Critica Sociale - Anno X - n. 22 - 16 novembre 1900

CRITICA SOCIALE 343 monarchico, smentita, a modo di vedere del Rcnsi, d:1lla storia ihtlia1rn, ma co11fi..,rmut11 chilh\ storia in– glese. Q1rn11to 1111a g-cneraliizazione accttrczzat11, daUo scrit– tore d0lla Critica, osservo che egli scnmbia costanto– lllento il partito democratico o In democrnzia col par– tito repuhblicano o maz1.ini:1110. Ora, c1ucstoequivoco non vn alimentato 1 come lo alimentarono e lo alimen– tano tuttoclì i moderati cielVeneto e clelht Lombardii:l. Il p!lrtito repubblicano non fu che una sezione del partito democratico italiano, mentre, dal t84S in poi, e nella Cnmera sarda e nello stesso partito di azione, ,·i furono moltissimi rii;pettosi della forma monarchica quanto teneri del principio democratico. . .. Ciò premesso, mi sia Jecito d'indicare, anzitutto, un errore di metodo da cui ò mosso nel suo studio lo scrittore della C,-itica,. l~gli giudica dei fatti del pflssato coi criterii del suo tempo. Non solo: forse Hcnza avvedersene, studia le fosi diverse del risor~i– mento italiano coi criterii del socialismo, non con (JUClli dell'uomo Jt0litico italiano della prima. meb't. di questo secolo. Per questi, a <1ualunc1ue partito 1 nppartcnessero, il formare una patria. una, indipen– dente dallo straniero, costituiva la pH1 alta idealità. dei loro temr>i. Mettendomi invece sul terreno 1>ro– prio del socialismo, debbo ricordnrc, che il concetto d'una unione internazionale di popoli, foggiata irnlla rivendicazione deJle classi lavor»trici contro il capi– tfllismo - J)CI'()uirnto iibhht potuto balenare ad alcuni scrittori della. prima metà cli questo secolo ed anche di età precedenti, i c1uali fl~li stessi socialisti d'og-A"i np1>aiono idealisti o SOf!nntori - non si è presentato tilla mente degli uomini J>olitici e alle grandi cor– renti dell'o 1>inio ne pubblica che negli ultimi anni del secolo :X.IX . Gli uomini politici italiani non po– tevano aclunque sacrificRre l'unit.à e J1incli1>endcnza tl'una patria da costituire nlla prevalonr.a. politica della parto 1>opolare o dei diritti dinastici. Il pre– tendere, che essi facessero implicitamente. oma,!!gio a, tali concetti, è supporre in loro Jlostulatl politici e mornH affatto diversi dn quelli che preYaJevano ai loro tempi. . Ad ogni mod o, e a p arte da. ciò, la. premessa erronea del ncnsi, sulla qna.le s'assidc tutta la sua costruzione, è una nozione affatto ine1mttn, che cg-li ai è formata della storia del risorgimento. Non è vero, che il popolo italiano, nei moti del 1 21, del ·31, del '33, it.,·esse sol– tanto lo sco1>0della" libertà,,. Non è , 1 ero quanto egli assevera. senza alcuna 1>rova,elio cioò il concetto "che foRse necessario ottenere prima della libertà l'indipcn– den~n cli tutta P.ctalia, non cm ancora, a quelle date, !utcrvenuto, come eg-li dice,ad oscw·an eda confondere le-i<lee (I),,. 'l'utt'aJtro: dal 1790t dai primi•ed oscuri martiri napoletanj, venendo giu g-il1 sino al 1815 1 nJ 1821, e via. ,·iain seguito, il concetto che lampeggiò ai nostri eroi, a tutte le mille vittime della tirannia aust.riaca e princi1>csca, si fu la ricostituzione d'una ~rande patria, una e indipendente, la ricostruzione politica di quella Italia, che fino allora era stata un sogno di 1>oeti e di pensatori e il cui valore collettivo di 1>opoloera apparso per la prima. volta neUe guerre tlllJJOleoniche e nelle assemblee cisalpine. Se il mo– vimento del 1821, del 183 L,del 1833 fu diretto contro i principi, ciò arveniva perchò i principi erano fedeli servi dell'Austria e forma.vano parte integrante di quel sistema politico che con l'Austriit con,·eniva. di– struggere. Ora il Hensi, che scrive di problemi politici e dr~ uomo politico, nel suo articolo ha dimenticato affatto l'Austria. Egli ha climenticato l'esistenza in Italia di un fm1)ero poderoso, dotato d'un esercito potentissimo, in quel tem1>0 il primo cl'l~u.ropR,cl'un Impero situato in posizioni strategiche pressochò insu1>erabili, reg- gente le provincie pili