Critica Sociale - Anno VII - n. 13 - 1 luglio 1897

194 CRITICA SOCIALE di certi giornali a parlare di salvataggi operati col rinvio della discussione. L'analisi ch'essi stessi f'ecero del voto, delle ragi 0 ni organiche che l'han determinato, è li, sulle stesso 101·0pagine, a smen• tidi. Suppo1-re che quello ragioni sarebbero svanite con un lieve spo~t.amento del calenrlario, è indizio di tale ingenuità, che sarebbe anche più ingeuuo ritenere sincera. Comunque, ripetiamo, questo ò pale-:e: che ormai i successivi bilanci si discutono JJ1·0 /onna. L'in– tei-esse del bilancio della guerl'a fu tutto delibato discutendosi la leg~o sull'ordinamento dell'esercito. Le maggiori questwni, che si connette1·ebbel"o agli altri bilanci, !-lana raccomandate a speciali disegni di legge che fanno il loro corso nelle Commi!isioni. Sarebbe un atto di schiettezza se la Camera accor– dasse ormai l'esercizio provvisorio, o approvasse i sei ultimi bilanci senza discussione: le concioni ... rientrate potrebbero mauda1·si all'Ufficio cli revi– sione pel' essere inserite nel 1·esoconto. Non si fa per un ce1·to rispetto alle convenienze. Ma il fa1·lo sarebbe senza danno. . .. Si aggiunge, abbiamo detto, la ragione del clima. Qui non vo1·1·emmo essere fraintesi. Non è indul– genza la nosfra per la smania dei deputati perdi– gio1·ni che anelano ai monti e alla ma1·ina. La cos1. è molto più seria. \T'hanno bensì deputali pei quali la medaglia è un gingillo per la vanità o un J)asse– pcu·tout per l'intrigo, grosse borse e grossi cenelli, scansafatiche che accorrono soltanto quando c'è da salva1·e il Ministero. Ad essi si deve il vuoto c1·0- nico dei settori sopratutto di Dest1·a,e il fatto 1101·– male delle g,·osse maggioranze mute, delle leggi approvate dopo che tutti gli oratori, non uno escluso, le hanno combattute e nessuno è sodo a difenderle. l'ifa vi hanno pu1·e, specialmente sui banchi di sinistra. deputali numerosi, che debbono conciliare il mandato legislativo coll'esercizio d'una pl'ofessione: taluni, por esempio i deputati giorna– lh;ti. dedicano a un partito tutta la 101·0 attività anche se non sono alla Camera. Ora, dalla canicola, che rallenta tutte le forze. che riduce del 30 o del 1 10 per cento h\ possibiliL\ del dispendio ne1·voso (e questa è legge biologica cui nessuno può sottrarsi), cotesta concilia;,;ione di doveri è resa estremamente dilllcile. Il lavoro le· gislativo, chi lo pigli sul sel'io, esige una tensione ,li nervi tutt'altro che indifferente. Lo stesso di– scorso parlamentare - la forma più apparente, .. non l'unica, di cotesto lavoro - è uno de~li eser– cizi 01·atorl più difficili, immensamente più difHcile della lezione dalla cattedra, della conferenza. del– l'a1•riuga dell'avvocato: quando la disattenzione è grande e l'ambiente è snervato, lo sforzo è ancora raddoppiato. Di queste leggi biologiche - poichè si ha a fare con esseri viventi e non con asti-a.• zioni - converrebbe pure tener conto. Non ò a caso che, durante la canicola, le scuole si chiu• dono, i tribunali si limitano al disbrigo degli affari d'urgenza, i lavoratori intellettuali si riducono in campagna o sui monti se vogliono continuare i lavol'i iniziati. Pei deputati e anche peggio. Già. l'esse,·e divelti (come è il caso pei più) dall'ambiente consueto, dai mezzi di lavoro abituali. iucluce una dissipazione di forze, che le clistl'azioni della vita parlamenta,·e aggravano anco:-a. IH un paese cosi oblungo come il nostro, i viaggi da e per la capitale sono anco1· essi un dispendio non indifferente di tempo e di forze. Si aggiunga il clima 1·omano. Pal'lammo alt1·e volte dell'influenza pervertifrice che ha Roma, città di parassiti, nega:lioue