Critica Sociale - Anno X - n. 22 - 16 novembre 1900

350 CRITICA SOCIALE palo, quando è ceduto ad un prezzo superiore· al costo, non è che una delle tante imposte indirette, come quelle sul sale, sul pane, sulla carne, e via dicendo, e dà luogo a tutti gl'inconvenienti di queste ultime. Noi rimproveriamo alle imposte indirette, con una abusata frase, cli attuare la progressività alla ro– vescia e di mancnre di ogni rapporto con il reddito del consumatore. 'l'rattisi di una imposta sul sa.le o di una corsa di tram, la cosa. non cambia. Si pigli il caso di un Municipio, il cui bilancio sia tutto assettato suUe imprese industriali. Avendole esso rn onopolizzi:1.te a fini fiscali, evidentemente si strap– perà al povero una contribmdone proporzionalmente superiore a quc11a del ricco, e, ammesso pure che il povero ed il ricco consumino j servizi municipali gratuiti nella stessa proporzione - i1 che non è, es– scudo il ricco un più t)rocligo consumatore dei servizi gratuiti - avverr:\ sempre che il povero H avrà. pagati proporzionalmente pH1 del ricco. Ora, dal punto di vista. del socialismo o del semplice spirito democra– tico, questa concJusione deve considerarsi come ri– provevole. MonopoJizzare una industria a fino di lucro o assettare un bi!A,ncio suJle imposte indirette vere e proprie, cioò prelevando una contribuzione sui prodotti dell1industria privata, non significa muta,re il carattere economico e morale dell'operazione. Chiunque si ponga da questo punto di vista di classe, e sia sollecito degli interessi dei lavorat.ori, troverà biasimevole il sistema delle imprese ill(IU– striali municipalizzate a scopo speculativo. Beninteso che così non si vuole esprimere nessun giudizio su queJle amministrazioni, anche sociaJistiche 1 che, per rngioni cli pratica amministrativa e per eludere ostacoli di legge, hanno dovuto adottare questo cri– terio nella gestione delle proprie imprese industriali. Noi vogliamo piuttosto delineare una linea di ten– denza ed una finalità, ultima. Il!. Resta. a considerare il secondo scopo cli una avve• nuta municipali,,;zaziono (o stati,,;zazione): controllare e dirigere la produzione. Parlando dei Municipi in– glesi, i.I Dona.Id scrive: È cosa rara che un J\luniciJ)iOsi decida a colpire un monOJJOlioprivato cd a fornire un nuovo servizio al solo obbietto dì ottenere un profitto ed alleYiare il corpo dei contribuenti. Predomina invece il concetto di assogget– tare al controllo del ~lunicipio i servizi di carattere monopolistico. Glasgow non mira\•a a J)rofl.tti quando diede l'esempio climunicipalizzare i tramways ... A Londra non si propugna la municipalizzazione delle acque JJer il J)rofitto che potrebbe ricavarsene. Jn nessun caso si è im1)iantata una illuminazione elettrica municipale 1ier far quattrini... :Molte intraprese sono state fondate da corporazioni municipali con la certezza. che esse non sarebbero rimunerative, ma che anzi involgerebbero, per vari anni 1 una perdita, e ciò allo scopo di colpirn l'inte– resse prirnto. Vroprio oggi un certo numero di città. vor– reb!Jero avere nelle mani il servizio clei telefoni, non certo per la influenza elettorale della minoranza che usa i telefoni, ma per SOJJ}lrimereun monopolio irre– sponsalJile che ha <la vedere con le pubbliche strade. Si troverà poi che nelle citfa, in cui lo spirito civico ò pili vivace e pi1'1 sano, in cui le istituzioni municipali sono 1>H1 svih11,pate,là appunto si ricerca un profitto più me– schino (I). (L) H. Do.:.:A1,o: !ll1111tci.pat 'l'rmli11u(mtl J>ro(lts, nell'J;c011qmic Jom·nat, 5çtlon11Jro, 161.l\"/. Ilo creduto opportuno far interloquire uu autore inglese, molto autoriziato e rispettabile, perchè gli esempi in;desi sono il Cfnrallo di battaglia di J\luni– cipciUs. Le famose tramvie di Glasgow, che egli cita, ò bensì vero che danno un