Critica Sociale - Anno X - n. 17 - 1 settembre 1900

CRITICA SOCIALE 267 comunale. La difl'erenz;ia.zione fra Je funzioni ammi– nistrative, affidate ai Comuni autonomi e alle -~'eclc– razioni regionali autonome, e la funzione politica, af– fidata al Parlamento nazionaJe, renderebbe sana, onesta, sincera anche e sopratutto la politica del G-overno centrale. Ogni de1)utato mandato alla capi– tale non farebbe aJtro che portarvi la ,roce dei suoi clcttol'i s11\lequestioni nazionali; nè lui, nò i suoi elettori potrebbero spcrn.rc guadagni o fa,,ori dal seguire un indiriz1.o 1>olitico o un altro: il Govcl'llo non a.vrebbc nulla da. distribuire all'infuori di qualche posto di guardaportone ai palazzi dei )[inisteri. La "isionc dell'interesse nazionale non sarebbe intorbi– data o sopraffatta dalle grette e vili ingordigie Jocali, non si avrcbhe pi-l1 lo spettncolo nauseante cli Mini– steri ahhat.tuti non mai su questioni di principio, dalla cui solu,1,ione clipentle t.utta la. vita ciel ))aese, ma sempre su miserabili questioni, interessanti ap– pena un gruppetto di venti o trenta deputati, biso– gnosi di occupare un ufficio ministel'i~le per pagare i loro debiti, o di assicurarsi Ja. rielezwne ottenendo la cOHCCssionedi una ferrovia eletton1le, o di evi– for:-:i 1111 dis~1stro politico impedendo la soppressione di una pretura. inn.t.tivn o la chiltsura di un arsenale disoccupato. Sarebbe certamente ridicolo affcrnrn,re che in una rtalia federale tutto A.ndrehbe come nel migliore dei mondi possibili: anche nel .Parla.mento centra.le si manìf'esterebhero gravi lotte d'interessi - per esempio fra industriali e agricoltori nella ,_)O\iticn doganale j e queste lotte l)Otrebbero assumere forma di lotte regionali fra Sud agricolo e Nord industriale. i\fa questi sono mali 1 dei quali nessuno Stato andrà mai esente, finchò sussisterà. l'attuale fase capitalistica; o in 0•1ni modo col progresso economico del Mezzo– giorno~- che sarebbe un effetto matematico del l 1 'e– dcralismo - le lotte finirebbero col perdere ogni carattere regionale, rimanendo semplicemente quali conseguenze dclJa struttura squilibrata del.la società capi bi 1 istica. (Cont'inua,). RERUM SCRIPTOR. Risposta a Jaurès J, :Xel \ollt;1110angolo d'Jtalia, in cui le esigenze ma– teriali delliL vita mi hanno gettato, mi è tolta la JlossilJilit.\ di vedere, fra le molte lUviste, il Moucement sociali~te. rn amico di Roma mi a.veva.av\ 'isi:tto che iu alcuui de' suoi ultimi numeri era apJ)arsa una conferenza su JJer11slein e l'eroluzione del metodo sociali.;:ta, tenuta ,t;t .Ja11rè,;: all'lf(itel de.,; Socièfé;-; .wtvaiiles, in cui era ftmllche Im:-:soche mi rigu,ndava. Ma soltanto dal nunH~ro del 15 giugno della Critica, Sociale - ,,el ci_uale è stnfa tradott.i un:t prim:t J)al'tO di quella confere11za - ho po– tuto formarmi un'idea 1)1'ecisadella naturn e della por– tata della c1·iticn che Jaurè.-; mi ha mosso. J.'autorifa di Jamès non può non esser grande sugli ,imici di ·F1·a11cia. e d'Jtalia; e un suo giudizio :,ulle opiuiolli nltrui non può quincli 11011esercitare una notevole inttuenzit sul IOl'O e,•entualc eammino. Se le obbiezioni che Jauròs mi ha opposte fossero partite da una esatta interpretazione del mio JJen-;ieroo mi fo:-:.:;ero JHHSe convincenti in :;e stesse, considererei mio do,,ere ringnl– ziario 1rnblJ\icamente J)CI' a,•ermi tratto di enore. l,a maestà oggettiva della ricerca scientifica, ta solennit.