della vita moderna, fs U IUlt; o U L a u sulla politica italiana. Ma il clima cli Roma è pur esso una causa notevolissima di dep1·essione. Non pe1· nulla la popolazione romana. ha il « non vojo co,n/;aUe » per motto, ed emula la napoletana nella tenace apatia. Numerosissimi sono i deputati - sop!'atutto gli studiosi - che l'arrivo in Roma colpisce di una vera pa1·esi della volontà e dell'a– zione. Non diciamo poi nulla della« fo1·11ace » asfis– siante <li Montecitorio .... L'influenza climatica di Roma é alb·a delle ca– gioni che dov1·ebbero consigliare all'rtalia il deceu• tramenio. Dei pal'lamenti 1·egionali compirebbero infinitamente pili laVOl'Oin un tempo infinitamente miuore. . .. Fiualmeute la procedu1·a. La p1·ocedura della Camera, dopo 37 anni di Parlamento unita,·io, è qualche cosa di inverosimile pe1· l'assui-clità sua e par fatta apposta. pe1· svogliare i deputali piu se1·ii. Accenaeremo solo a due fatti. L'uno la pletol'a dei discorsi. i\Ientre il regola– mento impedisce spes~o il diritto di replica quando :,;arebbe pili sacro, viceve1·sa nessun limite è posto al dilagare infinito ed inutile delle discussioni ge– nerali. Siccome nessun deputato ascolta la parlata dell'altro, così ciascuno ripete quel che l'altro ha detto, seconrlo una tes:-;era p,·epal'atn: nove rlisco1·si su dieci somi<rliano ai monologhi dei mentecatti, cui nessuno d! 1·elta avendo di rneglio da fare. Qui. più che la legge. dov,·ebbe inle1•venire mode1·ato1·e il costume. l socialisti fu1·0110 i primi clte applica- 1·0110 a sè la massima di incarica1·e uno solo dei loro di pol'tare alla Camera, su ciascuna questione, il pensiero collettivo. L'esempio è lodato, ma, con la regnante a1uu·chia pal'lamenta,·e, con la fiac– chezza dei partiti, con l'assenza di spit·ito collet• tivo, v'è per ora assai poca spe1·anza che venga imitato. L'altro fatto, di g1·an luni::a più gPave, è l'arbitrio assoluto nell'ordine <!ella discussione. Suol dirdi, ed è un principio giusti.ssimo in asti·atto, che la Ca• mel'a è sempre padrona del suo ordino del gio1·no. Nella p,·atica ciò si risolve nel dominio dell'imp1·e· visto in permanenza. Ogni gio1·110, meglio ogni sera, l'ordine del gior•no dell'indomani è mutato, secondo conviene al Governo o agli inti-ighi di 1·0- froscena. ru tutti gli 01·dini dell'umana attività - scuole, tl·ibuoali, ospedali, ecc., ecc. - vi sono per ciascuna faccenda dei termini fissi, che pe1•mettono a chi deve attende1·vi cli distribuire il prup1·io la– voro secondo un piano determinato. Nulla di simi– gliante alla Camera. Sapete la ragion vera per la quale la discussione del bilancio della gue1•1·asi sbrigò in 25 minuti. con la presenza di soli dicias– sette deputati 1 Gli è che, dei rimanenti 491, al– meno 450 ignoravano, il gio1·11027, che la mattina del 28 si sarebbe iniziata quella discussione. Nò la fulminea deliberazione permise che in tempo ne fossero avvertiti. A chi non ha pt·atica della Ca– mera, questa dee parere una fandonia. Questo sistema, che è del tutto normale e con– suetudinario, permette ai Ministeri (ed è perciò che esso dm·a) tutti i ti-anelli e tutte le imboscate.· t il sistema natu1·.1le - ben lo nota l'Avanti! - cli un potere legislativo il quale di nulla pili è vago che di consegnarsi, mani e piedi legati. al potere esecutivo. A un tale sistema - e agli altri gruppi di cause che abbiamo accennato - si deve lo spo– poh1mento della Camet·a e la povet·tà miseeevole delle più importanti discussioni. Contro l'azione di queste cause neppul'e var1·ebbe l'indenniti\ ai deput.lti. Di questa noi siamo pa1·ti– giaui decisi e crediamo sia p1·eciso dovel'e del gl'uppo

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