Critica Sociale - Anno X - n. 17 - 1 settembre 1900

262 CRITICA SOCIALE figurino clell'Italia ideale, che nascerà. dopo le riforme di cui Jlarlìamo, voi tagliate il nostro prog1·amma minimo, buono JJer il momento in cui dovremo assumere la re• SJ)OllSabilità del JJOtere. !la quali sono le riforme, che voi JJrCJ>arate })0l' hi futura Italia ideale? 1l suffragio universale, diretto e segreto, la nazione annata, il referendum, Pautonomia comunale, ecc. Ma questa roba è buon1:t pe1· !'.Italia nostra, Pltalia reale, 1)l'esente, pidocchiosa, dissanguata. 1 tassata., fucilata. H programma minimo non può esimre che un J)rogramma pratico immediato, e fra esso o il moneto presc11te, in cui viviamo e resJJirìamo, non vi può essere alcuna soluzione di continuità: dove finisce questo comincia q_uello. La questione se noi andremo al potere oggi, dom,mi o doman l'altro, non ha nulla da ,,edere nella compilazione del prog-ramma minimo. Xel fare questo lavoro noi dobbiamo: 1. 0 fissare il nostro scopo, che è rafforzare il J)roletariato e iniziare la trasformazione sociale (sa1·ebbe meglio dire: promuo– vere); 2. 0 stabilita questa idea fondamentale, ricav(l.rne il metodo da seguire nell 'escogita.re le ril'onnei a. 0 con questo metodo studiare il mondo nostro, il mondo attuale e pro1>orre le riforme richieste dalle speciaU condizioni cli tempo e di luogo del paese in cui lavoriamo. 11 resultato <li questo lavoro sa.l'ft che oggi iLniveremo a domandar riforme, le quali si trovano gilL nei pro– grammi dei partiti democrn.tici borghesi: ecco per uoi una cosa che ci deve far J)iacere, quit la mano e lascia.te che vi aiutiamo, beninteso che noi conserveremo sempre il quid, cioè lo spirito che a.gita la nostra riforma. I pa1·– titi democrntici esauriscono il nostro JJrogramma minimo? e di mano in mano che lo esauriscono, la società si trasforn1a,uuove condizioni sorgono, un nuovo programma immediato, modellato sulle 111wve speciali co11dizio1ti di tempo o di luogo del paese, nasce naturalmente dal nostro Partito. I J)artiti democrntici borghesi non ne fa.nno nulhL del nostro programma. minimo cl 1 oggi 1 o ne esauriscono solo una parte, o, esauritolo, si rifiutano di metter mano al nuovo JJrogramma? qualunque shL il momento hl cui la tra~forma.zione sociale non possa a,v– venire senza il nostro intervento diretto, noi - JJ0ten– dolo - ci assumiamo la responsabilitlt del potere e an– diamo avanti e non JJ0rmettiamo che l'Jtalia - po,·eretta! - cessi d'esistere in attesa clell'ora nostra. Ed, esaurito . il progranuna iniziale, o ne escogitiamo u11 altro reso necessario dalle nuove speciali condizioni, OJ>pure non tardiamo molto ad essere scavalcati da altri partiti mi– gliori cli noi. Un progmmma. minimo st,ibile e universale è impossi– bile: esso deve variare coi tempi e coi luoghi, perchè è un programma immediato e le eoncHzioni immediate varia.no da un luogo all'altro e variano nello stesso luogo da un tem}JOall'altro. E con questo 11011 vogliamo dire che il programma minimo vada. conruso con le 1,iatta.– forme elettorali variitbili; no; la. piattaforma elettorale, dice benissimo il L(l.briola, " sta a.I disotto e al di qua del programma. minimo,, ed ò anche molto più varia– bile. Ma le riforme, che servono di piattaforma elettorale, non potenclo non essere immediate e abbastanza impor• tanti JJer 1JOterfunzionare ùa J)iattilforma elettorale, uon 11ossononon far 1>a.rtedel programma. minimo. Dunque il programma minimo del partito sochtlista italiano, che è l'inizio della trasformazione socialista. ili ltcilia, deve 1>reoccuparsi delle speciali con<lizioni dello Stato italiano. _gsiccome fra queste speciali cornlizioni c'è la questione ftr1anzia.ria.,che è come la sintesi di tutte le altre, ecco perchè "le mie idee tradiscono - come osserva giustamente il La.liriola - la preoccupazione tutta ilal-icuut sullo stato del bilancio ,.,.Sftdo io t\. non aver questa pi·eoccupazione ! che mi andate contando di assicurazioni sulla Yecchiaia.,sulle infermità, sulla clisoc– cupazionc e di altre riforme sociali a un morto di fame, che paga il sale quaranta centesimi e accende il fuoco colla pietrn focai(l. e va a letto a lume spento, chè il petrolio è troJJI)Ocaro? che gliene importa della vostra imposta