Critica Sociale - Anno X - n. 11 - 1 giugno 1900

CRITICA SOCIALE !-'15 cratici per es1>rimergli, col telegrafo, le loro congratula– zioni pel suo atto politica.mente coraggioso. Questo per ciò che riguarda il suo distacco dal la 11arte reazionaria. Sgraziatamente però vi ò un equivoco in quel che ri– flette il carattere preciso della sua evoluzione politica., equivoco che le sue successive dichiarazioni non hanno fatto che accrescere. Perchè, sia pure che egli abbia sca– gliato un violento anatema contro tutto ciò che è morto e putrido nella società italiana. contemporanea; sia pure che egli consenta coi deputati dell'Est1·ema nella neces• siUt di distruggere quanto avvelena e difforma la. nostra esistenza. nazionale; sia pure che egli abbia offerto il !lu0 aiuto disinteressato a quanti affrettano l'opera di seppellimento della vecchia società putrefatta, e, nello stesso tempo 1 hwora.no alacremente per lo sviluppo di una. società. nuova: però egli non ci ha ancora detto qu<1.Iesia l'idea comune a tutti i partiti che compongono l'Estrema alla quale egli non può consentire, come non ha ancom significato il grido della sua liberti,, intellet– tuale, che ,,a - egli dice - oltre le stesse s1ieram:e pili temerarie degli uomini di tale partito. ·Noi deploriamo il suo silenzio su tale punto; tanto JJH1 che ò aJJpunto por incitarlo a rompe1·e questo silen;do, che i uostri re;tzionari gli si sono JKtrah arditamente dinanzi, quasi JJer fargli capire 1 implicitamente, che il suo distacco da loro senza prendere poi una posizione politica IJen determinata significa, per essi, che egli ha approfittato degli ultimi avvenimenti parlamentari, non gfa JJer segnalare, con un atto solenne, la parto rivolu– zionaria del suo 1>rogra.mma politico, maturatasi, lenta, ma sicura, a totale disca})ito della parte conserva.trice; ma sl I.lene per soddisfare, con un bel gesto, la sua va– nità cli decaclente, ansioso cli richiamare sopra di sè an• che l'attenzione del mondo politico. Oncl'è che riteniamo opportuno proiettare nel buio di questo equivoco la luce della. nostra critica. ... Quando Gabriele D'Annunzio ha constatato che nctltL Camera italiana vi sono da una J)artc molti morti che url\tno e dall'altra J)arte }J0Chiuomiui vivi ed eloquenti, ed ha })Oivoluto congratularsi con questi uomini per il fe:·vore e per la tenacia con cui direndono la causa loro, cd ha, infine, voluto lodarli tJcrchò onorano l'ingegno e la volontà ed hanno il sentimento della energia· mentale, egli ci ha pure dimostrato ove stanno i barbari e i beoti, i quali con la loro onda di volgarità. tentano di ricoprire tutta la terra J >rivìlegiatn.di Leonardo e di Michelangelo, o con la loro rorza. distruttiva tentano di itllllattere tutti i simulacri della bellezza e cli cancellare tutti i vestigi del pensiero. Senonchè ogli ha puro spiegato come il sentimento che lo mosse ad entrare nel l'adunanza dei suoi avversari 11011 contraddica in nessun modo alla dottrina che egli anima nelle sue opere d'arte: dottrina che uon è poi so non la. sulliettivazione dei due più JJotenti istinti della razza umana, e cioè quello di consen;uzioue, che induce ad affermare e clifendere l'integrWt della nostra persona e del nostro IJene, e quello di predominio, che induce ad aumentare la nostra conriuist1t srilupJ)ando le nostre energie flno al grado supremo. Ed ha JJOi inveito forte– mente contro lo Stato italiano, il quale con i suoi gioghi e con i :rnoi vincoli compl'ime, fino a soffocarli, questi - come egli H chiama - due 11afol'ali fattori cli. ogni j)/ fr alta civiltà. Ma chi non ha molto labile la memoria, ricorderà di ~icuro come 1 noi su~ famoso discorso di l'escara 1 egli è1 questa sua dottrina l'ha