Critica Sociale - Anno X - n. 11 - 1 giugno 1900

168 CRITICA SOCIALE tuit.o in Jmpero, pare un so~no 1 ccl è venuta su tanto l'H-pidamente che nemmeno i tedeschi vi si sono an– co1•ftbene avvezzati. Ora, fra quelle causo misteriose <li risveglio, i tedeschi contano di più i11 pili il fatto d'essere riusciti ad ammazzare pÌl1 austriaci e fran– cesi che non sia riuscito agli austriaci e ai francesi (! 1 am111a.z:.m1· tedeschi. Vunità, ]'Jmpcro, la ricchezza son venuti di lì. L'Impero milìtarisht rappresenta una forza vittoriosa e benefica; il delegato della Germania ;:t]la conferenzA..dell'Aia potò negare che gli aggravi militari siano Ja rovina degli Stati, prendendo a esempio il proprio 1mese. J•i Ja storia parlamenta.re tedesca può definirsi una lotta faticosissinrn, ma pur infine vitto,·iosa, contro lo antiche correnti antimilitariste. 11 Centro, che fu già. rappresentante, fr& nltro, del regionalismo meridionale, nemico nl nuorn Stato della picco1a. borghesia ant.imilib1.rista, è venuto man mano convertendosi - sia pure J)er via di compl!Catissimi contratti - ai soldati; una parte del vecchio par– tito liberale, che avc\'a. sostenuto le lotte contro m– smarck, vota oni le spese milit.ari (è il gruppo di ]{ichert, che può dirsi rnppresenti i11Parlamento parte delle idee di Naumann). H questo movimento culmina ora nel progetto di flotta, jn cui si afferma l'isiecla il nuovo pri11cipio di vita del popolo tedesco. Ohe, in uno Stato sorto da t.re guerre e derivante eia. quelle la propria potem~a e in parte certo la propria prosperit1\ un partito, cui ò fra i principali uffici negare militarismo e imperialismo e difendere una, concezione pessimistica della vita presente, dovesse esser messo a chU'a prova, si capisce (I). Vi fu messo dallo Stnt.o prima.,e non giovò; vi è messo dalle cose, e n'è nato lo scompiglio. .L socialisti tedeschi sono certo degli ottimi repul>– blicani, chi lo nega? ma a buttar giù .l'Impero non ci pensano, anche questo è certo. E la Germania ò il solo paese del mondo dO\'e l'albero monarchico metta nuove froncli. E sono antimilitaristi, e al Reicllstag votano e YOteranno coH 1 immutato Richter contro lo spese militari - e questa è appunto Ja spina nel– l'occhio del buon parroco; ma dent,ro lo stesso partito son cominciate discussioni, che mostrano quanto sia scosso il primitirn punto di vistft puramente nega– tivo, considerante i soldati come strumento d'oppres– sione interna. Già i deputati Schippel e Heine vi son stati colpiti di severi richinmi alla dottrùrn; ma, se guarda.te come vien condotta la campagna contro la tlotta, Yi nccorgete che non si tratta pii', di puri ar– gomenti socialisti; volgono_ sulla opportuni ti\ di tal ]H"Ogetto,sulla ncessità per la Germania di riemanere invt~ce una t.t forte potenza di terra ,,, e così via; la coscicn;,;a cli una politica proletaria contro u·na poli– tica borghese h1senso economico, militare, ecc.; entro Jo stesso Stato, o internazionalmente, vt~ smarren– dosi; basterebbe seguire quella interessante pubbli– cazione che sono i Socialistische1lfonastsltefte. Nel– l'ult.imo numero, appunto, Bernstein vi combatte mollemente Naumann; è ben vero che al Jfornstein da alcuni giorni son state chiuse le porte del tempio o le pagine della J.VeueZeit; ma ò anche vero che, se si yoJessero escludere dal partito socialista tedesco tutti coloro che sono pili o meno intinti di bcrnstei– nismo1 lo stato maggiore socialista ne rimarrebbe decimato e, prendetela pure per un'esagerazione, Gu– glielmo Liebknecht - l'ultimo socialista cli vecchio e in lui glorfoso stile - si trorerebbe quasi solo a conversare Con due o tre interessanti signore .. .