Critica Sociale - Anno X - n. 12 - 16 giugno 1900

R CRITICA SOCIALE 179 chiara la visione del fine. Le classi dirigenti italiano sono prossime alla rovina, non tanto per l'assedio sempre più stretto ed audace dei partiti estremi, quanto per ]'assenza più sconfortante cli ogni volontà di fare e di ogni proposito fermo e determinato. Se queste classi possedessero ancora qualche cosa. che avesse Yirti'1 cli indirizzarle e di sorreggerle, forse l'avvenire nostro sarebbe molto lontano . .Ma invece esse sono oramtti una. sostanza inerte che riceve gli stimoli dal cli fuori senza poter mai vibrare per vo– lontà propria, onde la politica. cli queste classi dove essere niente altro che una reazione. Guardate n quella che si ha. abitudine dl chiamare la. maggioranza parlamentare. Donde viene? Quale è la sua volont,1 1 quaJe il suo indirizzo, <1ua.lela sua speranza? Nessuno sa più di questo: che essa ò il partito ministeriale e che subirò. questo come quel 11inistero 1 sempre docile, sempre sottomessa. 1 sempre pronta a servire il padrone d'oggi 1 finchè una. crisi di l)ahlZZO o UJlfl, cong'iura di corridoio non lo sosti– tuisca con un altro. Questa maggiorauza, che in un regime costitu;~ionale rappr<>sentativo dovrebbe riu– nire in sè il massimo elci poteri, è al contrario una tanto povera cosa che subisce la volontà altrui in– vece di imporla. 1,: la. subisce pcrchò In sua origine è impura, e nessuna. parte cli sovranitì'1 popolarn hn potuto trasfondersi in essa: olottn per comando d<>I Governo - os1,ia.del potere esecutivo - essa. deve rimanere genuflessa davanti a questo potere, e acco– glierne tutti i desideri, tutti gli ordini, ed anche tutti i capricci. Ora se una mie situazione f)Otrehhe essere fa,•ore– rnlissima. por il g-ovcrno cli un dittatore cli straordi- 1rnria encrgin, per uno cli quei tipi di despota 1 ~lo– rificati in corta lcttcrntura che i11tc11dc osprirnern co11 questo desiderio 1:1tnrno il dis~usto per la modiocritò invadente, ò in,,oce disastrnsa o paralizzante 1~cr le mezr.e figure a cui è affidato il GoYerno in Italia. Costoro, che hanno a1,pena tanto di ,·italità. dil. poter fare ancllll'e innanzi il meno pc~gio la macchim1 hu– rocratica dolio 8tato, non sono certo mlatti acl insuf– lh1ro mùrninrn. o un proposito nelle schiere dei pre– toriani dollii 111,ig-1.dorauza. I•: C08Ì tht due anni i pretoriani a:,;pct,tano il cenno dei con<lottieri, m011frc i condottieri, 80tto la tenda. 1 aspettano che giunga loro l'inno g11crl'icro dell'esorcit.o ! f,;hbene, in tale silenzio di morte 1 in tale attesi, che è lu,:uhrc come quella che precedo una rovim:1, rechi l'gstrenrn Hinh,tra una volonth salda, un pro– posito maturo 1 11n'11zioncvi~oro~i~ e concorde. Dii per tutto ossa ha gi?t. portata la sua parola e raccolte simpatie inattmie, da per tutto Csf:la ha gettata n pione mani la huona semente: fra poco, so ossa saprà. coltivarla o riscaldarla. di 1111 ROffio caldo e continuo, i g-crmi romperanno l'involucro duro del 8Cme, inntclerauno la terra gi?, smossa da una con• vulsione a tratti tratti spasmodica, cresceranno e fruttificheranno nel sole. IVANOE BONOMI. Avv. GIUSEPPE RENSI UNAREPUBBLICA JTALIANA (11Canton Ticino). So:,1MAR10; Proemio; 1. 0 L'Ese,·cito; 2. 0 L'Evoluzione sto,·ica; 3. 0 Le istituzioni politiche; 4. 0 Lo sviluppo ci– vile; 5.