Critica Sociale - Anno VII - n. 20 - 16 ottobre 1897

306 CRITICA SOCIALE le somme. Del programma, sottoposto all"azione degli acidi parlamentari, non resta nulla - nep– pure il veleno. Il voto plurimo dileguò come il resto. li metallo nobile s·e rivelato semplice sta– gnola, e l'arsenico stesso della lega si trovò essere arsenico falsificato. Ciò che rimase del programma è ciò che il programma non conteneva. L'uomo che non sollecita i voti per rimanere al Governo, il « soldato di una bandiera• che sdegna le clientele e le coalizioni, è ridotto a volteggiare sul trapezio come un clown di quarto ordine; a far l'uomo volante da sinistra a destra e da destra a sinistra, sberreltandosi ed inchinandosi al centro, e buscandosi sculacciate da tutta la t,·o,.pe come il pii1 volgare dei 'l'oni. .., Abbiamo: la questione d'ACrica insoluta; il confinenon an– cora accertato; Cassala nè tenuta 1 nè abbandonata; pagati dieci o più milioni a Menolik, trafugati allo Stato, perchè non approvati dal Parlamento; e ciò dopo che l'onesto Marchese respingeva sdegnosa– mente in Senato, come oltraggio non tollerabile eia cuore italiano, l'ipotesi di un'indennità di guerra da saldarsi al re barbaro. Abbiamo: il problema militare sempre aperto: i bilanci della guerra e della marina aumentati di parecchi milioni; per riescire a questo, piegando ad ordini dall'alto, la livrea Rudini divora il padre e custode suo, generale Ricotti; il Parlamentoèaffalto estraneo alla crisi. Abbiamo: la strage della piccola proprietà che prosegue con crescendo accelerato, illustrata dai diagrammi sovversivi dell'anarchico comm, prof. Luigi Bodio. Abbiamo: il caso Frezzi e il relativo processo pendente e pencolante da O mesi; le circolari ai prefetti ec– citanti al delitto gli agenti di questura; il giudice Doccelli rimproverato in pieno Parlamento; il pro• cesso Crispi che si trascina allo calende greche; i magistrati che attendono l'insediamento dei nuo\'i guardasigilli per proseguire le istruttorie; le que– sture svelate covi di malviventi, ove si incora~– giano1con gratificazioni e promozioni, l'assassimo, la tortura, il ricatto, la partecipazione agli utili sul lenocinio; le carceri gremite un'altra volta di ere• tici dell'idea, e di cantori di inni; le isole, appena vuotate, rifornite di nuova carne da macello anar• chica e socialista; lo Camere di lavoro1 i Cir– coli socialisti sciolti e perseguitati; boycottati e chiusi gli esercizi che accordano il pane ed il sale a sospetti di eterodossia; pedinali i galantuomini e favoreggiata dall'alto la fuga dei Cavalliai: tutto ciò per restaurare il rispetto alla giustizia e alle guarentigie statutarie. Abbiamo: per ottenere la pacificazione degli animi; conte• nuti e vinti gli scioperi del Cremonese, dell'llmilia, del Biellese col terrore sparso a piene mani; ri– saiole e falciatrici costrette al lavoro da doppia ala di carabinieri armati e vigilanti; iniziata la per– secuzione dei cattolici, ad opera di quel Rurlinìche due anni fa vagheggiava il Concordato colla Chiesa; le tasse ipocritamente inasprite sotto colore di re– visione; la insurrezione delle Camere di commercio o dei Circoli industriali, la rivoluzione dei bottegai pe,· le strade della capita-le; e per fiche de conso– tatton, per tentativo estremo di autosalvataggio, la ennesima riedizione del grido: addosso ai socia– listi! Non sono questi il capro espiatorio di tutte le malvagità e le infamie sociali? Addosso dunque ai socialisti! Jc wis tomlje pa,· te1·1·e - c·est ta f'a,.te à Vottafre. Voltaire, dunque, alle gemonio ! . .. Indugiamoci ai due ultimi episodì: le circoh\l'i anticlericali e i tumulti di Roma; poichè è qui