·. Ma che significa ciò? Jt'orse che il partito socialista s'accinge a mostrar clipossedere I'" intuito politico ,, (t) Tutto questo rnglonnmento, Cll.flO\'olto,scn'lrelJ\.le a splegnre lo 8V!lll!)J)!ìr81 d(ll 80(lh\11smo 1n lti1.llà. 810 1meca u1no 01arco di cui lo vorrebbe dotato il Na.umnnn? Oh, malgrado qm1.nto è detto pili soprn, il socialismo non sarà per un pezzo tant.o .... accorto (klug, dice H Narnnann) da andare ç.oll'imperatore. Si può accettare per vera la dimostrazione del Naumann nel suo fondo economfoo; ma non è che l'accettazione di essa debba avere per contraccolpo politico la dichiarata con\·ersione dei socialisti al– l'imperialismo. La politica è davvero .... un'altra cosa; vedete 1 le cifre ciel Naumann porterebbero i socialisti e i libe– rali a votare la flotta, e la flotta passa con i voti cleg-li agrari e del Oent.ro cattolico, coi quali rimpe– ratore - il dittatore del nuovo popolo industriale - seguita a governare. Ciò pare al Naunrnnn una. pas– seggera illogicifa, un assurdo ironico; nrn la politica ò illogica e ironica di sna natura. [n generale, tali combinazioni, a.nello se bene in– tuite, tali visioni cl 1 insieme, come quelle del Naumann, non possono servir di base ai partit.i; jn esse si co11- cilia11 troppe cose i son vedute da storico, per così dire; mentre ht politica è fatta di frammenti, con la Yeduta corta, passionata, rapida, illusoria dei partiti; perciò questo partHo nazionale sociale troverh pil1 gregari fra i p1·ofcssori che non nella massn. In quanto è del socialismo tedesco, non si può nemmen credere che il dissidio latente in esso scoppi i in una scissione; che n'escano un g-ruppo moderata– mente imperialista e un gruppo radicalissimo: scis~ sione a cui forse alludeva il llehel in un discorso a Jena; è ben certo che <1nesti socialisti non credono pit't alla identità degli interessi dei proletari tedeschi con quelli dei proletari .... inglesi o francesi contro il comun nemico ca,pit.alista, come si diceva una volta; la loro politica è diventata proletaria-1rn.;,;io– nale, e anche in questi confini 1 dicevo, nt smarrendo lo stret.t.o senso cli classe; ma non aniva a perderlo affatto, sì da abbracciare .... le cora;,;zate e l'imperatore. l•i una situazione polit.ica., o meglio parlamentare, in cui i socialisti trovino tornaconto a formar nrng ~ioran;,;a contro g-li agrari e a comprar Jibertà e ri forme, come già il Centro, non lesinando sui bilanci militari, non si vede disegnarsi ora. Ma tutto ciò non si 1..lice in due linee. Potrò tor- narci su. AMEDEO °MOHANDOT'l'I. IL FATTORE ECONOMICO nella rivoluzione italiana, A combattere le conclu<iioni1lello studio positiYOdella. storia, serondo le quali il fattore economico ha la mag– giore importanza e dlt il maggiore impulso nelle rivolu– :doni politiche, si ossen,a da ta.luno, non senza una. certa aria di trionfo, che la rirnluzione per la conquista della unità e della liberfa in Jtalia fu OJ)era della spinta di alti ideali e non cli concetti economici. Parallelamente a questa dichiarazione corre per le bocche della gente quest'altra. osservazione: Si sta.va meglio quando si stava peggio. Se ambedue queste sentenze contengono una non piccola dose cli ve1·ità. 1 che cosa potremo e donemo de– durne? i':: fuor di dubbio che il fermento delle nuove idee bolliva già da oltre un mezzo secolo nei cervelli, span– dendosi, mediante gli scritti di insigni pensatori e le voci più o men sommesse di ferventi apostoli, dando cosl continul e potenU urti alla. naturale inerzia. e al miso– nei$mo degli italiani; ma le idee non si traducono in sforzo se non possono fermarsi e fis~arsi sopra fatti concreti che servano loro di fondamento. Se ogni moto

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