Critica Sociale - Anno VII - n. 21 - 1 novembre 1897

CRITICA soc'IALE 323 non uno si presentava.(') Nove lune eran volte dal giorno che il sommo sacerdote, cui tu ardi le quotidiane tue mucilagini, avea deposto nell'aula senatoria il progetto di legge, che la voce del po– polo (che pur essa, o Egeria, come la tua, è voce divina) doveva proclamare insigne per infamia non ancor superata o raggiunta. Nove lune! tante ba– stano alla più zotica figliola di Eva per apprestare e perfezionare un infante, e a te, matronale Opi– nione, nçm eran bastate a maturare una sia pur magra opintoncina sul tema subietto ! E già, fin dal mese nel quale auliscon le rose, il podagroso e venerando Senato aveva staccato dal cespo quel magnifico fiore - toltene alcune spine più in vista, lasciate !'altre a insidiar tra le foglie - per farne dono all'Italia. Ma tu l'ussavi e russavi. 'l'u, cosi premurosa a raccogliere dalle eccelse labbra ciel tuo pafrono e signore, ogni briccica di idea la più sonnolente ed obesa; tu che, con solle– citudine di minore sorella, registravi pur ieri nel tuo sesquipedale sudario le pretovore corbellerie con le quali or egli, piaggia11do, s'ingegna di placare l'adirato Euro del Garda; tu che, rubando l'arte di Leone canonico, tuo confl•atello, ti glorii di affig– gere prima, alle monumentali colonne del tuo pro• pileo, tutte le più indigeste circolari e relazioni ufficiali che sbucano dal palagio cui sta a guardia Pasquino; tu, del famoso progetto, cui s'appoggia l'ordine pubblico e l'inseparabile bene, non Sj>icci– cavi ancor verbo. Se era per te e pe' tuoi soz1,esso rimaneva nel sacrario, custodito e sigillato insieme colle infule sacre. Nè ciò era, lo riconosciamo, senza somma accor– tezza. Pe,·occhè - e certo, nelle tresche pudiche del sacro penetrale, ve lo eravate susurrato all'o– recchio - a un solo patto quella, vagheggiata da voi, poteva divenire la legge: a patto di restar circonfusa del più geloso mistero. Solo a questo prezzo vi era dato sperare di imporla un giorno, col ricatto supremo di un voto politico, alla Camera assonnata e sorpresa, e d'incollarla, nuova camicia di Nesso, sulle scarne spalle dell'esinanito paese. ·Ma guai se il \'elario discreto fosse sollevato prima dell'ora designata; guai se questa vii plebe, che doveva sulle proprie carni saggiarne il veleno, potesse tastare quel drappo, sciorinato alla luce del sole. In attesa dell'ora designata, che doveva essere quella della sua migliore vendetta, esultava il regale cugino, già tuo tenero amore, cui tu facesti le fiche solo il giorno che furia di popolo lo cacciava dal tempio; poichè questo, o rassegnata ai voleri del fato, è il tuo pietoso costume: di volgerti, come il divoto elitropio, sempremai al sole che sorge. E con esso ghignavano, nella torbida attesa, tutti i Santoro, e i minori al/àzii e sensali, e i lenoni tutti quanti e le spie, che decorano i Gabinetti delle omicide questure. Perciò ben nicchiavi, o Egeria sagace. l\ia noi, noi ti sventammo il perfido gioco; noi saettammo nella tua complice alcova quello sprazzo di luce bianca che tanto temevi; noi gettammo alle turbe il rogliolino maledetto, gridando, in buon volgare, il vecchio motto latino: che stavolta davvero l'i– gnoranza della legge non avrebbe scusato anima viva. Pensammo che ciò basterebbe: che, pur in disparte da noi, dannata razza socialista, vi avevano a essere menti e cuori italiani cui quel lezzo avrebbe mosso ( 1) Convien dire anzi che, mentre certi «liberali,. ponevano in pulica la massima che il silenzio è d'oro, i conservatori i più rlspellablli si 11ronunciarono contro