ricche e più colte cPltalia, strct– t11111c11te conµ;iunto a tutte le dinastie italiane e con eMsecointeressato neJJa lotta politica contro il popolo italiano, anzi designat o a g -uidarle, a d.isciplinarle, cblll'n11torità gnaclac ~m1.ta nei recenti trattati. Em q11iudi ben compreso dell o difllcoltà. del problema Oi111:101>pe Mazzini, quando nel 1833 costitui,•n Ja " Giovane Halia ,,. Non fll suo intendimento allora di conseguire il trionfo della democrazia o della repubblica. }:gli mirò nnzitutto all1unità e alPincli– pendenza i la democrazia non fu che tm mezzo, che in quel tempo a lui era parso il (>it1adatto a con· seg-uirc il suo 1>rimo e vero fine. li dire che il Piemonte, asserragliato fra tre repulJ– bliche, la francese, la lombarda e la sviziera, esco– g-itò il diversivo cli iuveutare la. teoria dell'unità e dell'indipendenza per contrapporla alla libertà e alla. dc1!1ocrazia, non corrisponde nemmeno alla vcritìt. storica. La· verità storica insegna invece, che gli uomini 1>olitici più illuminati d'ftalia, e prima del 1848, e neJ 1848, riconobbero ciascuno insieme l'im– potenza del proprio partito (la. solo a combattere ed a acaceinrc IQ straniero. Oli sterili e sanguinosi ri– sultati di tutte le cospirazioni, iwoltcsi da.I 1833 al 184 i, lo avc\'ano dimostrato 1>cr il partito repubblicano o comunque per il partito democratico. A sua. volta, nella monarchia 1,icmontese s'era an– data ingrossando Ja schiera. (li coloro cJ1e, pur accet• tnn<loladinAstiadi Savoia, mira.vano a farsi forti delle suo risorse per metterla nlla. testa d'uno Stato liho– rnlc, inteso alla. costitur.iono doll'indiponclenza o del– l'unità. italiana. Le tradizioni liberali che il conto di Cavour aveva attinto dalla storitt costituzionale del· l'[nghilterra 1 le convìnzioni che uomini come O'A.– zcglio, il Balbo, Io stesso Gioberti, si erano formato sulla forza militare e stLlla educazione politica del popolo italiano spingevano a mantenere integraJmcnte quello Stato. Per la sua antica esistenza esso aveva. forti radici nell'animo delle J>Opolazioni, riposava. so1>ra una aristocrazia ancora ccouomicamento po– tente, poteva disporre d'un esercito pronto al comhat– timonto e fornito di trndizioui militari rjspetbtl)ili, mentre la formazione in esso d'una assemblea eletti,•a. cd autorevole avrebbe µotuto dar modo di creare di fronte all'Buropa una tribuna politica del popolo ita– liano. Distruggere questo Stato dinanzi ad un nemico militarmente 1>otente, per sostituirvi le forze divise, e forMCin contrasto, di piccolo repuhbliche pur mò nate, sarebbe stata. una pueriliti\: il mantenerlo, il furlo centro dell'azione rivolu zionari n, lo spingerlo contro il nemico comune fu Of )era.di illuminato patriottismo come di altissima axveclu ter.zn politica. Se il Cattaneo, Ae il b'orrari, m ento altissinr n, ma. unilaterale ed aprioristici!, non videro ciò, anzi se no fecero oppo– sitori, ciò non rivela se non opinioni e tendenze in~ tlivid11ali 1 a cui gli a,•venimcnti hanno dat.o completa• mente torto. Indarno 1>oisi accusa lo ,'t(Ltuto Sardo di essero inndatto allo svolgimento d'uno Stato democratico. La Carta piemontese fu 1>er molto tem1>0, e rimane ancora, una. fra. le piì1 liberali d'Europa. L'ultima lotta combattuta alla. Camera dall1~:strema Sinistra e da tutto il partito democratico a sua difesa diede occasione a molti di noi di affermarlo e dì provarlo, non per schermaglia di guerra, ma per sincera con– vinzione . .Nò ai tiri per carità in campo l'intervento della repubblica francese nel 1848, che avrebbe dato modo di ttllcare contro J'a.ustrinco tutte le forze democra– tiche in Italia. Cile la Francia rosse diSJ>osta ad inter– \'Cnire in Italia. col solo e disinteressato proposito cH accrescere o di tenero unite le forze democratiche in Euro1>ae quindi con intenti diversi da c1uclli con cui nel 1859 partecipò all'alleanza col Piemonte, cioè con l'intimo proposito cli sostituire al dominio austriaco

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