Critica Sociale - Anno VII - n. 13 - 1 luglio 1897

Critica Sociale RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALISMO SCIENTIFICO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. ~ -AUtt:•toroz Anno L. IO - Semestre L. 5,50. Lettere, vaglia, carloline--uaglia all'Ufficio di CRITICASOCIALE - MILANO:Portici .Galleria V. E., 23 (2. 0 pian 1Ulle) Anno VII - N. 13. l\"on, si. vcmle ,,, 1nun.e1•i scpm·,iti. Milano, 1.• lugllo 1897. SOMMARIO AttualUà. /,O ICIOpero dei deputati (l.,A ClllTJCA SOCIAI.K). soclaltnno .... capllalUta: te Coo1,e,·ath:e base J111a11.:larla dtl partito (Cl.AUDIO 1'RKVKS). Il rlnatlo CkUe {erro,;le 1r:l.:ze1·e (TKODORO CURTI), Studl soclologiol. /,a 11•~·,t1:io11e della cecc11tn1a, Il (fine} (1--'AOLA1.0,rnR.OSO). UAa ci-itlca del materlall,mio ,torico, I (E. c. I.OSOOBARDI). Le lmP<UttJ e il partito ,octall,ta, I. li,.(lmm.:a dell'Imposta 1111 ,altu" (Gn;SBPl'K Bo:-.zo). s«tatl,mo eiclu.Jir;;Uta {Prof. A. OK IJKLLA), Fllosoaa, letteratura e Tarlet&. Il IO{lttO (lt:/ (UlltJ'O domtnco dei lt:Uenitl (l'IKTI\O l'"ONTANA). l'oncor,o Matrta. J>ubòUca~,ont Pl!/t'tlt:trntt: In dono. LO SCIOPERO DEIDEPUTATI i,; una querimonia generale perchè i banchi di Montecitorio sono vuoti durante la discussione, im– portantissima, dei bilanci; rliscussione nella quale la Camera gode una prerogativa statutaria di fronte al 8enat0; discussioue che ò In sede opportuna al– l'esame e alla censura di lutti i servizii pubblici, distribuiti in ciascun bilancio come su una tessera, e che porge il mezzo indiretto d'influire sulla poli– tica generale: rifiutando i bilanci la Camera provoca ineluttabilmente una crisi ministeriale e potrebbe, volendo, ai·restare la vita dello Stato. I giornali gemono ad una voce che questa Ca– me1·a, neonata, è gii\ decrepita, e non vanno più in là. Se l'accusa fosse vera, essa 11011ferirebbe questa Camera, ferirebbo tutte lo Camere, tutto il sistema parlamentare, per lo meno in Italia. Noi, che do! sistema pal'lamontare siamo amici convinti, pe1·chò, malgrado i guai, senza di esso non vediamo che il peggio, e sappiamo come queste accuse pre• parino, volenti o no, le dittature politiche; noi in– sorgiamo contro la condanna sommaria. No. questa Came,·a non è decrepita, essa ò quale può darla l'Italia borghese dell'oggi col sistema elettorale del– l'oggi, non peggiore e forse miglio1·e, cerio di ori– gini meno impure, di altre che la precedetlerc. Osiamo dubitare che, se foss:e migliore, se meno numerosi vi fosse1'0gli sracceudati, il vuoto sarebbe anche più perretto. Se la macchina non funziona, se le ruote stridono senza quasi sposta1·si, altre ne devono essere, altre ne sono le cagioni. Le quali a noi pare che si riassumano in tre gruppi; politiche, climatologiche e attinenti alla p1·ocedura parlamentare. . .. Politiche anzitutlo. E in ratti, si ha un bello stre– pitare. Ma nessuno farà mai che un'assemblea esseu- o e G 10 B an o zialmente politica, non tecnica uè amministrativa, possa mantenersi numerosa e operosa quando ogni inle1·esse politico per essa ò svanito; quando niuu mutamento notevole essa può 1•eca1·eall'indirizzo generale della pubblica cosa. Tale è ora il mo– mento parlamentare e ne3suno può mutarlo. Noi siamo i11 uno di quei periodi di negatività parla– mentare, in cui qualunque pili bello e pensato di– scorso si ridurrebbe ad uno sfogo soggettivo o ad un passatempo accademico. li deputato parla agli stenografi .... ed ai propri elettori, ai quali manderà lo stralcio del rendiconto urtlciale; mentre egli pari:\, la CJ.mera chiacchiera. scri\le, ruma negli ambulatorii, fa tutto, tranne che ascoltarlo; quando ha cessato, qualcuno ne avve1·te il p1·esidente, che neppure se n'e1•a accorto, po1·chò dia la parola al– l'inscl'itto che gli vien cliot1·0.Cosiffatti discorsi si 1>otrebbero sopprimere tutti senza danno veruno. Ma sopprimerli non ò cosa possibile: « parlamento , vien da « parlare ,. Si dirà che la pr~enza ò sempre utile quando si tratta del voto. E un errore. l/esito delle \'O– tazioni dipende da molteplici cause, delle quali la discussione è la meno rile\lante; e si può quasi sempre pre\'Cdere. In questi casi nessuno san\ spinto alla Camera dal platonico piacere di au– menta1·e di una le palline bianche o nere dell'urna. Non potrebbe l'Opposizione profittare della fiaccona av\'ersaria per tentare un colpo di mano? Anche r1uesta ò un'illusipne. Intanto una vittoria cosi ottenuta sarebbe una vittoria di Pirro: la mag– gioranza ricostituirebbe domani ciò che \IOiaveto oggi abbattuto. ~la la cosa non è neanche possibile. I.o assenze da una parte e daJl'alfra rispondono quasi ad un tacito patto. E il Ministero, colla posta della Camera. col servizio di polizia alle stazioni, ò sempre perfettamente informato dei p1·esenti e degli assenti e ha sempre modo di p,·olungare una discus– sione tanto da chiamare all'ovile le sue peco,·ello. ia~~~~::::s!T g 0 ~~n~ia~~~!)~•~ie~~~u~-ttt 0 d~T ~~\~ che approvò la politica interna, e quella, implici– tamente, del ministm della giustizia. L'idea di abbattere quest'ultimo in singolal'o certame fu abbandonata dagli stessi oppositori pili fie1·i, per la buona ragione che ha detto l'on. Vischi (e ha detto quel che tutti già pensavano), per la nessuna con– venienza. cioè, di sciogliere il presidente del Con– siglio dalla malvagia compagnia che lo indebolisce e di rifargli una ver~inità col sacrificio di un capro espiato1·io dei peccati comuni. Su quel voto sarebbe oggi tardivo ritornar col discOl'::iO; esso rivelò assai cose sulla natura dei partiti e dei gruppi che di– vidono oggi la Camet•a elettiva: il suo valore fu messo in 1·ilie\lo sopratutto dal discorso del F'erri, l'uuico discorso che significasse qualche cosa e di qualche cosa ammonisse, come gli avversari stessi hanno dO\luto confessare. Ma una cosa sopratutto r·ivelò quel voto: che esso non poleva essere altro eia quello che fu. Ed è puerile davvero l'insistenza

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