Critica Sociale - Anno XI - n. 7 - 1 aprile 1901

CRITICA SOCIALE 99 Bastigfo1, superstite, la speranza e l'amore segreto della. rùflzione euro1>ea. A te avevano, pei loro fini, legata la Francia; in te doveva rompere, come contrn scoglio inc1·ollabile, l'esile na\'iC'clla del socialismo occidentale. F. tu> Bastiglia 1 dirocchi te stessa per non frangere noi; e voi, proletari del pensiero slavo, del braccio slavo, lottate, soffrite, morite per l'avve• nirc vostro e poi nost.ro . Gloria a te! Gloria a voi! Fll,IPPO 'l'UH,\'rl, ANNA KULISCIOFF. Il movimento proletario nelMantovano li. L'AMBIENTE. Per giudicare o\JIJiettivamente di un movimento pro– letario così largo e così maturo come quello del )lan– tovano, non si 1rnò affa.tto presciude1·e da un esame mi– nuto dell'atmosrera sociale, entro ln. quale il movimento è nato, è creseiuto, opera e si diffonde. i~ infatti questa atmosfera. sociale quella che lufluisce nello svilupJJO e negli atteggia.menti dei fenomeni sociologici, prcci:m– mcnte come il clima fisico determina la natura ed il rigoglio della vegetazione: se questa atmosfera è pregua dei germi malefici della dclinquenza 1 se è arroventata dal calore degli ocli e clel!e violenze, se ò ottenebrata rhtl velo dell'iguoranza e della superstizione, qualunque movimento di masse potrà. dar luogo a scoppi di impul– sh•ità pericolose; se, invece, questa atmosfera sarà. pu– rificata da uua vigile cosciqnza morale e rischi11rata da una diffusa colturn, le agitazioni delle masse assume– ranno un andamento pacifico e civile. Di pili, lo studio dell'ambiente sociale non solo può farcì pronosticare con molta sicurezza le forme, che andrà assumendo l'attuale movimento p1·oletario 1 ma può ancora rivelarci lit ,·irU, moralizzatrice di questo mo\·ì• mento medesimo. Infatti, se l',lmlliente ha agito ed agisce sulla na.tura intima delle organizzazioni proletarie 1 queste alla loro volta agirono ed agiscono sull'i\mbiente. Non si può re\'ocar('I in dubbio chei se la ele\'azione progres– siva della moralità e della coltura nel Mantovano di– pende in parte dalle cause generali per le quali il NonL d'Italia è tanto superiore al Mezzogiorno, una parte no– tevole spetta pure all'organizzazione dei la\'Or&torì 1 che ha potentemente contribuito a propagare la coltura e a diffondere una morale nuova. Cosl l'atmosfera sociale del i\lantO\'ano diventa un indice della elevazione mo– rale ed intellettuale del· pl'oletariato. . .. Cominciamo dunque ad esaminare la vita soch\lC · del :Mantovano, osservando anzitutto le vicende stati– ,;tiche della sua delinquenza, la quale, come ognuno sa, è così strettamente collegat:~ al livello moraJe od economico cli una regioue. Ci serviremo all'uopo delle cifre e delle notizie raccolte dai magistrati che lurnno succe~Si\·nmente retta la Procura del Re nel 'Jt•illunale di .Jlantova, cifre e notizie che non possono certo pec– c :i.re di parzialità. a nostro riguardo. Nel 1878 1 anno nel quale non vi era alcuna saId.i or– i:ranizzazione proletarin 1 vennero iniziate o continuate 1\l21 procedure, obbiettivo delle quali furono 1940reati, distinti nel modo seguent.e: Contro la fede pubblica, dei quali buona parte consiste nel lit s1iendizioue rii big,lietti di banca falsi ....... . Heati relati vi al commercio Contro il buou costume . . . . . . . . . Contro la 1iubblica trnnquillità, tra i quali sono com1u·ese tutte le imputazioni <li oziosità., vagabondaggio e simili . Contro l'ordine delle famiglie Omicidi Alti·i reati contro le persone Oras,mzioni ed estorsioni ........ . Furti qualificati, tra. i quali moltis~irni di polli HMti dh•ersi contro la. pro1)rietà, nei <1uali si comprendono numerosissimi casi (!1incemlio Altri reati pt·e\'isti <htl Codice penale Violazioni dì leggi SJ)eciali 253 ss 18 2 148 20 67-1 [.,64 51 GG 11 procuratore del re cli quel tempo notava che gli atti di. violenza e resistenza alla pubblica forza, da 4. (anno 1877), ernno saliti a J7; i reati contro la fede 1rnbblica da lM erano saliti ii 253 i quelli contro la 1rnb– l>lica tranquillità Lia 56 a 88; le grnssazioni da 12 a 20; i furti qua}-iflcitti da UG9a. U74, con aumentose,1t1Jrc 1n·o• ffl"e~sit"o, poichò nel 1876 erano sfati aJJpena 441. ]nfine gli alhi. reati contro la pro1irietà da 537 erano sa– liti a 064. Ai Pretori e1·ano stati in quell'anno deferiti 1251 J)rO– cessi terminati con 503 condanne riguardanti 5HI reati. Questi reati erano distinti cosl : Contr·o le persone 102 Ful'ti campe:-:tri . . . . . . 5G Altri reati contro la proprietà JOO Beati di\'ersi ùl Reati J)revisti da leggi speciali 141 Complessivamente il 'l'riOuuale era stato chiamato a giudicare 280 im1rntati 1 e ne nveva condannati 184 1 di cui 80 analfal>eti, JOl appena alfabeti e 3 con qualche istruzione. Per la condizione economica gli indh·idui condannati si dividevano così: 173 nullatenenti e l I provvisti di qualche patrimonio. Ya anche notato che di questi 184 condannati, 102 erano recidivi; e sopra 03 condannati per furto e altri reati contr·o la pro– prietà, vi erano 50 recidivi. ln Corte d'Assise si discus– sero 26 cause riguardanti 58 imputati, per Hl dei quali il verdetto fu negativo. ( 1 ) Questa. delinquenza che, come si JJUÒfacilmente osser– vare, ò data quasi esclusivamente dalla classe proletaria, e che, per la grande prevalenza dei recidivi, cioè di co– loro che hanno tendenza congenita a delinquere, non è n.ncora, in confronto ad altre 1irovincie, un indice nllar– mantc, comincia nell'anno seguente a diminuire. Jnfatti nel l87i) l'Uftìcio di Jstruzione iniziò procedura per Jf>71reati, cifra molto inferiore ai 10-lOclelPnnno prima . Di piì1 1 i reati contro la publ>liM tranquillità. discendono da 88 a 58 1 o quelli contro la proJ)i-ietàda 1238a 1141. (') Se nonchè nel 1883, alla vigilia dei grandi scioperi agricoli, si nota una recrudescenza. l Pretori iniziarono 1223 procedimenti, pronunziando condanna per 525 reati 1 G pili che del 1878. Anche il 'fril>unalo deve giudicare 30G imputati, o ne condanna 227,cioè 43 piìt che nel 1878. E il Procuratore nel He di allora, aggiunge: " Che cosa ci dimostrano questi irrecusabili dati? Pur tro1J1lolari– SJJOsta ò una sola: la miseria, la fame SJJingonoal furto; e da qui il l>isogno di Jll'Onedervi non con declama– zioni vane, non con 1iromesse lunghe nò con gnl'e ctispct• (1) Htfo.:io11t per t't1m/Q 1818 <1e1 l'roeurntoro <ICI Ilo Orns1wn: Vt:• Nlli'O ()lnnto'n1, TI]), i\lOmh)VÌ, 1679)- llibellioni, ·\'iolenze, olfra~gi contro la pubblica forza. e i depositari dell1autorità. . . . . . 17 ri 1:eto.:kme st<1U3/ic,i 11ei 1819 il(') l'roeuratorc del He Glusi::r,,,: Altri re;~ti contro la' pubùlica Amministrazione :!,I \'t:NJ~Q ()lunlvn1, Tip. )1Qu(IV\'Ì 1 l$t>O), C n Ba e

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