prO.i:ressiva, con cui J)elerete i ricchi, so l'unica cosa che egli vuole è quella di non esser pel:Lto lui? l'abolizione di tutto il dazio consumo mi volete dare? grazie; ma se mc la darete quando " vi 1.tSsumerete h~ responsnbilifa del potere ,.,,che non sa.rà . " nè oggi, nò domani e nemmeno domau l'altro ,.,,io non so che far– mene; per ora mi basterebbe che mi faceste pagar subito il pane dieci centesimi cli meno al chilo; e a questo 1mtto son clisposto a continuare a pagare il dazio con- 810 1otecr1 lJJno H1arco sumo sulle bottiglie di clutmpagne, che i signori beyono per conto mio. .Del bilancio italiano, dice il La.brio!a, dobbiamo di– sinteressarci, pe1·chò, tanto, il nostro programma minimo porterebbe un aumento di SJ>esa. Nego anzitutto che nell'insieme il nostro programma minimo J)0rterebbe un (l.tm1entodi spesa: per esempio la nazione armata non sarebbe JJiì1costosa dell'esercito stanziale, come vuole il \'on der Ooltz - del quale non ho letto il Libro ma mi insospettisce il vOllj - il colonnello Feiss, nel 1887 1 110- tava che la $\'izzera con 1Gmilioni annui poteYa.mettere insieme 200.000 uomini di prima linea e -~00.000 di J,a,ul– stm·m i col sistema dell'esercito stanziale 16 milioni Ua– .:;terebbcro apJ)ena a 15 mil:t uomini; fatte le debite propol'zioni, si vede che Pit.ilia. con la spesa attuale potrebbe mettere insieme una buona copJ)ia di milioni di uomini armati e, siccome di tanti non ci è bisogno, è eridente che il nume1·0 attua.le , pas~ando dall'esercito stanziale alla nazione armata, })ortereblJe una ragg~rn•·– devolissima economia. Ma, a parte queste discussioni di dettaglio, sostengo che, se il programma. minimo dovesse portare oggi un aumento cli sJ)esit, sarebbe assurdo e dovrebb'essere alJ– l>an<lonatoe sostituito con un altro. Salvo che il pro– gramma minimo si consideri non come programma im– mediato, ma come programma inizialo del futuro Go,,erno socialista. ldea, cho mi JJa1·e impossibile J)OSSit allier~are in un cervello come quello del f,abriola; se non altro, JJerchò ci ol>bligherebbe ad avere un programma futuro, o.Iquale sarebbero perfettamente indifferenti le condi– :lioni nostre attuali e che si applicherebbe Il un paese che non è nato ancora. li resultato sarebbe Che quel programma minimo entrerebbe nel quadro del programnu~ massimo e saremmo ol>bliga,ti a escogitare un altro pro– gramma minimo, cioè il vero programma immediato necessario. x. il tlilagareclellattiscussione sul 1>rog1wm1ut minimo, rlovuto all'imminenza llet Congresso,ci. sforza c1, 1·~ mandare parecchi,articoli,:fra l'altro, uno stucl-iocli GqJSEPPt: RENSI sopra Lo Stato di diritto. I SINDACATI DIMESTIERE INFRANCIA e il nuovo disegno di legge il. I. confront.i fa.tti nel 1)1'ecedente fnscicolo bastano a dimo:Stnire che l'estensione dei diritti del Sincln.cato può dargli una forza. che es:So non J)Otù finora acquistare. Hicordernmo, n tal JH'Oposito,che quello :;;tessoDunrny, il quale era stato fra i pochissimi che, al Congres~o corporativo uazionale cliLione, diedero d<'lle ragioni serie contro la legge de\PS-t, si era la,gnato J)crchò ai Sinda– ca.ti non cr:\ co1icesso d'acquistare ~e non gli immobili per le loro riunioni, Uiblioteche o corsi 1wofessionali, a mcz;,.ocli quotizzazioni.; e si doman<la.,,a in qual rnoclo 1 con così deboli risor.~c,avrebbero potuto soiltenere cause ~iudiziali. ì,: a. questa preoccupazione che rispondono g-li arti– coli 3 e (; del nuovo disegno ·waldeck-Rou .:;~eau, (·he estendono !a c1tpacità. civile del Sindac:.1.to.l~ssi, infatti, gli l'iconoscono il diritto clì 1 acqui.-;tare, a. titolo oneroso o gratuito, ogni sorta cli beni mobili od immobili senza autorizzazione, la. proprietà delle quotizzazioni o dei va.– lori che ne ra])presentano l'im1>icgo, l;t facolfa di fare rt.tti di commercio e, quindi, cli svilupJHtre le JH'Oprieri- 1,orse. Quando il Sindacato fa atti di commercio, o inizia intraprese, sicuo pure di mano d'opera, al Sindaca.to si sovraJ)J10ne una Società) e il Sind1tcato può esse1·e pro– priotr.rio cle.lla totalità. cle1le nzioni. D'altro canto l'art.!) itccorda la persomtlifa civile alle Unioni di Sindacitti, che possono per ta.1 modo incoare liti, possedere gli im-

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