Critica Sociale - Anno VI - n. 18 - 16 settembre 1896

278 CRITICA SOCIALE Non c'ò bal'ba di filellenico che possa muta1·e questo stato di cose. Meno ancora lo può il partito socialista. E:;so è partito povero e il partito dei poveri. Non é lui che po~ieda uomini e ricchezze per l'esportazione. . ciolto, assillato, porse~uitato, incalzato in patria da ogni sorta di nemici, unica sentinella rimasta - lo confessava ieri il Pareto nel Gt01·nale clegli .Ilconomfsli - per disputare al Ooverno, per sal– vaguardare al popolo gH ultimi avanzi della libertà o per protestare in suo nome - è una canzona– tura il chiedergli ch'esso abbandoni il suo J)Osto per recare libertà ad altri popoli. La sua missione è qui, qui ò il suo campo di battaglia, che richiede eia esso l'opera di tutte le ore. Qui, la,rorando per questo popolo, la,•ora, nel miglio1· modo, per la ci• villi\ universale. Il contributo che gli chiedete sa- 1·ebbe una diserzione. Quanto a voti platonici, ad accademiche proteste di simpatia - « beneficenza Hemm sacrifici » che raccoglie la carta straccia dalle case borghesi - questa ò roba che s'addice appunto alla borghesi.a I Candiotti per i primi, OJ'tnai, non sapranno che farne. . Che cos'è dunque questo nuovo filellenismo! E un romanticismo senile; e, come tutti i romanti• cismi, contiene. cosciente o no, la sua parte d'ipo– crisia. Gli uni sono dei 1·evenants politici che si credono tuttora al '48 ed al ·59 Oli altri, gente che, negli entusiasmi innocui e platonici pe1• rivendica– zioni di popoli lontani, tentano rifarsi una verginit:.\, costituirsi un alfbl morale che li assolva dalla loro complicità più o meno passiva nelle vergogne e nei liberticidii del loro paese. - Lo tentino: li vedremo alla p1·ova. Ma non ci chiedano, per questo, l'ope1·a nostra. Il nosti·o sangue non è fatto per servire a questo trasrusioni da nosocomio - per vivifìcare dei cadaveri. t. IL I NOSTRI UOMINI POLITICI (<lo1>0 il tfisco1·so ,li Corteolona) f: universalmente constatato clte la politica italiana., o quella in generale della borghesia europea dominante, si aggira in un à.mbito in cui non arriva affatto la voce delle esigenze imperioso e delle idealità. nuove della parto maggiore o più sana delle popolazioni. Il discorso Cavallotti, cho disillude, parmi, lo oneste speranze con• cepite dalla 01·itica { 1 ), o i tristi ratti, di cui nell'ora pro• sente giungo a noi l'eco dolorosa da lontani territorii, , vengono proprio in punt-o per ribadire questa. triste verità.. L'indifferenza. dol popolo italiano per la. vita. politica dei nostri tempi, quando assai grandi invoco dovrebbero essere il suo interessa.mento e la sua partecipazione, è una conseguenza diretta di un indirizzo politico che corrisponde ai bisogni di una sola classe e vive, o ra mostra di vivere, con ideali già tramoniati da un pezzo. Innanzi al grandioso movimento intellettuale contem• poraneo o all'onda vivificatrice dalla scienza evoluzio• nista, cho ha trasrormate e rinnovellate tutte le disci• ( 1) Nell'arli"olo l~mocraita ù1 1:aean,a abbiamo ratto, a cosi dire, la critica antlci11ata del diacono Cavallottl. ~: perciò che non Aentl:imo il bieogno di rlpttrlarnti. M;i. per quanto potH1ero preveder11ene le lin~e genert\11, il !elio del dlscono non po1ev11. e111:ere a noi conosciuto mentre scrh•e,•amo. Ecco llerchè 11uelle, d1e sarebbero state nillche due glornl più t;irdi, dovettero tll· aumere Il tono di auouri dd contrat"io o, giusta la p:irola del no1tro collnbor:llore, di « oneue 1per:rn1.e ». (1Yota clella CRITICA), Bib ,oteca CJ1no B,arcc pline teoriche e pratiche; la. politica, specie l'italiana, è