° Conclusione. Prez:1.0 eent. i:&. All'ufficio di CRITICA SOCIALE. teca Gin B CO A PROPOSITO DINORD E DI SUD Per ratto personale. li Corriere (li Napoli. oggi, altri giornali del mezzodl in nitre recenti occasioni, ci rimpro,•ernrono di rwere, nei nostri discorsi di J>ropaganda elettorale - fra l'altro in quello tenuto a Torino al teatro Jlalbo - " insul– tato ,, (sic) il Mezzogiorno d'lta.lia, come quello che dà. il maggior numero di de1rntati ministeriali. JI D:nTie1·e (li Napoli invoca J)ietosamente il perdono dei meridionali sul nostro capo 1 <lacchè " nessuna. punizione 1mò essere inflitta. ad un uomo di studio più umiliante cli quella che gli viene dal fatto stesso di a,·cr proclamata una cos\ miseranda ,•olgarità. 11 • (Corriere rli JYapoli 1 8 giugno). Altre volte non abbiamo rispo!sto a consimili attacchi, neppure per csercitarn il diritto alla l'ettiflca delle e:ìpres– sioni che ci ernno inesattamente nttribuite. :Ma,JJOichò la nostra pretesa. nnimositìL contro il Sud minaccia di dh•entare una leµ-genda e fa capolino for~anche in qunl– chc corris))ondcnza napolitana sull'Arnuti ! 1 ci teniamo a ristabilire lo cose nei loro termini veri. Se la '"miseranda volgarità 11 , cui il Con·lere (li NapoU acceuna, consisto nella constatazione clifatto, che il )l'ez– zogiorno è il vivaio che assicura. lHm maggioranza senile a tutti i :.\linisteri, pur tr0JlpO noi siamo colpe,•oli; e con noi è col1>e,•olela statistica elettorale e parlamen– tare. li fatto ò certamente assai II miserando II e '" vol– gare 111 e la caduta di Mirnbellì, di l,oiodice e di qualche nitro raro 011positore nel mezzodì continentale 1 lo rendo oggi anche 11il1" miserando ,, che giù non fosse. Senonchò, noi 11011 ci siamo giammai ROgnati di negare o di disconoscere - corno sembra suJ)pOrre il giornale napolitano - lo tristi o fatali eondizioni d'ordine eco– nomico e storico, che generano nell'Italia del Sud il do– loroso fenomeno, nò di coinl'olgero in una. specie di ana– tema. cumulnth•o tutta 1;~ popolazione meridionale, cho di tali conclizioui è li~ prima vittima. Al contrario, (Jt1nnt.o piìt le S0JH'it.vvivcnzefeudali - mornli ed cco11omiche - 1·emlo1roailpra la via della ro– dcnzione1 t,rnto pii, calde furono o sono le 110:-:tre sim– patie tJer quanti 1 ncll'Jtalia del Sud - gli runici della ProJ)agmu1a di Napoli ne clanno un mirni.lile esem1lio - si affaticano a. lottare contro quelle condizioni arretrato o a. semina.re quand mtme, nel malcontento impulsh'O del Sud, i germi della nuova cosc·io11za.democratici~ e r.ocial istn. Ciò che noi, e al teatro Balbo e in altre molte occa,– .sioni, abbiamo detto e sostenuto, non ò altro che questo: Il (lo,·erno rPn1.ionnrio, rhe, a conf(',:;:a:ione degli st('.:.:i consen·atori illuminati - ,·edi Pa.-;qua\c \'illari, ad e:,empio - hn sempre coltivate, anzichò debellarle, le camorre politiche e sociali del Mezzodì, cerca ancora iu or.se la sua forza o la. sua snluto ro11t1·0 le i1isurrezio11i d('lla <'o:-:cicnza. moc\enHt del Korcl e cl('\ CPutro d'Italia. f)cr tal modo c$so rie.sci, e rier.cc i,cmpro J>iì1, a schierare contro la maggiornnza <lei de1rntati delPHalia settentrio- 1mle e centrale, la Efrnn mn~gioranzn com))atta dei de– putati del Sue!, e ad aprire un i1.1.l:-;!òt0 politico e morale fra una parto e l'nltrn del 11aosc.No11 ripeteva anche testò l'ex-1·ecluso (11011 politico) Costanzo Gham•et che In. PrO\'Videnza e il .\lezzOJ?i0rno asrebUoro salvato il )ti– nistcro? Or q11esfaè opera f'Sse11;:ialmeJ1te a11li1111iff1ria. Lo Scnr• foglio, che, nel .llalti110 di ~apoli, .sug-~erisce alla )IO• nurchia di Siwoia dr cercare la sun busc naturale e lo sue sicure triucce nel fedele )tczzolil, 11011 fa che neccn-

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