Critica Sociale - Anno VI - n. 17 - 1 settembre 1896pdf

CRITICA SOCIALE 265 giustizia di una cosa, perchè es3a sia accettata, ed ò ausilio indispensabile la sua possibilità, l'adozione di un tal criterio urta nella forma organica della costituzione dello Stato odierno, che è Stato di classe; e se non fosso cosi, non comprenderemmo proprio pe,·chò codesto criterio, dedotto dalle pre– messe del prof. Flora, non possa venire - come infatti non viene - tradotto in atti. La esenzione dalla imposta non ò una specialit.\ del Pollzeislaat, cui si ribelli l'organismo del Rechtsstaat; essa O invece una qualit..\ inerente allo Stato senz'altro, che è sempre, sino alla sua sparizione, Stato di classe. Ciò del re3lo è vero per qualunque forma di imposizione. La classe bor• ghese realizza - come classe - la esenzione <lalla imposta anche quando si adotti il crilerio della progressività e della imposizione del reddito. Due parole baslano a dimostrarlo. Poniamo che la classe borghese paghi 100 di imposle cosiddctle dirette e che il bilancio dello Stato comprenda una entrata complessiva di 300 (milioni, milia1·di, ecc.). Se lo Slato paga di inie– ressi del debito pubblico 110 alla istessa classe, essa, come classe, ha riti1•ato la p11·te di imposte di,·ette che ha pagato 1 pili, pe1· esempio, una quota che 1JttÒ essere uguale alla somma che paga allo Stato come imposta sui propri consumi ('). A questo punto la esenzione di tutta la classe ò un ratto compiuto. Può opporsi che essa. ha dovuto ver.rnre un capitale pari all'ammontare del debito pubblico, per ottenerla, capitale che è per essa sottratto ad impieghi produttivi; ma noi, evitando per ora le mille complicazioni teoriche che il caso offre, per– ché ce no occuperemo altrove, possiamo rispondere che questo capitale essa av1·ebbodovuto pur sempre spenderlo per attuare quei Oni che ora Io Stato adempie - Oni che richiedono un capitale speso improduttivamente, il quàlo ora, per il tramite della Onanza, Yiene dato meli\ da lei e metà dalla classe proletaria. Come dunque av\•iene che, mentre noi pensiamo che ogni forma di imposizione assicura alla classe capitalistica la gratuità dei servigi pubblici e del sistema generale di difesa, rappresentalo dallo Stato, sosteniamo poi, nel nostro programma minimo, la necessità di sostituire alle imposte sui consumi l'unica imposta progressiva sul reddito? Mi duolo il dirlo, neppure quesL."'l volta il prof. Flora ci ha capito niente; ed allora è il caso di parlarne di p,·oposilo. ARTURO LADRIOLA, (1) t: su per rlù hl pro11or1.io111!1 del bilanC'io italiano. Come (juesta ,omma 1•M;lituiladAllo stato :illa borghesi" si redistribui1c,1 In e.na , sarà oggetto dl una mia monografi11: Il cltfJtto pubbUco e fa redi•tr,fJ1utone della 1·tccheua. Ilclericalismo e i pericoli per laciviltà Una volta era il clericalismo che si alla.rma\'a dello spettro ruas3onico - e sotto questo nome comprendeva. tutte le frazioni liberali e democratiche; - ora. è il cvsidetto liberalismo che incomincia ad allarmarsi dello spettro clericale. Da.qualche tempo non si parla e non si sc1fro che di risveglio religioso, di partito cattolico ed ullramontano, del p1p1to e dell'Italia, del pericolo clericale insomma, special mento dopo che Leone Xlii prese l'inizialiva di liberare i soldati ita– liani prigionieri di Mcnelik. Nei crocchi come nei par– lamc11i1 noi giornlli como nelle riviste, e perfino in gr0Ss1 volumi ad hoc, non si discute cho il programma ùi questo pa.rtito clericato; so ne esaminano le risorse, Dd u se no passano a rassegna. le