Critica Sociale - Anno VII - n. 13 - 1 luglio 1897

196 CRl'l'ICA SOCIALE lisca per la lolla. politica i migliori operai » è un non senso - perchò appunto !"iniziativa si propone di <.lare « ai migliori e pur troppo così scarsi clementi operai » i mozzi economici o morali (indipendenza, istruzione tecnica, amministrati\'a, ccc.) pcrchò possano applicarsi alla proficua lotta politica. Di volo, può essere ancora osservato, contro un troppo rortc o sistematico scoLticismo al riguardo dello sorti della cooperazione« come bnsofinanziaria del par– tito », che lnle scet.ticismo può apparire esagerato nel partito appunto che si propone di organizzare socialisti– oamente, ossia cooperativistica.mento (in !alo senso), tutta la. società.! Ma, caro Turati, io mi sento e.li intenderti meglio (scusa, voh !) che tu non..rngioni. Tu hai paura che i socialisti italiani, una volta che si 'fiano messi tutti a ra1·0 i tramcanti, si investano cosi beno della loro parto, che non so ne possano più.... svestire - e però ces• sino di essere dei e socialisti puri • per diventare dei " puri esercenti • ! ed in questa ipotesi, addio, forti organizzazioni di resistenza.; addio, perseguitate Camere del lavoro; addio, generoso lotto per la semina della coscienza socialista, intesa a salire, dritta o pura, i gra• dini della emancipaziono operaia! Addio, tutto ciò, e in luogo di tutto ciò, dello grandi botteghe, dei grandi registri poi dare o por ravtre, dei commessi ,•iaggia– tori e dei buoni magazzinieri... o il socialismo in canlina a. inacidire insieme col vino!.... Comprendo che basti una siffatta. fantasia per raro venire a stomaco le grazie della « sirena cooperalivistu. » - ma perchè, mio buon Turati, ci vuoi credere tanto porvortiti da. innamorarci di cosiffatto e grazie», che il Carducci ben a ragione potrebbe chiamare 1'>eh·olic1·e, nel senso di essere tali da doversi gettare loro sopra. il petrolio!! Ah, no! por esempio! La relazione, sotto ogni rapporto splendida di A. Picca.rolo a.\ Congresso d'Alessandria, sulla questione agra1·ia, pur essendo vivacemente coo– perativista, premette: e La propaganda. dei socialisti sia fa.tta di puro socia- • lismo; non si dimentichi tanto fa.cilmente il programma « mnssimo poi minimo, non si lasci il trionfo lontano mo. « sicuro por l'immediato ma incerto o pericoloso. Do,·o • ciò fu ratto si ebbero 1•isultnti splendidi, veramente e: soddisracenti. > E qui cita la. propaganda nobilissima. compiuta. dal compagno dott. Maffi fra. i cittadini del Vercellese. E poi della« terza forma. di Cooperativo.», la.Cooperativa. di resistenza, così discorre con fen•orosa simpatia: « }~ questa la. forma, di1·oi, più moderna., quella. « cho presenta vero caratte1•istiche socialiste, l'at– « tuazione, la personificazione da parto del proletariato « di quella lotta di classe che forma. h, dinamica. della e storia, quella. che pone direttamente di fronte il pro• « letariato alla borghesia, che dl\ la coscienza vera.dello < 1>roprio rorzo o del proprio potere, quella che più ra– c pida. spinge revoluziono economica nel suo ratalo an– « dare.» A Torino ò una Cooperativa di consumo, tra lo più fiorenti d'Italia, la.quale, dopo motte aspro lotle, ò ora am• ministrata. dai socialisti: intendo dire la Cooperativa fer– roviaria. Orbene. come essa abbia. assorbito cd isterilito per la tolta politica. gli opero.i, si può ricavare da.qucst.o frasi con cui si chiude la. relaziono del Consiglio d'am• ministrazione, presieduto dal compagno Alfonso Gal– leani: « Lo Cooperative non dernno restare chiuse n~I loro ristretto interesse, ma de,•ono aiutare con appoggio ma- B b 1ot e- li no K1a o tcrialo o morale qu<:llo istiluzioni che in campi di\·crsi mirano all'intento della. redenzione morale e materialo dei lavoratori tulti. A tutti quelli che dicono che