ostentatamente contrapposta ad una certa. altra dottrina, che ha ,•oluto anch'egli a,3solu• tamcnte gabellare 1ier Socialismo. Ora è qui che ci punge il dubbio. Qual è l'ostacolo che sta contro la sua dottrina? ì,; lo Stato odierno o il Socialismo? Conco1Jisceegli ancora il moderno socialismo come una dottrina antica 1 come Papparizione dell'uomo sulla terra, o pure ha compreso che esso è, invece, un processo storico ineluttabile, delineatosi dopo l'a.vveuto della rivoluiione borghese, il quale le classi interessate non ranno che favorire, seconda.re e SOSJ)ingere? Persiste egli nel vieto pregiudizio di considerare la società. nuova, s,•iluppautesi da tale processo, quale un aggregato di uomini rassegnati a ricevere il loro llene dallo Stn.to onnipotente, o, viceversa, si è egli alla porfine convinto che essa ci darà. una pili elevata convivenza civile, nella quale, con la scom1)arsa di ogni privilegio economico o quindi di ogni antagonismo di classe, vcrrlt meno qual• siasi comJ)ressione al libero sviluppo ecl alla maggiol'e esplicazione di ogni energia individuale~ ]';;m:tlc che tutti questi punti egli li allllia lasciati al– l'oscuro. :Ma andiamo oltre. ì,; oramai accertato che in Italia i gn1J)}Jisociali, i q1rnli lotta.no vigorosamente contro la resistenrn attiva e passiva delle classi domfoanti e raJJ!)resentano perciò l'an•enire e la civiltà. della nazione, si J)0ssono ridurre a due. L'uno è cOmJ)osto cli una IJorghesia illuminat,t o moderna, avente la sua espressione J)0litica nel JHt.rtito radicale e in quello repul.Jblicano, la quale tcude alla. semplificazione ,dell'ordinamento politico ed allo sgravio dei pesi tlscali 1 per eliminare gli ostacoli che itutJediscono lo svilupJJarsi e lo estendersi della produzione capitali– stica. L'altro è com1Josto dei pii1 coscienti e dei pili ener– gici della classe lavoratrice, i quali, lottando sotto !a. I.Jandiera. del socialismo internazionale, aiutano IJensì il grnt)PO prncedente nella sua ·1otta contro il reudalismo superstite, Jlerchè sanno come, quanto piì.1aumeuta e si allarga. la produzione c:~pitalistica, si accresce e si 1n-olti– JJlica, J>er contraccolpo, a.nche il movimento della classe lavoratrice; ma sapendo pure tutti i diretti e tutti gli in– convenienti che reca la produzione capitalistica, e cioè l'accentramento progressivo della proprietà. in poche mani e lo sfruttamento e la JJrolctarizza.zione semJ>re crescente della stessa classe lavoratrice, essi lottano al• tresì JJCrconseguire tutte quelle riforme, intese alla JJr0• tezione del proprio essere e alla tutela del proprio la,,oro 1 le qua.li , se da un lato determinano il perfezionamento sempre maggiore degli strumenti produttivi e quindi aumentano il rapido concentramento (lel capìtale 1 dal– l'altro lato contribuiscono ad acuire quel conflitto fra le forze J)rocluttive cCl i rapport.i sociali della produzione, che renderà. via via piì, precise e sicure le as1rnttazioni del comunismo. Ciò posto, noi pensiamo che qualcuno si JJotrel)be ben rivolgere a.ll' on. D'Annunzio e dirgli: " - Yoi vi siete prettsso di aiutare i 1>artiti deni1,:strema nella loro opera distruttiva, pur non consentendo nella loro iclea. Ebllene, son'oliamo pure su questa vostra riserva pel' l'idea. Noi non voglia.mo fare al riguardo alcuna eccezione, JJCrchè sappiamo llene che un conttitto di idee nel seuo di u11 partito J)uÒ essere un in<lice di f~>l'zae di vitali fa. Solo vi domandiamo: PoieM -i 1>arliti,che compo11yo110 l'E.sll'ema, 110,i so110che la 11rnnifestazio11e di fatti socia.li h1coercJ– bili, in quale di, questi 1>artilivoi, 1mr riserba11dovi la più ampia libertà di giudizio, intendete di es11licarelu vostre, az-io11e polilic(t?

RkJQdWJsaXNoZXIy