Critica Sociale - Anno X - n. 17 - 1 settembre 1900

CRITICA SOCIALE 269 agente del valore, ma il lavoro come agente della 1,ro- [ connessi di un unico atto sintetico. E tuttavia la nostra duzione. O il hworo avrà già creati, nel sno periodo di scienza si suddivide, per così dil'e, in tre sottoscienze, sopralavoro, i 1>rodotti-1nofltto;o non snrù. il valore, sotto I ciascuna delle quali esamina sepamtnmente uno di tali qualsiasi forma 1 quello che potrà. suscitarli dal nulla. anelli. Si 1>uòaffermare che solo coll'aiuto di q_uesta In una parola, prima c'è il lavoro, una parte del quale ulteriore specificazione-dovuta sopratutto ad un tran- si converte in un sopra.lavoro; poi ci sono i prodotti, dei cese 1 a ùian Battista Say - la nostra scien~a ha potuto quali la ))arte che ·deriva dal sopralavoro andrà. a. co- compire i suoi J>rogressi. stituire il 1>rofltto; da ultimo, i }Jroclotti già. ottenuti Ora, io cadrei nell'assurdo, se pretendessi astral'l'e dal assumono determinati rapporti di scam\Jio, çioè, cleter- vnlore 1 occupandomi dei fenomeni della. circolazione. Ju minati valori. 11 valore è dunque, dei tre fatti, il pilt questa sfera., i rapporti di scambio fra i prodotti diven- superflciale e derinito. Pensare che il problema della gono il ratto 1>rincipale; e la legge del valore - la origine del proHtto, dei prod.otti, cioò, che il profitto I legge, cioè, di tali rnpporti - assume per conseguenza compongono, sia tutt'uno col 1>roblema del ,•alore, eq_ui- , una importanza fondamentale. ì\la io sostengo che si varrebbe al credere, 1n chimica, che la formazione dei deve astrarre dal valore soltanto nell'esame del mecca- corpi semplici possa spiegarsi coi derivati a cui essi nismo produttivo: di fronte al qua.le i 1wodottinon souo clan luogo. che quantità aritmetiche assolute, ed il rapporto secondo 1 marxisti, pregiudicati dal ratto che il loro grnndo cui si Mambiano non ha alcun ~igniflcato. In un certo maestro non analizza mai il profitto se non attraverso momento 1000 metri cli panno J>Ossonorappresentare un al vnlore-lM·oro, hanno fluito per confondere il lavoro valore :r; ed in un altro momento lo stes;so valore JJUÒ causa dei prodotti col la\'oro causa prc:Sunta.ciel valore: essere rappresentato da 2000 metri. Di fronte al valore Jlegµ-ioancora, per stabilire una identit:\ fra. le due fa~i. i 2000 metri e<1ui\'nrranno ai 1000 cli prima.i di fronte Essi q_uindidifendono così ostinatamente la loro teoria nlla J>roduzione, invece, 2000 metri sono :Sempreil dOJlJ)iO ciel valore, perchò credono che, cadendo questa, debba di 1000. cadere anche la teoria del sopralavoro. La sostengono non in quanto sin. effettivamente la teoria del valore - la teoria, cioò, degli scambi - ma in quanto semb1·a coincidere e confondersi colla teoria. dC'lla produzione. Jauròs - parmi - ò caduto nello .<ltessoerrore. Di fronte alla impossibilità di soi.tenero la teoria tlel valore di Marx come teoria del vit.lOl'e,io mi sono sfo1·– zato di dimostrare che il crite1·io del sopraht.voro quale causa. <leiprofitto può concepirsi all'infuori di es.~n,e può <1uindieSser vera, qualunque sia la bontà. della J)rima. t: questa l'idea tecnica romlamentale del mio libro sulla /-'r0<.1uzio11.e ccipitalislica. Esso non tratta che la teoria elci profitto; della teoria del valore non si occuJ)a che quanto basta per dimostrare che 11011 ò necessaria a.li; ~ analisi della produzione. Ja:uròs invece, nhituato da :Mti1·x 1~ non concepire i renomcni della produzio11e se nou attraverso alla forma. valore-lavoro, ha confusa la teoria del valore colla teoria del profitto, ed ha visto nel mio stuclio sulla seconda uno studio sulla prima. Egli dice: "Si è anche tentato di sostituire ...... altre teorie alla teoria del valore di )fa.rx . L'italiano Ornziadei, ccc.,, Ora, egli si ò ingannato singolarmente. Lit mia 11011 ò una teoria del valore, ma una teori,1.del profitto in cui, sulla base dei oriterii già esposti, Ri ))rescinde appunto da ogni concetto di va.lore. Ci si obbietterà. forse che 1 1>resentnndo ormai tutti i prodotti un valore, non è J>il1lecito prescindere, ne!Pe– snminarli, da. questa loro qualità. sociale immanente. Ma noi possiamo ri.iJ>Ondcrcche tutta la.divisione del ltworo intellettuale ò 1>ossil>ile, solo iu quauto tacitamente si consenta che ogni scienza ha, il diritto di considerare uno stesso fenomeno astraendo da. qualunque de' suoi caratteri che non apJ)arteugano strettamente al suo RJJe– ciale eam1>0d'osservazione. L'acqua, per esempio, ò 1111 corJ>Oche, nella realtà, presenta. contemJ>Oraueamente una infinità di requisiti: è com1>osta di idrogeno e di ossigeno; può esercitare determina.te azioni meccaniche; può diventare, in certe conctizioni, un l>ene economico. Il che non impedisce che la chimica, l'idrostatica, l'eco– nomia., s1>ezzinoartificialmente Puniti\ dc' suoi caratteri coesistenti, e ne studino un lato einseuno. Il medesimo a.V\'ione nella l'er('hia. di una. :des:..a scienza. In Economh1, la produzione, la circolazio11e, la distribuzione, rnJl(H 'esonta.no i tre i~nelli intimarnc11to ... La sc1>arnzione fra anali;;i del \'alore o analisi del meccanismo Jlroduttivo - sulla quale ho do,•uto insi– stere })Or('Orreggcrc Pincsatt.1. interpretazione cli Jaurès nl mio ))ensiero - spieJ?a facilmente quale sia la con– cezione del protltto che ho sostenuta e sostengo. ! ,ibera.ti i prodotti da ogni J)Ossibilo forma-valore, o perciò anche dalla rorma valore-la\•01·0,e si vede su– t,ito in che consista veramente il profitto. Se il so1>ra• la\'Oro ne è la cau:Sa,esso, consicler11toin sè stesso, eon– si;;;tepiì1 propriamente negli effetti di tale cau.:-a; nei prodotti che, ottenuti col :,;opralavoro, wrnno a soddi– sfare i bi:iOgni dei capitalist,i. D :t.ta, per un momento, lu i pote::.iche col :SOJJrahworonon si ricava~1le,come Ml lavoro necesstt.rio, una certa quantità di prodotti; rho, in 1\ltri termini, il sopralavoro rosse cconomicnmonte sterile, .~i vedrebbe che il profitto, malgrado la J)rescnza del soprala,·oro, non riuscirebbe a, determinarsi. Jl pro· tttto, in una 1>arola,non è il SOJ>rala.voro,ma il sona– prodotto. lo prego J"auròs di non preoccuparsi sul momento delle forme che questo sovra.prodotto potri:L a~sumcre, data la divisione del ltworo. Studieremo fra J)OCO ini.ieme questo interesi.a.nte problema. l'el' adesso, esaminiamo il concetto del sovraprodotto in sò medesimo, nelle :..ue linee più generali di "erità. o di errore. Come negare che il J>rottttosia, in sè stesso, un RO– \'rnprodotto, a.m;ichè un soprahH'OrO? Se la base fonda• mentale dell'economin. è data. dai bisogni umani; se tutta la lotta sociale risulta dal <lc~iderio di ciascuno di soddisfare nel modo il pili completo il maggior 1n1- mero di bisogni; se questi bisogni, influe, non si pos– Rono appagare che con J)rodotti, che con quantità. con• crete cli 1>ane,cli ,,ino, ccc.; J>erchè \'Orrcmmo noi fitre del capitalista un san Francesco d'AssL,;:i dedito alht. sterile 1>rnticadi accumulare del soprnlavoro ... sia JHll'O altrni? Tutta In. propaganda sociali.ita - allorchè 11011 sia. fatta in base a preconcetti teorici, ma sotto la sug– gestione della vita \'ÌSsuta - non ò che una involon– t11riaed incliretta conferma della mia tesi. Quando si dice che l'operaio deve ricevere l'intero frutto del pro– prio lavoro; <1unndo,nei <li:-egni dei giornali POJ>Olnri, all'operiliO 1>ovcroccl umile si contraJJpone !'ammirando nitticr munito di uua 11elliechLtropic1~lee di un iucrf',

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