tutto questo è far della. politica, rispondiamo francamente cho i.alo politica la faremo sempre, poichò siamo con– vinti cho con tale mezzo otterranno i la,·oratori miglio– l'amento o giustizia, nello stesso modo in cui, per l'aver fatto solo o scmpro poi passato la, politica. opposlri, si ù dato in mano o si consul'n1. ni nostri padroni il po– tol'e o il modo di ~TaYal'e su di noi la potenza. delle loro coalizioni. - Perciò non vi è slra()a di mez1.o: o facciamo la. politica nostra, <1uolla che noi credi111no nell'interesse dei salariati, o, nou facendo quella, fac– ciamo inelultafJilmente, necessa1·iamenle quella dei nostl'i 1>ad1·oni, quella contra1·ia ai 11o.stri nlei·essi, quella che somm inisll·a ai nostri 1:>adroni mezzi sempre più raffi– na.ti per :,frullarci o per fiaccarci. e . .... A noi non basta di comprar beno e vender meglio; noi anima un ideale, sospinge una fede: o de– sideriamo J>erciò quello 11011 abbandonare, questa non tra.dire. • Ah! Turati, por te « la salute ò nncora noi vecchio bi· • nomio di Geno,•a.: organi1.zazione oconomicn.da.un lato, • sopratutto di resistenza i lotta politica dall'altro : lo « due cose non disgiunte e, quasi ostili, ma. cospirnnli e ed integrantisi a vicc11lla»?! Ebbene, in che modo la sirena. cooperativisla, che sta. ti.mmalia.ndo questo duro Piomonle e la. gentilo Toscana, può renderli immemori del binomio genovese, finchò vivo lo spirito che animò il Congre~so alessandrino o che sostiene i combattenti della Coopera.tiva ferroviaria. nella. loro lotta quotidiana? • Il più alto risultato di un tale connubio, tu pensi, « ò il mandato politico a.I la\'Ora.toro socialista: e la.in– e cnrnazione più spiccata che ne abbiamo oggi alla «: Camora ò il deputalo socialista. dei rcrrovieri. -. Santamente detto! e appunto il deputa.lo socialista dei rorrovieri, l'incarnazione piti spiccata del binomio gono,•ese, è 1111 coo1,crnto1·e 1 nato, cresciuto ed educato alla lotta economico-politica. del proletariato tra una compra.•vondila e l'altra dello derrate della Cooperativa ferroviaria cli consumo, procorriiricc prima. o poi fida. compagna, anzi sorella, della. l.ega. rli resistenza dei fci-- 1·ovieri ! ! Or dunque sembra che In « sirena cooperativista », non che adesca.re il partito fuor della via di sua salute, abbia conll'ibuìto (calunniata sirena!) ad arricchirlo del primo manda.lo politico ad un lavoratore soc ia.lista. Dopo ciò, Turati , tu de,,i lo tue scuso a questa. da.ma , cho così sgarbatamente hai scambiato per una ... pe– dina e trattata cli conseguenza! Ma. l'ors·anchc sono io che ho avuto il torto di pi– gliarti sopra. un periodo del tuo brillante articolo cdi a\'orti inflitla tutta questa lungagnata in dsposto, menti-o tu, concollo più, cancello mono, non avevi altra intenzione che di raro un buono (o meritato, perdio!) 1>ancgiricodella 1>rima e rappresentanza specifica, e schiettamente di classe»,chevantiallaCamcra il nostro partito: incitare il partito :, moltiplicare siffatte rnppreS'cntanze, e combat• toro quella. e preferenza cho gli stessi lavoratori sem– brano accordare a candidature soc'.aliste d'origino bor– ghese •· In tutte le quali coso ha.i ragioni da rnnderc - solo che tu di ruentichi di vivoro in llalia, la terra classica della disorganizzazione o doll'analf11bctismo! Tu stesso perU ammetti« che non esistono oggi in Italia.altro masso operaio cosl organizza.bili come quello dei ferrovieri » - mo. il guaio è che, so non esistono !e masso operaio orgo.nizzabili, non esistono neanche (o sono troppo pochi!) gli uomini atti a. organizzarle cd a rappresen– tarlo! Ecco quindi spiegato pcrchò gli stessi lavoratori, nel loro intuito istintivo, sembrano accordare la prc– rerenza a canclidaturo socialisto d'origine borghese -

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