Critica Sociale - Anno X - n. 12 - 16 giugno 1900

180 CRITICA SOCIALE tuare il significato di tale fenomeno .. Finchè il Governo seguirà questa via, esso acuirà i dissensi e le av,,ersioni naturali e tradi:douali fra le due tJarti del paese e met– terà, a lungo anelare, in pericolo la stessa compagine unitaria dello Stato; non essendo JJensabilc che la. parte, la quale, nel suo complesso, è - sia pur senza suo me– rito, non è di questo che si fa questione - la pili indu– striale e la JJi1'1 avanzata nella civiltì1 1 e che potrebbe, come la statistica elettorale dimostra, formarsi un Governo sinceramente democratico, rimanga eternamente legata, come un fratello all'altro fratello siamese, alPa.Jtra pàrte d'Italia, da cui le viene un Governo che tende a riso– spingerla piìL indietro de!Je conquiste del 1848 e del 1860 e a mozzarle ogni resJ>irodi libertà. e di iniziatiYe civili. ira l'unità politica del paese ò un bene - per trop))e ragioni e morali ed economiche - carissimo a tutti. Per conservarla, e perchò tutti ugualmente ne colgano i frutti, ò indispensabile dar opera a che s'instauri in Italia un Governo davvero liberale, il qua.lo - mentre dovrebbe prodigare tutti gli aiuti possibili all'Italia meridionale per disfarsi dalle camal'ille e per sviluppare nell'indu– stria e nell'agricoltura tutte le sue forze latenti - do– vrebbe iutanto, linchò le condizioni del Sud non siano mutate, is1>irnrsiai criteri o seguire gli impulsi che ven– gono dal settentrione e dall'Halia ceutrale. Jn altre J)arole, il Mezzodì fu finora considerato come paese di conquista, governato con fayori personali a <le– J)Utati e feudafarii, i quali, in compenso, assicura.no al Ooverno reazionario - e neJJJ)U!"O riescono a questo - la quiete materiale di popolazioni abbrutite. ]I Setten– trione, pili ricco e pilt civile, ha verso il :Mezzodìgrandi doveri, che finora si guardò bene di <\SSOlvere,sebbene l'assolverli sarebbe anche nel proprio beninteso inte– resse. Non ò forse :nell'interesso degli industriali ciel Nord di tro,,are, in un :Mezzodì meno misero, un mercato meno negativo allo sviluJ)l)O crescente della loro pro. duziono? Quindi: egemonia temporanea della JJarte pili avan– zata del paese sulla }lil1 arretrata 1 non })Or OJ)J)rimerla, ma anzi per solle,·arla e 1)01' emanciparla. o.~siaGoverno democratico. Questa la sola soluzione - a senso nostro - del con– flitto, che minaccia di farsi sempre Jliì1 acerbo, fra Mez– zodì e Settentrione nella nostra penisola. Questo il con– cetto che, su questo tema, s,•olgemmo replicatamente e diffusameute, nei nostri discorsi elettorali. Potrà essere discusso - ma un Jrnbblicista che vi t,ro,·a. la volga.rifa di un'ingiuria 1 fa realmente ingiuria a sò stes:::o ed ai JH"OJ1ri lettori. Fll.11'1'0 'l'UliATI. Lacosiùotla astonsiono noi catlolici ro non so ancora. se ci sia da dolersene o da ralle– gn1rsene; mettiamo che sia una cosa e anche 1'alt1·a.; ma affermiamo francamente, come una delle vcrib\ pili lucidamente dimostrate dalle elezioni da cui siamo testò usciti, che non esiste più un J)Artito clericale politico in lfalia. Per molto tempo il 110n rxpedit papale ha pesato come uu enorme spauracchio sul partito liberale e sul partito socialista; noi tutti siamo vissuti in una specie di mistico terrore per questo non expedit c non consideravamo altrimenti che come un terribile pericolo por fa parte popolare il giorno che un papa non piagnone avesse dct.to :,i suoi: Ma, andate alle urne e che Dio ,,i bcncclicA ! - PCI' quel giornQ uoi yedcrnmo usciro clalht terra 81b1otecnGino B1arcc le nere falangi ad oscurare ogni nostro ideale: l'e– sercito della reazione clericale schierato in campo i:wrebbe dato l'ultimo tracollo f1lle conquiste della civiltà. liberale precipitando le schiern dei suoi con• tadini fanatici