rorze, si ceNa d'intuirne un formidabile piano di guerra per indurre da tutto ciò serie minaccie a danao della nostra. civiltà. I rodomonti di ieri dunque son divenuti pusillì, i collitorli in\'OCOringalluzziscono, più della p1ura di quelli però - a nostro avviso - che per effetto di rorza intrinseca. Tale cambiamento di parte e di lin– guaggio ad ogni modo ci assoda che qualche cosa di nuovo ò a,·,•enuto in questi ultimi tempi. Che ò1 Cer• chiamo di precisarlo - se ci riesce - per vedere se simili apprension: sieno giustificabili. Quando la borghesia liberale colla ltivoluzione rran– cese distrusse i pri\•il~gi dell'aristocrazia o reco man bassa sui beni ecclesiastici, rincalzando ed allargando quanto prima aveva iniziato la Ri(orma, per coone– sto.re tali novità, od usurpa.zioui che dire si vogliano, non trovò di meglio che atteggiarsi ad anticlericale o miscredente. r~orse lo era in fondo, certo per legge di contraddizione lo di\'enne di più; ad ogni modo non rece che seguire uno svolgimento storico che la spin– ge,·a irresistibilmente. ~la quando, circa un secolo dopo, il proletariato si va preparando a rare alla borghesia quel giuoco stesso - per quanto più corretto, anzi por quanto cori'eltis~imo - ch'essa fece all'aristocrazia. oJ a.I clero assieme, che ne deve nascere 1 È qui, molto chiaro, il nodo della quoslione che si dibatte, e che con un certo cre1cemlo si dib:ilterà. an– cora per un pezzo, poichè molli non riescono a scoprirlo o, anche scoprendolo, per naturale pusillanimità. non sanno che gettare gritla. d'allarme e rare gesti di paura. Nella lotta per l'esistenza ogni pa!'tito - come ogni inJi\'iduo - tende, quando lo può senza. pericolo, ad assalire da solo l'a.vvers1rio, per godersi da.solo i (rulli della vittoria; ma quando non si sente forte abbastanza, o per lo meno non è sicuro della riuscita, è natural– mente portato ad invocare l'aiuto di un altro partilo o rraiione atllne. Questa tendenza è massima quando si ha subila una sconfitta., come l'ha subita il clerica– lismo, e quando alla sconfltta s·o aggiunta - corno quasi sempre succede - la spoliazione di beni, non importa se mali acquistati. Il clericalismo ce l'ha contro il liberalismo, usurpatore. non solo, m1. erotico, vol– terriano, massonico, ateo, s.:omunicato, o chi più ne ha più ne metta, ce l'ha tanto che avrebbe preferita. ogni altra alleanza, eccetto che con esso. D<1. ciò è nato il renomeno t.lel socialismo clericale, cioà alleanza coi nemici del cosi inteso pirtito liberale, per pigliarsi la rivincita e consumare la tanto so1pirato. \'endetta. ~ltl. il partito socialista. non poteva prestarsi a tal giuoco, e là. dove in qualche m"Jdo una intesa equivoco. tl\'– \'enno, il clericalism> dovette accorgdrsi troppo presto che il giuoco, se non giovava al socialismo, ora sopra– tutto pericolosissimo per la chiesa. Non c'era altro da fa.re che attendere migliori eventi, i quali non potevano m1ncarcl. È nella sicura. previ– sione di questi eventi che si fonda la. Intransigenza clericale, ctl in se1130opposto la intransigenza socia– lista, intransigenla che ha.procurati così buoni successi n. questi due partiti. . . . La borghesia liberale, mano mano che va Cllmple– tando la. sua operu. di sfruttamento, vede pure crescere di giorno in giorno i propri nemici e mancal'le sempre più il terreno sotto i piedi. Come prima. se ne accor– sero i socialisti, ed in seguito i clericali, anch'essa oro. si va ar.corgendo che nella sua potenza sta la sua debolezza. De\'e perciò cercare aiuto, ma do,·o tro,•arlo1

RkJQdWJsaXNoZXIy