Critica Sociale - Anno X - n. 12 - 16 giugno 1900

102 CRITICA SOCIALE offesa al funzionamento del sistema capitalistico. Se il capitalista costituisce i1 suo profitto con un lavoro non pagato che esso preleva sull'operaio - per esempio cou due o tre ore di lavoro non pagato, sulle LOo 1L ore di lavoro prestato dall'operaio - sembra che l'operaio non possa ridurre Ja. durata della giornata di lavoro, mantenendo uguale il salario, se non a danno ciel profitto del capitalista. Ed è per girare questa difficoltà, è per dimostrare che l'operaio, nel sistema capitalistico, può migliorare In. propria con• dizione senza intaccare il capitalismo, che Gra;.-;iadeìci dice: - ma 110 1 ciò che il padrone trattiene non è del lavoro, sono bensì dei JJrodotti; e, poieh è coi pro• grossi clell'inclustria la quantità dei prodotti fabbricati in un tempo determinato va sempre crescendo, ecco che il padrone può ridurre la durata delle ore, durante la quale sfrutta l'operaio, e conservare tuttavia un crescente beneficio, raccogliendo, nel tempo così ri• dotto, in grazia del progresso industriale tecnico, una pili grande quantità di prodotti. Vedete dunque che fa combinazione, affatto vana e artificiosa, per la quale Graziadei sostituisce il pre• lernmento del 1wodotto, come tale, al prelevamento d'una quantità. di la\Toro operaio, Ila per iscopo cli giustificare, a proposito della teoria del valore, la tesi di nernstein, giusta la quale lo 8Viluppo della forza operaia può conciliarsi, nel regime capitalista, coJJo stesso lnteresse del capitale. Ma. non è punto neccs• sario, a questo scopo, modificare la tesi di Marx. Anche se il profitto capitalistico ,·isulta, come ò certo, eia una parte del 1arnrn opernio non pagato; anche allora l'operaio, limitando la durata della giornabl di lavoro, diminuirà. ht quantità di lavoro che il capita• lista preleva indebitamente su di lui, senztt che sia perciò minacciato il funzionamento del sistema capi· talistico. fnfatti il capitale troverà. bene altro combinazioni per correggere, in certa misura) le flOrclito cho gli farà subire così lo sviluppo del proletariato. JJotrìt, i11primo luogo, intensificare vioppii'1 il lavoro della ::dornata di lavoro ridotta, e l'intensificazione del lavoro, che sarà per tal modo utile al padrone, non sempre ò necessariamente dannosa alla classe operaia, poichò vi hanno perdite cli tempo, nell'odierno fun• zionamento dell'indlLstria 1 che danneggiano insieme l'operaio e il padrone. Inoltro, egli può far entrare un numero maggiore di uomini sotto la legge della produzione capitalistica aumentata. Di pili, l'indu• striale piì1 nc<Jorto, per ricuperare una pa1·te del be• nefi:do che la limitazione della giornata di lavoro gli fa perdere, migliorerà il suo macchinario, l'appa– recchio tecnico della produzione; lo miglioredt prima che lo migliorino i suoi concorrenti; e, siccome la quantit;\ cli hworo necessario nel suo opificio, per creare una data somma di prodotti, ò inferiore alla media del la\'OL'Osociale necessario nel complesso degli opificì, o nella maggioranza cli questi, per pro• durre Ja stessa. quantità di merci, l'industriale ac– corto, stimolato dalht stessa limitazione della giornata. di la\'Oro, troverà, nella differenza fra la quantità di lavoro necessaria per lui e quella necessaria altrove, un sovraprofitto, un benefizio complementare, che coprirà. la perdita risultante por lui dalla limitazione della giornata di lavoro, ottenuta dagli .opcrni orga• uizzati. Infine, a quel modo che i capitalisti non ces• sarono di co1locare i loro fondi ad interesse, sebbene il tasso clell'iatorcssc sia rilmssafo, così il capitale uon cesserebbe di produrre e di sfruttare la forza operaia pel solo fatto cli non poter trattenere una parte del lavoro operaio così gTancle come ])CL' l'addietro. Così, nel.la tesi stessa di Marx, tutta la teoria del valore, com'eg\i l'ha formulata, non ò affatto incon· cilìabile