Critica Sociale - Anno X - n. 22 - 16 novembre 1900

CRITICA SOCIALE 3<11 socinlisti di )lilnno o di Torino, ncccnnnno alla. innugu– rnzione di unn propngnndn 1>ii1precisa nei particolari o pili prnlicn, piì1 d'<1:io11e, se così possiamo es1>rimcrci - nonchò più clc,·nta o scientifica negli argomenti. Corsi per i pro1mgnndi~li 1 che insegnino prima le cose da dire e J)Oi il modo di dirle, Università J)Opolnri, che nllnr• ghino In nozione del socialii\mo innestandola vigoro.:;a.– mente nella uni\'Cr~ale concezione del diYenirc dclln vltn e della tramutazione perenno delle forme dell'e~– ~erc, o diano contem1>orancnmcntc i rudimenti dello scienze cl'nnnli~i, sono per ora. il 1>0rro 111111m necessarium reclamato cln11aeondizione presente della coltura socia• lista nei paesi del socinli,;mo. Per gli nitri, 1>or i terreni vergini, ci vorrà nitro; o lo diremo - riJJOsnmlo sull'aspra o ingrata via bat– tuta. - un'altra volta. POSTILLA. l'in dal primo articolo di Claudio 'l'rm·eS' sttl tc,nrn dC'lla J>ropRgnndR, noi dichiaruvamo che - sah'O J>C'rqunkhe J)t1nto inquinRto da una. certa csag-em– ~dono - l'indi1'iuo dC'llo nostre opinioni concorda,·a in massima con C(HC'llo ciel nostro collnboratore. Certo, nò e,!!li, nè noi, Rcrivendo di certi difetti deUa pro– png-anda, si volle generalizzare, coinvolgere nella critica tutta l'aziono del 1>artito, la. quale, sopratutto dove si svol~e, o ~i innesta, nella lotta e nella or– ~nizzazione J>roprinmcnte ceonomica (come av,·enne nC'I reggiano, 1wl molinellcs<', nel cremonese e nei centri urhani J)rolctarii), diodo i frutti migliori che potesse dare. 'l'uthwia fummo amichevolmente ri– J>resi da taluni C'ompa~ni J>er non avere - pubbli– cando gli articoli del 'l'reves - sop1>resso almeno quei hrani e qnC'llocensure che potevano fornire, ad avvcrsarii pi1'1o meno in mala fede, un'arrne contro il partito. Potremmo rispondere cito il mestiere di inquisitori e castratori del pensiero, di procuratori del Hc, fosso puro, questo ne, Sua. Maestà il Socia• lismo saoro cli iri,•iolabilc, non è un mestier e di nostro gusto. Ma diremo cofin ancorfl, piì.1schiet.ta affernrnndo che, delle veritil, o di quello che ci sembrano tali, e cho tali in o~ni caso potrebbero essere, una sola SJ)ecie ci SC'mhra.perniciosa o veramente temibile: la t:erità che si tare. Se una nostm. autocritica. può armare il frizzo morchtce di un av,•crsario o letificarc la retoricR hol!m. di un 1>oliziott.otogato, sarà bre\'0 il gaudio cd innocuo ,1uando da quella autocritica nasca, nel partito, una discussione feconda, un esRmc di coscienza. ohiCtti\'O e sereno, e il partito si liberi l'C'Rlmcntcda quei difetti che, carezzati e dissimulati, ra ncbhero condotto a lle' nmJi passi. Ora, noi pensiamo col Treves che i metodi della nos~ra propagandn. - orale, scritta e, se ci ò con• sentito il neologismo, agita, - siano in molte 1>arti invecchiati, cristallizzati e suscettibili quindi di re– visione. Le ragioni non ci bisogna. ripeterle, poichò nitidamente le espose e continucrù. ad esporle l'amico '.l're,•es, al <1ualo - per c1uesta propaganda sulla J>ropaganda - è aperta, finchò buono gli sembri, l'ospitalità dello nostro colonne. 8 la. convinzionr, cho ahbiamo romuno con lui, non la dcsumfamo da Astratti filosofemi, mn. dalla esperienza quotidia1111 nell'ambiento dei nostri Circoli,dello nostre assemhleo, dal scuso delh1. cresciuta rcsponsnbilith del nostro partito cli fronto nllo questioni positive comunnli, politiche, legislativr, economiche, che Ri fanno og-ni A"iornopH1 grR\'i C' pii, aggro\'igliate e reclanrnno, ogni giorno pili, l'inter"cnto cons<'io e diretto, non di Tizio o di Caio socialista, ma. tlel signor 'l'utti so,. cialista, della. mnssn lici t>artito. 