Critica Sociale - Anno X - n. 9 - 1 maggio 1900

CRITICA SOCIALE 139 batto il ))iccolo, decimandono il 1>rofltto, cosl nella con– correnza internazionale la indu~tria inglese, J)il1evoluta e perfezionata, non può battere l'industria continentale pili arretrata, se non decimando il J>roflttodella borghe– sia 11011 inglese, e contribuendo cosl al mantenimento di salari di fame e alla. rovina dello iudustrie continen– tali. $i capisce facilmente come in tnJi cond.izioni il pro– tezionismo shL stato adottato dn. qun..-iitutte le nazioni continentali! Non basta infatti diminuire il J)rezzo delle merci, so nello stesso tempo si menoma la· J>Otenza di com1>cradi una grande parte della popolazione! f: qui permetta l'Einaudi che io gli rimbalzi l'irwito, l'ho mi ra, di 1>rendere in mano il ))rimo manuale che gli capiti di Economia J)Olitica: vi leggerà che lo svi– luJ)J)Odella produzione capitalista /m òisoy110 assoluto, J>ereutorio, che i mercati si allarghino. Se gli industriali si vedono chiusi i mercati che srognno i loro prodotti, non J)Otranno certo realizzare il loro profltto, poichò il consumo limitato della madt·e patria non basta al– l'assorbimento totale <lelln.produzione nazionale. Conse– guenze: ristagno nella produzione o crisi. E non già una cli quella. crisi che, verificandosi allorquando la I.Hl.Se sociale di consumo non venne intaccata., può essere foriera di un novello slancio; ma la crisi nata da uu'artiftciale diminuzione della i<:tessapotenza sociale di consumo, onde una disoccupazione qun.-ii permanente fra gli operai e la ro\'inn. di una moltitudine di industriali, ai quali Muggì d 1 un tratto la base di ogni produzione: il consumo, o;;sia I compratori. li prezzo delle merci, di fronte alla straordinaria di– minuzione della domanda, rin\'ilirà nl disotto del prezzo di produzione; e la crisi sarà pili o meno lunga e ter– ribile 1~ seconda delle tariffe protezioniste inaugurato clall'lnghilterrn e a seconda del tempo necessario per l'lorpassare il nuovo ostacolo. )la, nel frattem1>0, saprclJl>e dirmi l'Einaudi quale sarà la sorto del proletariato con– tinentale? Non occorre danero e,..scro prores;;ori d 1 economia JlO– lltica per comprendere che il proletariato vedrà aumen– tare la disoccupazione nel suo seno o vedrà diminuire il salario sino agli estremi limiti, data la straordinaria diminuzione avvenuta nella domanda degli operai da Jmrte del ca1>itale nazionale. ... Lo svilu))J)O omogeneo del capitali.-imo in_ tutti i paesi ò il risultato della lilJcra concorrenza! - esclama l'l•:i– naudi. Perfettamente d'accordo. •~la, se, a cominciare specialmente dal 1848, il mono– polio inglese era un monopolio naturale, dovuto al huon mercato spontaneo dei suoi 1>rodotli industriali, ora que– sto monopolio non può mantenersi nelle Colonie, <'ho assorbono grande parte delln produzione euroJ)ea, se non trMformnndosi da 11at1o·ale in ctrli{ìciale, cioè sostituendo nl libero scambio il protezionismo. Infatti, come già osservammo, la marcia 1>rogressh•fl della produzione continentale incrtlza \'ivamente alle reni l'Inghilterra. JI suo monopolio nnturale perde terreno ogni giorno di fronte ai grandi progressi dei com1>etitori 1 onde !'.Inghilterra, se non ricorre nl protezionismo, dpvrà. ormai contentarsi di esser e una fra le tnnte nazioni in– dust1·iali, e non· pii\ come n.ve, •a sognafo, " t'ofllcina ciel mondo ,,, " il sole industriale d i mi mondo agricolo ,,. " I~ per sottrarsi a questo rnto minaccioso - scrh•eva 11 l'En!,tels nel 1889 - che uomini i quali, or sono <1uaran– " t'nnni, non vedevano saluto fuori del lilJero scambio, " oggi invocano con fervore il protezionismo, 1mr ten- 11 tnndo mascherarlo coi nomi dì commercio leale e di 1·ecl– " JJrocitù di tariffe. E quando gli indu.-itriali inglesi in– " cominciano ad accorgersi che il libero scambio li " rovina e domandano al Oo,·erno di essere protetti contro " i concorrenti dell'estero, allora è venuto sicuramente " il momento per questi rivali di rendere la Jmriglia 1 " buttando a mare un sistema protezionish divenuto " inutile, e di combattere il cndente monopolio (naturalo) 11 industriale dell'Jnghilterrn colla sua propria arme, il " lilJero scambio. ,, In couclusione, quando l'Einaudi scrive che le classi OJ>eraiecuroJ)ee debbono augurarsi che sì fortitichi ognora 1>il1 il così detto 11umopolio attuale inglese fondato sul J>rodurre e sul vendere a buon mercato, sfonda una J>arta !