cho risalta a luce di magnesio la viltà cli questo Mi– nistero1che passerà ai posteri. non è da dubitarne, col nomignolo appunto di Ministero della viltà. La mol'le del guardasigilli Costa, la rinuncia di Ronchetli e di Galimberti allargano ad un tratto le falle della nave ministeriale. Le ciurme corsare giolittiana e zauardelliana balenano e minacciano di rovesciare da bordo il capitano. Che fa egli I Manda i missi domtnici al santone di Brescia, offrendogli, per propiziarselo, ogni più squisito olocausto. Che può esservi di più gradito alle nari di un capo dei liberali italiani? Evidentemente un po'di manette, di scioglimenti, di persecuzioni. Ma coi socialisti oramai c'è poco ~iù da rodere. Questi cani non dànno appiglio. li Mimstro si desta il 18 settembre con una idea luminosa. Ila scoperto che v'è in Italia un partito ed un pericolo clericale. E ha trovato che si potrebbe anche ad esso appli– care la legge comune. Applicare la legge! La cosa ò cosi strana, è così dissueta in Italia, che a nes– suno passerebbe mai per la mente se non si man• dasse in giro una circolare. Una circolare rtse1·vala, però. li richiamo alla legge non ò cosa che sia decente fare alla luce del sole. Sono cose, come scrive l'Opinione, « d'ordine interno». Ma qual legge! Ecco il problema. Giudici, birri o prefetti attendono, naturalmente, di saperlo dal– l'onesto Marchese. Qui comincia la ridda delle circolari, che s'inseguono e ... si sconfessano a mano a mano. Ai 18 settembre la legge marchionale vuole che sian rispettate gelosamente tulle le libertà, ma soltanto siano impedite le manifestazioni cattoliche che attentino alle istituzioni, sia pure in,tiret/a– mente. Dove comincia, dove finisce la portata del– l'avverbio?Problema astruso, poichè infine1Ovunque esiste un'idea eterodossa, ivi ò già un attentato indiretto. Ai 27, giorno di paga, il Ministr0 nota ai dipendenti che le riunioni politiche nelle Chiese possono diventare alla l"nga cagione di disordini. Alla lunga I Il latino s'ingarbuglia. L'inventore della polvere da sparo fu, alta lunga, l'uccisore del po· vero Lamberto Ghenzel. Qui l'in,tt,·ettamente alla portata logica açgiunge la portata cronologica. Lo sforzo di accreditare la voce che il proprio cane è arrabbiato diventa sempre più palese. Tuttavia il Ministro si riserva cli librare nei singoli casi, sopra rapporti dei prefetti, se le dette riunioni sia opportuno vietarle o permetterle. Tre giorni dopo, la legge muta un'altra volta. S'è fatto fare un piroetta alla veneranda Cassazione, e le riunioni politiche nelle chiese saranno assog~ettate alla legge di P. S.; si terranno, cioè, coll'obbligo del preavviso. - Se– nonchè non giunge ad ottobre quel che settembre ma. Perchè ai 7 di cotesto mese« qualunq"e riu• nione a scopo politico fatta in chiesa cleve esse1·e ritenuta capace di turbare l'ordine pubblico». La presunzione è juris et de jt<re: inutili i rapporti dei prefetti; escluso il discernimento. Qualunque. Deve esse,·e. Se non lo è, tanto peggio. Evidente– mente il cane ò idrofobo all'ultimo stadio. I preti strillano: ma i Cimoni di Roma, di Brescia· e di Bologna ne fanno le alte meraviglie. Non si ti·atta alla fine che di difendere il tempio: è per amore del Glot·la Patri che il Governo s'è fatto scaccino. Nel tempio la dottrinetta e il santo sa– crificio della messa; il ragionamento, il discorso politico o sociale sono emanazioni del dia, 1 0l0. Se il tempio cessa di incretinire la gente, chi non vede ch'esso vien meno alla sua sacra missione1 l ve• scovi e i prelati dovranno convenirne pei primi. Non l'ha dello anche il BonomolliI

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