa 120 lire, sop– porta. una J)Crdita di 30 lire. e) Nei mesi d'iuverno la. f!lmigli:i del contadino 1 non avendo. legna J)Cr riscaldare In propria stanza, 1·iparn nella stalla. Jn compenso il JH1.clronesige tre giornate gratuite cli lrwo1·0 campestre dalle donne e una mc;r,za giornata cli la"oro dai ft\nciulli. d) Pure nei mesi d'iln•erno il contadino ricorre spesso al padrone J)er avere I\ prestito il frumentone necessario alla famiglia. li padrone concede il grano– turco al prezzo corrente, e, all'epoca del raccolto, esige per la restituzione lo .stc.~so))rezzo dell'inverno. Ora è da notare che il ))rezzo del frumentone nel tardo inverno supera di r,. 3 a r,. C H suo prczr.o nell'autunno: l'usum è <1ua.sidel t00 J)Crcento. 'l'al"olta poi il contadino, in compenso del grano n,•uto n Jlrcstito, de\'C im1>egnnrsi J><·run certo numero di giorni nell'irrorazione delle vili od in altri hwori cam1>estri.Jn questo caso il contadino, per un quintale di grano, cede al proJ>rietario il valore di 30 a 35 lire in mano cl'opcra. Ma, se queste sono le usur))azioni e le angherie a cui sono sottoposti i contadini in genere e i bifolchi in is1,ecic, altre o forse pili grn.vi sono le sofferenze che debbono sopportare i braccianti. Per essi non vi ò sicu– rezza e continuità di la,,oro, e la clisoccupazione perio– dica li tormcntn o li affamn 1>ro1nio nei mesi in cui i bisogni sono maggiori. Noi alJbinmo calcolate lo giornate cli lavoro n. 220, ma. esso possono scendere anche n 1 O( 1 ). E allora, come rnr salire i guadagni alla cifra appena suflìcicnte per i bi.sogni domestici? ( 1) llOSSER,'IZI, fOCO rU11/0,

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