Critica Sociale - Anno VI - n. 17 - 1 settembre 1896pdf

CRITICA SOCIALE 207 una massa enorme cho al primo urlo dovrebbe spn– zaro ogni ostacolo e stravincere ogni tl\ versario, come quelle ordo barbariche che, sullo scorcio dell'impero romano, si riversarono sull'Occidente; eppure, <"Ome quelle orde rurono ammansate dalle ,·inte ma civili po• polazioni, come GrC''Cia copta fel"umr:iclo,-emcoepit, così il socialismo, ch'è civiltà, vincerà il clericalismo, che ò barbarie. Chi non vedo come la maggioranza clericale procede timida e sbigoltilal mentre la minoranza socia– lista si avanza balda e risoluta? Egli è che nelle lolte rra borghesia clericale e liberale s'ò sviluppato un vinti scicntiflco che Insensibilmente s·ò inoculato anche nello ca.sto sacerdotali o negli lnltmi strati sociali, immuniz- 1.nndo!i contro lo vocrhio rollio a.scetiche e religiose, e facendo sl cho vh·nno come so la roligiono non esi– stesse. ( 1 ) Noi olcricnli manca la redo, <JUolla fodo cho muovo lo monlagno - come dicen Oosll - o che ìn– ,•ece nei socialisti è viva co,l da f11.re di ognuno di essi un apostolo. Ma, oltro allo spirito scienliftco diffuso nell"ambiente slorico, i ,•eri nemici del clericalismo sono i bisogni materiali della vita nsica, sono le necessità sociali. Ogni individuo è C'>Slretlo a mangiare, è J>Ortato ad 3mare; ma nell'appagamento di tali istinti qu&nta lotta e quanto dolore! L'utinenzl\ impossibile e la improHida. provvi– rlenza divina non Bi prestano a fortincare la fede. Ogni credentt, negli atti della vita, specialmente nelle avver– sità, lascia sempre un po' della. sua fede, e più di un3 volla, sposso nello stesso giorno. gli capita di fare la ftgura di quel personaggio tralteggiato dallo Zola nel Lourdu, il quale, dopo avere ricorso alla madonna con fede sovrumana per ottenere la guarigione, questa man– cat&, esplode In maledizioni contro dio e contro i santi. Fra I capi della. gerarchi& clericale e la massa dei fedeli, Inoltre, non c'è quella corrispondenza di propo· siti, nè quella uniformità. d'Intenti che generalmente si ammollei anzi persino fra. alto e basso clero c·b grande discordia.. È sicuro che i fodoli, se chiamati ad alti di politica, non risponderanno con la punlualità. e lo slan<'io che mettono All"osservo.nza di tante formalità ecclesia– stiche, le quali, nei paesi latini specialmente, equival– gono a veri passa.tempi. Educali da lungo tempo a di sinteressarsi di tutto, ora hanno bisogno di essere spoltriti e scaltrili, ed in quesl'opera di educazione politica c'è da temere il risveglio della. coscienu di classe, la quale può far el che i proti preparino la mi– nestra pei gatti - come si dico - ed in questo caso i gatti sono I socialisti. Anzi è appunto sopra di ciò che contano i socialisti, è per questo che stimolano il clericaliemo alla lotta, ed è per questo che il clerica– lismo è titubante ed impaccl&to, fiuta Il pericolo e ri– calcitra. Il partito clericale, che si agita per tentare un&granlle e forse ultima reazione, come il paganesimo al tempo di Giuliano l'apostato, pure non ha una vitalità propria i chiuso por lungo tempo noi lana.retto della sua casta, esso non conosce Il mondo moderno ed è molto lon– tano dalla civiltà, che non può apprezzare. Il ris,·eglio che ora vi si nota. non è che un fermento più o meno temporaneo apportatovi da corta borghesia miscredente, (') ~no