profitto, ma sapete voi a che sco1)0? Per essere rejmpiegato in perfeiioirn .. menti tecnici tali, che riducano ulteriormente il costo del servizio. Il UunicipiO, in altri termini, contra.a uu prestito con i consumatori del servizio, salvo a restituirlo loro sotto forma di prezzo ridotto ciel ser– vizio. Questo per citare l'esempio di un Comune per– fettamente progredito, nel quale i fini pul)blici sono particolarmente tenuti in ,,ista. Non ne~o che altrove la m unicipaliz:M1z.ione abbia servito come strumento fisca.le e cli classe; ma non l)isog-na credere che il neo-socialismo municipftle non proietti ombre oscure. Esso ha già dato luogo alltl formazione di un debito munici1)a1e spa.ventcvole. Le persone, che si occuparlo cli socialismo municipale non cla un punto di vista esclusivamente ernpirico 1 si preoccupano dell'esistenz.a di questo debito e già. si domandano se esso non ccJi qualche g-rave pericolo. Quanto al prevalere ciel si– stema della municipa\i,,;zazio110 per fini speculativi 1 già noi siamo innanzi ad u1Ht forma larvata. di tas– sazione indiretta, la (luaJc può pro1)orsi di distrug– g-ere (!nella esenz.ione trihutaria pR.rzialc delle classi lavoratrici inglesi, cui esse erano pervenute dopo lunghi sforzi e durissime lotte. Attraverso il sistema della municipalizza.zione, lo sforzo costante, che mai non cessa, della. classe ca– pitalistica per abbassare il tenore di vita delle classi lavoratrici, potrebbe sperare nuovi e solenni trionfi, irraggiungibili per altra via.. Liillusione municipaliz– zatrice .oramai investe anche i partiti radicali e so– cialisti. Le classi lavoratrici potrebbero, nella stessa tendenza socializzatrice, trovare il veleno che uccida i loro sforzi costanti ,•erso un indefinito migliora-– mento. Non ò questa la prima volta che la. borghesia si avvantaggerebhe cli un movimento in apparenza diretto contro di essa. Il sistema della municipaliz– zazione sembra esso stesso bifronte; capit.nlistico da un lato, ove lasci un margine di profitto, proletario dall'altro, quando non ne lasci punto. La tesi di J\funicipalis ò precisamente (tuella che pili si oppone agli interessi della classe lavoratrice. li sistema della. municipaJizzazione noi lo inten– diamo come una delle armi per compiere l'espro• l}riazioue della borghesia. e trasferire la proprietà dei mezzi cli produz.ione nelle mani degli operai; ma, per raggiungere <1uesto scopo, conviene che essa si accompagni ad una imposta diretta e globale sul reddito, municipale e statale, che rappresenti tutto il fabbisogno delJ'ente Stato o :Municipio, e quindi, senza cletra7.ioni di sorta, faccia grayare le speso pubbliche sulla borsa dei ricchi. Il sistema della municipalizzazione a forme speculative consente di trasferire una parte del carico tributario sul povero. Ora, se noi riandiamo alle ragioni prime del socia– lismo municipale, troveremo che, col proposito con– fessato di controllare nlcuni rami della procluz.ionc sottoposti a monopoJio naturale o artificia.le 1 esso si è posto fini evident.emente anticapitalistici. La Jogica naturale delle cose attraverserebbe questo fine lad– dove lo sfruttament.o mercantile delle imprese muni– cipali si risolvesse in una flagrante violazione del 1>rincipio de!Ja giustizia contributiva. ]/illimitata estensione del sistema municipttlizzatore a base spe– culativa ri1}l'odt1L'L'ebbe l ingiustiz.ie fiscali dei sistemi cli tassazione indiretta. Orfl, sembrn sforiare l'indole logica. di u11 istituto, i.I quale si proponga. d'impedire !a speculazione capitalistica, sostituire alla specula– zione un'altra forma di spectùazione. Dal punto di Yista del socialismo, noi dohhiamo tendere a formare una. vistosa ed abbonclonte pro– prietà. pubblica, 1a quale, amministrata dall'ente col-

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