Critica Sociale - Anno XI - n. 7 - 1 aprile 1901

81 os CRl'l'ICA SOCIALE cosuccn· che sian sciolte le Joro socicH1che Io scicn- 1dato Milejakoff, hltore di una rispettosa. pcti:1.iono collettiva allo Czar, sia ~cttato in un cMc erc. Questa non ò ancora la Hussia; è appena, tutt'al più, il suo 1ieusiero . .Non ò questo il motto del1 1 cnig111a; non è questo il " fenomeno nuovo " che nd ogui uomo di senno - tranne (beali, opacih\!) al grave nrticolistu dcli~ Persete1·anz<i (') - su{!gerisccnuo,·c s1,eranzeo m1ov1 sgomenti. Esso è nclrincontr~ de.Ileyorzc_che l'a~~1to Jaurès sintctiiza nella frusc riferita lll epigrafe. I•mo a ieri il pensiero della Hussia andava. per la sua. via; ma la. lhHISii\non l'intendeva. J,c sue 1_11?lccolc sgregate, disperse per lo lande SC!1zn tcr1_nrn1, non pote,•nno intendere il loro proprio pensiero. Una blanda filosofia, fatta di rassegnazione orientalo o di misticismo ortodosso, atldormcntavn quel popolo, cui basta,•a querelare ul destino, che pose " il buon Dio nel ciclo e lo Czar troppo lontano 11• Il pensiero dclii\ H.ussiannchwa per lt1 sua via. _1,:ra spesso la "ia dell'esilio, per la quale scuoteva lo hlJrC dei cuori europei coi capolavori dell'arte;· era. tnlorrt la via. delle miniere terribili. Qualche volti~incappava nelle vinclici forche dello Czar, oudo oscillavano pen– dule per un istante le salme delle vergini sem))Jifi. catc. Il popolo gemeva un momento: poi si rinsorm– ,,ano i sepolcri. Oggi il cervello delh~ Hussia ha trovato il suo hraecio. Oggi i due grandi proptùsori della storia - il pensiero e il lavoro - si sono trovnti ed hnnno chiuso il circuito. O Sofia Perowskaja, l'arnvi tu presentito? Or come avvenne il miracolo? La llussia si crede assalita eia lllm forza esteriore, da. una diabolica. forzo. che bisogna scongilmire e sopprimere. Udite il Santo Sinodo scomunicante: 14 Rgli (Leone 'J'olstoi) è dei falsi dottori che aspirano a demolire la rede di Cristo i nm tutte le forzo de!Pinforno congiurate non pre– varranno contro la Santa Chiesa che, per Ja divina promessa vivrà inespugnata nei secoli. " E la Chiesa e lo Stat~ russo sono una mcclesim:, cosa: due mostri fusi in un mostro. O pcrchè, se Dio stesso onnipo– tente lo custodisco, perchò butta paura e tanto furore contro il J>iccolopensiero di un C08Ì piccolo uomo? Egli è che la diabolica forza, contro cui il freddo Pobicdonoszew sguinzaglia le suo fosche vendette e i pi:tllidi terrori imperiali, quella forza non è fuori delltl Hussia; CS!:Hl ò e clh•cnta. ognor piil la .ltussia medesima. J.\rntico paese orientalo ha ,·oluto mordere al frutto dell'a1hero proibito. Un giorno il suo feudo, il suo mir, la sua scrYiU1della gleba, tutto l'ap1)1t– . rato medie,•alc della. sua economia, non gli ba~tarono più. Abbattè, i11curiosih1 1 una pietrn deUa propl'ia muraglia per vedere che avYenisse di fuori; dietro quella ne caddero altre e fu schiusa. la. breccia. Per il muro sgretolato, nella santa vccchiu Russia (lo scrit– tore occhialuto della Persrrerw1zc1, fu il solo a non 1w– vedcr.sene) si rovesciò baldanzosa la l}rofonae g·iovine :Europa. La. Hussia volle arricchirsi. r servi, libernti d1Logni serviti1 fuorchò da <1uelladelh1 fame, le of– frivano opima spoglia di bracci!\ e di sangue. La Hussia morse all'esca tentatrice. J,e fabbriche si Ag– tl'iunscro alle f11hbriche, un esercito di lii.ieri operai, ~on relativa nrmata. di risel'va, si htnciò su.11ocittìt mendicauclo pane e lavoro. Le statistiche comincia– rono a retl'istraro un fenomeno nuovo ccl ignoto: lo sciopero. 'i>cr la smemhrnta Polonia (oh vendette liellft storia!) ceco, coll'opera lici tecnici 1 entrare <l'Austria e cli Oermania il fermento dell'idea nuovn. ]:; nata l'iu<lustria moderna, con tutto il cortegg-io delle sue ambizioni e clelle sue abiezioni, con lo crisi, con lo carestie, con la vita in comune dei lavoratori, e con tutto il bagaglio del capilalìsmo sfrut.tatorc, e hl se~uace organizzazione e la.specifica filosofia della. vita degli sfruttati. La Hussht che ha evocato il dc• mono, non sa più, al 1>ari cl.i Faust, come rinabissarlo iu A.verno. 