'l'roppo spesso, dc– t>utati o consiglieri o, comunque, mandatarii del partito, ripensando all'ironico motto: je suis leur chef, U (aut que jr /es suire, ('Ì AYvicne di sentirci aceapponarr lu pelle. E 1>oiehènulh1 tanto ci ripufrna quanto <111ella tendenza che oggi, da un caso recente, 1>otrebbe dC'nominarsi aglieltismo; la tendenza cioò n sdegnosnmC'ntC' seJ)ararsi, per piccole bizze o tran– sitorii dissensi, dall·organismo politico col quale si ehhero comuni le lotte, le s1>eranze, i dolori, e sol– tanto dal con~f'nso del <111ale derivano la forza e In. i-;od<li~fnzionemorale che sping-r e sostiene all'onore• e nl prricolo di militare nelle n,·1111guardie- pcrl'ib 11ppunto ci sc,mlmi tanto pi1'1necei-saria quest 1 opera di continuo ricsamC' dei mrtodi di propaganda (' di azione, che ri!1v,·icini rd affiati i mandatarii Ri man– danti, i puhblici~ti <' gli oratori socinlisti al pubblico loro, onde nè quelli rimangano dci,:li incompresi, nl• siano costretti - p<'r evitare questo guaio - a smt· turnre o corrornpcrc il loro pensiero. Questo coucC'tto e bisogno, questo sforzo di rea– zione nlla inerzia dt•lla foll a c..... d egli agitatori drlla folln, che ag-li spiriti supC' rfìein.li pnrrà alcunchò <li :11trzzoso e di 11rif1tocratico, ò nl c ontrario, ehi h<'n ~nardi, tutto ciò che vi può cs11ere,nell'azione com– plessa. del partito, di JJiù democ,·atico, ossia di menode– ma9ogico, e atteMta del f)rof'ondorispetto che 1>ortia1110 lllltt coscienza <'111la. volonb'\ delle masse, d:'lllc quali chiediamo consC'nMo reale di J)en~iero e collabor11zio11e eosciente, non facile rumore di applausi e 1>ersonalc ti ibuto di suffra::ti elt'ttorali. l~ poiehò, su <1uesto bhmgno cliele,•azione e di educazione J>olirics de,ltro il J)(lrlito - ehe non ò esclusivo nò colpa dei socia– listi, ma. è di tutti i partiti 1>opolaried è effetto (I(') grado di rozzezza al qunle il rf'µ-ime bor~hese con– d:rnna le chtsRi operose e disrredate - siamo tutti, in fondo, contordi; e il lamrnto, in forme din•rso, cogliamo sulla bocca cli maestri e cli discepoli, di veterani e di r('clute, di prùfcssionh;ti e di opcmi socialisti, anzi sul lttbl)ro di quci:iti nltimi lo udiamo - e il pcrcllè si intuisce - piì1 frequente, pili in• tenso, piì1 cordialmente sincero; è 1>erciò che ne pnrve In disputa, che abbiamo R\'\'iuta, dover essero f'ccontla di bene, e potere e dovere ricscire n tutti benaccetta, senza uopo che vi si J)Ol'ti Ja nota perso• nale, il confronto e l'Rllusione ml llominem fra i di• sputanti, la qunlo lramub1 un torneo, indetto nel– l'interesse della propaganda, in un bisticciarsi, piì.1 o meno \'Cinto, cli 1n111tiµ-li J>ettegoli e di dispettucci puerili. Oncl'ò che, in questa camp11gn:1,chi scrh·e quo:;to linee si sente, nssai ))iù che il direttore della Cri~ tira, l'associato di Claudio 'l'roves. Do1>0 quanto scrivemmo in altro numero, non ,,i i;arebbe biSOA"no, nè eµ-li nel 0A'lli modo ha bisogno, di c1ucsto atte– stato di solidarietà attiYa cd <'Bplicita; ma. noi ci teniamo ad insh1ten•i 1 dacchè la questione, che e::li agitò nel discreto ambiente dello, Critica, fu porr.ata in altri giornali e destò, in seno al partit0, chine• chericci e commenti non sem1>rc bcnc,·oli a lui; i quali testimoniano appunto del biso,:no che è in noi di educarci nd una com))rensione piì.1obbiettiva dello cose, o i cprnli perciò, confìcliamo, non lo svop;lic-– ranno, a sua ,·olta, dal 1>ro:;eguircnello S\'Olgimento di una tesi, dcll11quale egli bene sapeva che diffi– cilmente nvrrbbo rcrcata 1111 1 1,ltra che fosse pili mo– lesta o pili impopolR.ro. JI '.l'ro\'Cs - ci consentano i lettori, iu questa occasiono, questo apprezzamento personale, c::;si che non certo possono accusare In Critica di farsi por sistema incemmtrice e adulatrice dogli amici - è una mente poliodricft e critica, nn• turnlmento adattiHsima. alle san<' ril,ellioni non-con– formiste, e la molteplice sua atth·ifa intellettuale, i suoi lun~hi bOg~iorni in ambienti diYcrsi, s01>ratutto nei centri mRgg'iori del movimento proletario ger- 1mrnico, ne hanno nucora nsrnlornta la nati\'a agi• lit:\ scrutatrice. 1,;g!i possiede, oltracciò, una fQrzo.

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