rimasta sto.zionarin. e decrepita, senza vita e senza luce, non ha sentito il nuovo impulso vigoroso o recondo cho ,·ione dal rondo della. società, è divenuta il rifugio e la ciltadclla donde si a.ppreslono a tirare i loro ultimi colpi i difensori dell'ordine presente di cose, gli aggio– gati al carro delle sfatato di,·inita. della. rantasia. e della politic.:\. Questo il renomeno. Molteplici ne sono le cause, e fra esso primeggiano quello d'ordine economico. lo scrivo per indicarne con la massima brevità. una di ordine, dirò cosi, intellettuale, o che mi sembra di rilevante importanza. Essa ò la manc,\nza pressochò assoluta, nelle menti dei nostri uomini politici, di ogni cognizione scientifica. dello società. umane, di un complesso di idee generali posilivo intorno al movimento della storia, allo sviluppo o alla. coordinazione del renomoni sociali. In altri ter– mini, manca in loro la conoscenza della vita collotti\·a e delle sue leggi. Ora questa deficienza, ch'è di gran- ,. ùissimo peso, proviene da un'eccessiva divisione del la• voro intellettuale, da una. specializzazione scientifica per mire proressionali, che non s"integra. e non trova il suo significato in una. sintesi filosofica luminosa. e roconda.; è il risultato di un ordina.monto didattico antiquato o irrazionale, ch'è sorgente di sì gravi o malefiche con– seguenze nel campo politico•sociale. Onde dotti o acuti giuristi, eruditi e genia.li !altera.ti , o a1,che cultori sapienti di scienze naturali, messi ruori della. cerchia intellettuale dolio loro speciali discipline e balestrati da chi sa. qual cattivo vento nel campo avventuroso della politica, o si abbandonano inconscia• mento allo vecchie rantastiche concezioni della. vita - eredità degli avi persistente nei loro cervelli - o si danno in bnlia cielpiù gretto empirismo, o si lasciano guidare, corno più spesso anione, da. moth'i interni ed esterni poco leciti ed onesti. Sono perciò uomini incompleti. E::1sinon conoscono, direbbe il Gumplowicz, dell'edificio sociale di cui. ran parte, se non alcuni angoli remoti, alcuni anditi interni, in cui scorron la vita contraendovi un'inerz:a che im· pedisco loro di uscirne, di assorgere a un'eminenza vicina e di considerarne dall'alto la. conftgurazione del suolo, la disposizione dell'insieme o la natura dell'at– mosrera che lo a,·volge. E la idea dol tutto, nel quale le varie parti sono organate, è la conoscenza della società. in tutta la sua immensità e complessità, è lo studio della scienza. so– ciale che manca. Senza l'inizìazione a questa. filosofia generalo, dice il De Greer, gli specialisti non solo non potranno essere che mentalmente molto ristretti e sog• getti a tutte le divagazioni, allora che sa.ranno spinti, come è inevitabile per tutti gli uomini viventi in so– cietà, a uscire dalla stretta srera del\& loro attività. ordinaria; ma essi riusciranno anche dei particolaristi inreriori a quei loro conrratelli, il cui equilibrio intel• lettuale non sia stato deformato, come il loro, dall"eser– cizio di racoltà isolate. Si produrrà, e disgraziatamente s·o prodotto di già, nel dominio delle proressioni libe– rali lo stesso fenomeno che si è manifestato nel campo industriale; la divisione eccessiva del lavoro menerò. all'11.utomatismo macchinalo e ftna.lmento a un'atrofia generale delle menti. i richiedono conoscenze speciali, osserva il Novicow, per essere veterinario o meccanico o ingegnere, ma nessuna è necessaria per diventare ministro o capo di uno Stato. Proressori d'archeologia. che dirigono rapporti inlornazionali 1 generali o uomini

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