Il prl\getto rudinìano. Fra eui il Vldarl nella LombardUA, altri nel Corrter1' ddla se,·a. Orl\, nello stesso senso, s·e del!lata persino la cattolica Le{Ja lombto·da. Un po' tardi, per dire il vero! I O d U O ljl n 0 schifo e ribrezzo; che non occorreva essere bat– tezzati al fonte di Marx per misurare l'obbrobrio del meditato delitto. E non ci siamo ingannati. Quei paragrafi narravano da soli il loro ludibrio, senza bisogno che alcuno li deciferasse. Squadernata al sole quella legge, era un urlo di sdegno e di non imbelle vergogna che prorompeva dai cuori dei cittadini di ogni stato e grado: dai giovani generosi, come dai padri cadenti e dalle donne gelose della prole minacciata, degli insidiati mariti. Ah! questa terra di morti, questa gente incarognita e frolla aveva, in fondo alle viscere, un moncone d'anima ancora! ,Q!-1-esta orrenda novella impararono i nostri Co– m1z1al tuo sacerdote. Allora corse ai ripari. Aveva, quel giorno, la mano grondante del sangue dei mitragliati di Circo Agonale, provocata. a sommossa dalla balordaggine sua. Quel sangue gli era buon pretesto, p1•esso i furfanti e gli imbecilli d'Italia, per aggiungere delitto a delitto. Sputacchiò un'altra volta la sbran– dellata Magna Charta sulla quale pone il sedere; poi liberò questo editto: che della legge maledetta più nessuno avrebbe alle turbe tenuto parola. Senonché era tardi oramai. Il mistero era svelato, e non valeva umana possanza a risuggellarlo una altra volta nell'arche gelose. Anzi, il nuovo uR.ase faceva pili odiosa e sospetta la legge che si con– tendeva al pubblico esame. Fu allora che tu, sacerdotessa, e i chierici mi– nori e gli scaccinf del tempio, foste sciolti alfìne dalla consegna del silenzio: ed eccoti ascesa sul tripode, colla fare della trasognata e della santa– rella, domandare alle genti: che è dunque e perchè tanto clamore1 Guardiamoci negli occhi, usciamo di metafora e parliamoci spicci, Optnione. 'l'u vieni dunque alla difesa: perchè così tardi! Perchè solo dopo esserti dciuta di carabinieri e di guardie ad impedirci le 1·epliche? Scarsa fiducia hai tu nella dialettica tua se hai bisogno di tali sostegni ai tuoi sillogismi. Pure udiamo parlare l'innocentina: Noi crediamo fermamente che coloro i quali secon– dano i tenta.ti vi di agitazione contro il progetto di legge pel domicilio coatto non sappiano bene (sic) in che cosa. questo progetto consista. .... Supponiamo quindi che vi sia un equivoco (sic! sic.') e si supponga. che i prov– \'Odimenti proposti segnino un inasprimento nell'appli• cazione dol domicilio coatto, ovvero lo applichino a scopo politico. Ora, niente di tutto questo esiste.nel nuovo p1·ogeUo. gsso 1·addolcisceanzichè inasp,·ire la pena, ne limita e 110disciplina. l'applica.zione, rivolgendola. contro i nemici della società e non mfra punto a dare al Governo un'anne contro gli avve,·sal'i politici. (1) A provar questo l'Optntone aveva un mezzo sem– plicissimo: pubblicare, o riassumere almeno, la legge ne' suoi punti piì1 controversi, mettendola a raffronto della legge vigente. Il metodo sarebbe stato sincero ed onesto. Basta ciò perché il lettore sia assicurato in prevenzione che non sarà quello adottato. L'Opinione prefel'isce citare le parole pronunciate dal marchese Rudini alla Camera, il 25 di giugno, in risposta a rmbriani e De Felice, discutendosi il bilancio degli inte1·ni. Lasciamo stare qual valore possa darsi alle pa– role di un uomo che ogni giorno disdice quello che disse il dì avanti: la faccenda. d'Africa insegni. Ma ( 1 J 01ma1011t, 18 ottohre.

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