1~ scomunica il conte 'l'olstoi. Ma Leone Nicolaievitch non era) esso stesso, che il siut.omo inconscio dellit rivolU1.ionedello cose. 1~ questa lo ha. giiì.sorpassato. Bgli spese la. ,,ita. del suo genio a predicar l'inazione, la non resistenza, la nessuml complicità colla men– zogntt. ufficiale o chiesastica, l'ap1>artarsi dell'uomo buono sulla montAgna. l~d ecco il po1>0l0suo sorgo noi suo nome, si getta nell'azione suo malgraclo 1 si ribella. suo malgrado e lo YCnclica. Questa riscossa. della Russia sarìt sopita nel sangue. La Perseveranza ,wrà rAgione e lel.izia per qualche anno nncora. VnvnnguanlifL del hworn - Popcrilio - l'iwanguardia del pensiero - il professore e lo studente - non sono ancora, ò Yero, tutta la Russia; la Hussia contadina. singhiozza tacita o dormo. Ma l'incontro delle due forze, nulla. vi r,uò essere piì.1 che lo cancelli. I.r~Russir~ seguirà il suo fatalo an– dare. li pensiero operuio, il pensiero socialista, nel terreno magnificamente predisposto dall'antica. tradi– zione del 111ir e degli arlels artigiani, aJlìgnerà. colla forze delle giovani pianto nelle gioyani terre, che njun vento può sradicare. ],'infinito sentimento cli pietà. e di giustizi!\, quell'nrdore cli veriti\ e di sacri– ficio che è il fondo dell'anima slava 1 darà. a quel pensiero un alimento insperato. Vedete come giù. la autocrazia. balc1rn, atterrita, fm un sogno di ferocia e un sogno cli clemenza. Oii\ le due correnti - libe– rale e reaz.ionurin - si dividono il cuore tramba• sciato dell'Jmperatore. Si sguinzagliano i cosacchi e si vuol ritirare il re:.:-olamonto che autorizza. l'in– corporazione militare degli studenti. Pobieclonoszcw trionfo, ma. al 'Ministero degli studi, lasciato scoperto dal trucidato Kogoliepoff, ecco, è candidato il libe– rale Konin. Jnvano si ft\ appello al sentimento religioso delle masse per eccib1rle contro la " intelligenza" miscre– dente. f: passato il tempo che i beccai di Pietroburgo poteYano venire hinciati contro la odiata gioventL, delle scuole. Nell'esercito corrono 1>aroleche sem– brano di congiurati; gli ufficiali medesimi temono il conflitto e esortuno i soldati alla calma. Gli ospedali di ~osca e di Pietroburgo rigurgitano di feriti. I morti non si contano pili. 'l'renta. studenti di Odessa sono mandati nelle galero dell 1 isola cli Sachalin, ed ivi incatenati nei sotterranei. Ogni bat– tuh1 del telegrafo porta. nuove tristezze e nuovo rac• capl'iccio. i\la per le vie di Pietroburgo ciQ.quemihL fonditori affermano, nei quartieri dei ricchi, impavidi contro hi uagaik<i di ottocento cosacchi, l'esistenza della Hussia operaia. Ma un manifesto operaio agli opcrni di Pietroburgo chiedo"' la liberazione elci pri- 1rionieri politici, il diritto cli riunione 1 il di1·itto cli ~oalizione e di sciopero, la libertà. di parola e di stampa, la libcrtìt cli coscienza, la libertà indivi– duale.,. J~ questo dunque, o J>iccolctti Pobicdonoszew paesani, è questo ancora l'Oriente? C11pibliismo che sorge; socialismo che gli urgo ap– presso come l'ombra al corpo. Lihcrtù cli pensiero; libertà d'organizzazione operaia; binomio inscindi– bile. rntellettuali e lavoratori, la mano nella mano. ]~ questi prodi affratelli\ti, lottando per la loro li– bertà, e pel loro !lvvenire, combattono anche per noi. Solo la reden,,;ione del proletariato russo - europeo cd asiatico - salverà un giorno le nostre industrie, la nostra ciYiltÌl, le stesse nostre classi borghesi, da unfl. concorrenza schiacciante - dalla. bancarotta. O Russia 1 per la prima. volta veramente sant.a, pro– letari ciel braccio e J)l'Oletilri del pensiero, glori;i a te, gloria a voi! Eri tu, vecchia Russia, sterminata

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