con la più i11tensa azione operaia, diretta atl ottenere la, limita;-;ione della g'iornabt di lavoro. g non è punto per effetto di u1Ht contraddizione o di una inavvertenza, che Marx, pur formulando la teoria ciel valore e del sopralavoro, insistè anche fortemente pcrchè il proletariato organizzato ottenga dappertutto la limita.zione della giornata. di lavoro e spinga piì.1 .. alto che può il proprio salario. No, il pensiero di Bernstein) il quale vuole che, nello stesso ambiente capitalista, l'operaio agisca fin cl'ora per migliorare la propria condizione, non ò affatto inconciliabile colla teoria marxista del valore; ccl è a torto che si ténta scuotere la teoria marxisti, del valore, scienti• ficftmente stabilita, poi· permettere alla classe operaia un contegno e una. potenza d'azione, che la teoria marx..ista del valore le permette assolutamente. (Continu(lj, GiO\'A.NNl JAUR~S. FRA LIBRI E RIVISTE 010Eu: SOLA1t1: Jt problema morale, studio storico-filoso• fico. - 'l'orino, Bocca, 1900. Un libro che ha otteuuto uu premio di lire mille in un concorso ita-liano è un libro che fa ))aura. :Noisiamo cosl anezzi a riassumere l'impressione psico– logica, che produce un'opera. 1u·emiata in un concorso, con la formula: 11oia + noia, che male sapphuno l'Onderci tetragoni a questa impressione soggettiva quando ci si presenti l'occasione dl giudicare. Pure questa volta dobbiamo dire che un libro buono è stato premiato e che quindi un buon concorso è stato ratto. JI concorso Ra.vizza lo prnmiò con lire mille. E son poche per il valore del li~ro. Esso infatti è essenzial– mente storico. I.e Jffincipah teorie della morale vi sono enunciate. i\fa il concetto ordinatore di queste teorie, il prinCÌJ)ioche le illumina e che le discute, è concetto ori· ginale i è peculiare principio di O_ioeleSolari. . Nè l'intendimento del forte scrittore aYrebbe meg\Jo potuto esplicarsi nella su,i contingenza pratica _che.in queste parole, le quali debbono essere cita.te : 11 L'utile, natural fondamento della vita economica, ha bisogno di trovare nel concetto del buono l'elemento capace climo– dera.re le asprezze delle nuove condizioni sociali. ,, Chè se noi volessimo ricerc:tre la naturn di questi due biso- ~:~~u~n~g~~:1°:~~~~,~~gfisi!~f i:..~n(ji~~~1~ 1 !·r •:f, ~~~m1~ politica, acl esempio 1 e la. 1.norale,sono clt_1e spre_ssionj del senso egoistico della. yita. Nell'uomo c1 sono b1sogm diversi onde alcuni si cltiamano bisogni morali. Noi in– dichiamo spesso con il nome di bisogno <li altruismo questi bisogni morali. . Ora. l'equilibrio dei fatti sociali nasce non soltanto da.i biso 0 ni erroistici in senso più stretto, ma. altresì da quei biso~ni altruistici che sono bisogni egoistici in un senso pit1 C1e,•ato.In fondo tutta la controversia tra. egoisti, ed att,·uisti ò una controversia. Yerbale. Se qnindi riduciamo a. nomenclatura coerente le diverse dottrine, espondole in termini sia di egoismo, sia.di altruismo, ci accorgiamo cho la. veriti\. è pertinente così alle une che alle altre. l.'lwmo è l'uomo e non è nè l'homo recouomicus, nè l'uomo morale i ma entrn.mbc queste espressioni so110 pa1·ziale manifestazione di quell'uomo che tutti conosciamo. JI quale non esiste. Infatti la nostra idea dell'uomo uasce dalla percenzione a.ccidentale dei singoli indh•idui. J•:ssi - come dice il Genovesi nella. Diceosiua - hanno alcuni caratteri (li somiglianza e altri di dissomiglianza. Facendo una media sog-getth•aabbiamo un uomo medio al quale imponiA-mo il J)roblema. morale cosl come il J)roblema economico. Il J)roblcma morale è diverso e per gh indi– vidui e por i trattatisti,..,. leggete infatti H libro di Gioele i:\olari. Abbonamento cumulativo Critica sociale ed Avanti! anno L. 21, se– mestre L. :10,50. Grnsl!:PPt: R1GAMO:>iTI) gerente responsabile. )lllauo, TllJOQ't"nOa degli 0J)Cnl,I {SOC, COOJI,), corso \'lU. Em. 12-16.

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