~,l~~~~lo 1 >~:~~~a~: 1 ~fie')~~~!s~~~~:~c i~1 f:S! 1 ~:rf,P!,~~~t:: giando indirettamente la rorzn delle nazioni coottucntall, ridurre notevolmente le ,•elleitù protezionistiche dei fab– bricanti brittanui. Onde, allorchè l'Einaudi ripeto che "ci dobbiamo nu– gurare che non solo l'Inghilterra conservi, ma che i con• tinentalì raggiungano ben 1>resto <1uesto 1>reteso stadio monOJ>Olistico l')) egli mostra di n.ver mal com1>resola mia tesi boeroflh, e il mio 1nmto speciale di vista, confon– dendo il monopolio 1wt11rale o quello artificiale in una. stessa il.Irida salsa. Anzi, l'articolo di Luigi 1':ina.udi conforta, senza vo– lerlo, col suffragio che Yiene dalla forza delle cose, su– periore agli apriorismi economici, la tc~i da me sostenuta. JI 1>artito socialista, intento ad aiutare lo sviluppo pro– gressi\•o della. società - se in massima è, teoricamente, libero-scambista - tanto 1>il1de,•e esserlo ora nella sua azione J>ratica, dato lo stadio cui giunsero le industrie continentali rispetto alle industrie inglesi. lnsommf\ non si chiedono favori per le borghesie con– tinentali, ma non si vuole che artificialmente Yenga man– tenuto il monopolio industrinle e commerciale dell'ln• ghiltcrrn, inesorabilmente colpito a morte dalla continua e mera,•igliosa progressione dell'industria e del commer– cio della restante EuroJm.. SUL SOCIALISMO MUNICIPALE. I. Socialismo unicipale esocialismo diStato La teoria dei serviii pubblici è, per dir così, pa~ cificn. fra economisti liberali o socialisti. La libera concorrenza produce un massimo di benessere col– lettivo, dovunque si abhia un re~ime cli proprietà privata, o per converso il mono1>olio impedisce il raggiungimento di cotesto massimo di benessere col– lcttiYo. li sistema monopolistico attua un trasferi– mento di ricchezza dal consumatore al produttore del servizio mono1>olizzato, 1>eril quale si manifesta un conflitto fra gli interessi dei due gruppi sociali, ri– solventesi in fine a danno del gru1>1>0consumatore. O,•o il monopolio possa risolversi in libera concor– renza l'equilibrio si ristabilisce . Vl·iconomia po1itica è concorde in questo principio, che il benessere collettivo reclama il passaggio di beni monopolizzati a. beni liberi, cioò a beni, per spiegar meglio, sui c1uali possa operare la libera concorrenza. ~\la l'Economia. politica non si nascondo che vi sono beni in istato di monopolio naturale; le miniere ed, in un senso lato, le terre di una deter– minata qualità sfuggono nlla Jibora concorrenza; di– casi lo stesso, in genere, dei beni non riproducibili. L'uso di questi beni su1>pone quasi scm1>re il sacri– ficio degli interessi del consumatore a (!uelli del produttore. Non cosl è elci monopolii artificiali, creati da lntsts, kartelle, 1·inys, i quali da un lato non sono mai consistenti e si sfasciano alla prima occasione, o dall'altro non sfuggono in principio alla libera concorrenza, potendosi sempre immaginare o un altro trust concorrente, o un privato in lotta con un trust, o l'infedeltà dei coalizz11ti al patto di coalizione, mentre in apparenza il trust ò rispettato, o altri simili incidE'nti che il lettore potrà. inventare a sua posta. Nei casi di monopolio artifìcinle il monopolio ò di nntura tutta pratica.; teoricamente quasi non esiste. La 11olìtic:i ccono,mica da consigliare in questi casi, per ria.ttivaro il massimo di benessere compatibile, è la creazione cli circost::rnze favorevoli alla libera concorrenza. ru generale questi 11101101>olii non vivono che per l'assistenza della forza politica; ritirare questa assistenza e<1uh·ale, in molti casi, a rompere il mo– nopolio. Tale J)()1itica è prettamente socialistica, qualora in• tondasi per social.ismo non questo o quello speciale

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