e dei suoi operai ipnotizzati sovra gli estremi spalti della democrazia. Nell'angoscia di questo terrore siamo stati anche molto remissi,,i nel rivendicare il diritto di suffragio por tutti i cittadini maggiorenni; rendevano omaggio alla giustitia teorica del principio, ma in fondo ci rodeva sordamente il sospatto che i.I suffragio uni– versale, una volta fosse tolto di mezzo il non expedit 1 diventasse Parco di trionfo della reazione cattolica, onnipotente sulle torbide coscienze delle masse se– mianalfabete d'[talia. Ora cancelliamo dagli auimi nostri ogni resto di paura; lo spaura.cchio è vano, è folle. TI 110nexpeclit è cla un pezzo che non esiste pilt; e si può dubitare se mai sia esistito. La pratica è che i clericali scen– dono alle urne e votano per il cancliclato piì1 affine, generalmente per il candidato piì.1 reazionario, per il cirnclidato ciel Ministero i alla testa dei clericali si mettono audacemente i pfllTOChi ed i vescovi, ma– gari, come ò occorso a noi <li vedere, presentandosi ai seggi in veste talare. n fatto oramai non è neanche pi LL contraddetto; i giornali clericali lo confermano; taluno di essi, tanto per darsi un qualunque contegno, lo lamenta; ed ò tutto. " Constatiamo, si legge nell'Osservatore Calto– lù.:o, che anche per l:t lottn elettorale presente i ca.t– tolici furono ammoniti autore,,olmente circa il dovere di astenersi con la lettera U) maggio del presidente generale dell'Opera <lei CongTessi. Ciò 11011 ostante, che cosa. abbiamo veduto? Giornali ca.ttolici appns– siorrnrsi follemente nelle aspre Jotte locali, dìmenti• care il principio direttivo a cui clovevatlo ispirare la loro condotta fino ad ammettere che elettol'i Mttolici potessero partecipare alla. votazione in favore di 'J'b:io, per escludere Caio o fors'anche eccitandoli a scendei-e in lizza. Giornali cattolici che, mentre in nessun giorno r>reccdente alla votazione trovArono un posticino nelle loro colonne per ricordare ai lettori il severo mònito pontificio, abbondarono in nrticoJi, corrispondenze, relazioni per affermare la necessità. di stare col partito conservatore, il quale proprio merita.va di essere a.ppoggia.t.o. Giornali cattolici, ì quali, mentre in occasione di altre lotte elettorali polit.iche a.vernno tenuto alta la bancliertt dell'asten– sione, ha.ttagliando da. forti, shwolta, appena hanno 1·iprodottn 1 senza commenti, la. circolare del conte Paganuzzi. '.L'alo il contég-110 pubblico ..... ,, La partecipazione dei cattolici alle urne è stata generale; ma il loro accanimento infierì in guisa singolare - come facilmente si può intendere -:- là dovo si t,rattava di combattel'e un socialista o di favo– rire un doliuquonte. A Torino noi li vedemmo sguin– zagliarsi con furore contro di noi e portare le messo dei loro suffn1_g-i sul nome cli un g-rnsso dignibtrio di massoneria .. A Pescarolo procacciarono al marcher:ie i 2-! \'Oti 01ale fu superiore al nostro Leonida llisso– lati. A Palermo La Sicilia Cattolica fu, insieme con Ltt Forbice, il giornale-hanclicra della maffìa eletto– rale palizzoliana, e J'::u1torih\ ecclesiastica mise a di– r:iposizione dei seguaci dell'onoreYole-assassino una chiesa per le riunioni del loro Comitato. Jn Liguria i JHIITOCi si misero puramente e semplicemente a di– sposizione dei delegati di P. S. por colllbattern i so,·– vcrsivi e Jo ~tesso avvenne presso a poco dappertutto. Diceva parlando con noi un clericale torinese che non intencleva come il divieto papale gli potesse im– pedire di recar acqua quando frt cw;ctbrucia, intendendo con questa frase accennare al pericolo socialista. Con tutto ciò non bisogna credere che questa. sia stata la prima volht che il non exJJed'il fu brava– mente messo dn parte, Non fu ht prima rolta. 11ò

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