\ degli interessi umani che ceri-i problemi involgono, an– m1llano In. piccola 11ersonalifa individuale. ·Ma JlOiclu\ dopo aver esaminate le sue critiche con attenzione e deferenza, non ho trovato scossa in me Ja convinzione che le idee cht me sostenute contengano sempre qualche p,ute di vero; e poichò, d'aJtra, parte, mi è parso che egli - certo inYolontariamente - non abbia nò intel'pretato, nè esJ)Osto in modo esatto il mio pensiero: ho creduto necessario rispondergli ogget– tiv<.tmente e serenamente. Le discussioni sono, in generale, ben poco utili. lfa 1 se v'è un caso che possa fare eccezione, quello ò certa– mente, nel quale la vastità dell'intelligenza non sia su– peni.ta , nel ,,ostro avversario, che dalla. nobiltà, c\el– l'animo. ... Le c1·it.iche che Jaurè:-: mi muove :-:onodi due ordini. Da prinut egli e:-:amina le mie idee in loro ste:-.,e, e teucle :t <!Ìmostrare che sono erronee nel loro contenuto intrinseco, indipendentemente da.gli scOJJispeciali per cui crede che possano essere state enunciate. Di poi egli considera. il segreto movente che crede mi ablJia indotto ad esporle, e si JH'Oponc di J)rov:tre che l'identico fine - la spiegazione 1 cioè, clell'elovamento economico dellil classe opemia nel I.lei mezzo della costituzione capitali– stica - si possa.- e meglio - raugiung-ere con i concetti elci Marx., che non colle correzioni che io ho creduto di clovel' loro J)Ol'tare. Ì•: om evidente che, fra le due specie di obiJiezioni, la J)rima è incomparalJilmente la pili grnve. Xella scienza, lo idee non vanno coni-iderate J)er le loro J)resunte intenzioni o per te loro JJOssilJilì conse– guenze, ma in loro stesse, nella loro intima verib\ o nel loro intimo erroI·e. Allascienza,per esempio, non importa cli sapere quali effetti - ,•oluti, o me110 - le scoperte dì Keplero nlJbiano potuto o J)Ossano esereitare sulla a.utol"ità del dogma i ma - semplicemente - se e.sse eorrii,pondano,con maggio,·e o minore esattezza delle n.ltre, alla realtÌL oggetriva dei fenomeni. La scienza, clnzi, non è possibile che in quanto si pre:-:cincla dalle con:-:e– guenze o dai fini delle soluzioni propo:,te. ~: tanto vero questo, che una delle ragioni principali per cui l'economia polilica progredisce così lentitmente è <'lie essa dc,,e a.p– Jrnnto studiare problemi, l:t soluzione dei qu,tli 1 impli– cando conclusioni, hl un senso o nell'altro, a ra,·ore dell'una classe o dell'altra, destano t.roJ)J)Ospes.~onello scienziato le passioni pericolose dell'uomo. D'altm J)al'te, se le idee da me sostenute saranuo esatte in sè stesse, doHanno necessariamente s1Jiegare meglio che quelle del 1\larx. il fatto innegalJile, e st1·et– tamente connesso col meccanismo p1·odutth•o 1 del miglio– rameuto materiale ilella cla:-:seopei-aia in rag'ione dello sviluppo industriale dei diversi paesi; mentre, ,·ice\'ersa, 1,c snraI1110intrinsecamente erronee, assai mello di quelle ciel i'farx. saJll'anno dal·cene una ragione sodtli.'ìfacente. Per questi moli,•i teorici, ed u.n po' anrhe peI· la considerazione di OJ)JJOrtunità che non delJbo troppo abusare dell.t opitalità concessami, io non mi occuperò che del JJrimo ordine delle critiche di Jaurès: La discre– :t.ionc e In lealfa del mio contraddittore SiLprnnno certo tral'l'e dalla mia dife.;,a sul primo punto le possibili conclusioni pel secondo. La nostra. discussione ha un vizio di origine. Jaurès parte dalla Jll'emes.-;a che la. teoria del Yiliore di ]larx. è vera; io parto da 11na premessa opposta. Noi do– vremmo dunque discutere - prima di ogni altra cosa - il punto originario del no-,tro dissenso; e tutta\'ia ò proprio unn. simile discussione che - almeno per il

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