pure tlnlom l. cre diamo, di que1to renoment> le rlbel– llonl di taluni prell. c.he ti menono a pr edicare di 1ociall1mo atrrontando le 101pen1lonl (I tllr:b,t, e le 1c.omunlc.he, c.om'à 11 c.:usoree.ente di Antonio Pollteo, e le eresie di taluni al1r1, che, pur non rac.endo anc.Orl\ Il tallo I\I1oc.lall1mo, 11rl,oltano e.oniro le J1>0c.rl1lee l'aYldlll della calla c.ulappartengono: e1em1)I Don Mlraalla a Placenaa, Don Segronl prima a I.odi ed ora a 1S1lano. (o\"oto ddto CIUTICA). roLt.a a tutte le male arti della rapina e del sangue. Quello che ora. si chiama partito cleric!lle, a differenza dell"antico, non t\ che un prodotto bastardo, nato dalla confusione delle due borghesie - la credente e la mis– credente - entrambe condannate da.Ila loro opera storica. . .. ~la non è tutta la. borghesia liberale che può passare in braccio al clericalismo. \folli che, dimentichi del pa.s– sato, ci cascheranno, spinti da interessi economici, ne rifuggiranno subito Inorriditi, respinti dai bisogni in– tclleltuali. Molli altri, che costituiscono la fraziono pili avanzata della borghesia (o sono quelli che oggi gri– dano più rorto rallarme) non potr3nno rassegnarsi a tanto obbrobrio t', per leggo di conlrasto, passeranno nd ingrossare Il\ com1n1gino socia.listo. 1:;sempre ,·oro che l'uomo non può vivere di solo pane! 11 socialismo fin dai suoi iniiii ha. dovuto combattere questi suoi nemici separati; domani sar& costretto a combatterli in un sol corpo, stremato però dalla diser– zione di lutti quelli che ogni giorno passano nel camp:> socialista. Ora, se non fu mai possibile spegnere la ci– viltà, neanco In epoche di questa più tristi, se essa flnì sempre emigrando da un paese a1 un allro, trasmet– tendosi da un partilo ad un altro, per avere il disopra. i se non fu possibile soffocare il socialismo - cho della civiltà è il più strenuo difensore - neppure quando era In fasce: per quali ragioni si deve temere oggi, che l'avvantaggiano le condizioni pili favorevoli 1 Il partito socialista. non teme 1"1bridaunione clerico– llberale, non solo perchè l'ha. pre,·ista come fatalità storica., e perciò s'è preparato, ma anche perchè colla sua. tattica fila sollecitata, In quanto tale unione costi– tuisco l'ultima. rase dolio duo pili grandi frazioni bor– ghesi. In tal modo I& borghesia pseudo-liberale, fug .. gendo, sarà costrolta. o 11. lasciare ai socialisti quel po· di buono ch'è noi suo bagaglio, o a portare seco in seno al clericalismo i germi più virulenti della disso– luzione. i allarmino, dunque, i pochi liberali che non sanno torna.re al clericalismo nè passare al socialismo, con– servando una posizione equi,·oca e penosa i noi socia– listi slamo dolenti solo di non potere - come i cava– lieri antichi - dire a questi nostri nemici: Tfrate pei p,·imi, poichè è da un pezzo che essi, armati di tutto punto, tirano sopra di noi inermi. Forti della giustizia della nostra causa, abbiamo sempre dichiarato lealmente dove mirano i nostri colpi, ciò che i nostri av,•ersari, tutL'altro che leali, non faranno mai, limitandosi tutt"al più a dire e non tlire, por meglio ingannarci. Ma noi che, malgrado ciò, li conosciamo bene, non ci faremo cogliere in agguati e sapremo scansare i loro colpi, por quanto forti e proditorii. G. 8O:S-AGIUSO. IL MATERIALISMO ST RICO ( tf. i>ropoalto tll ma.a, t'eceut" pubbllcazio,ie) ( 1 ) i•: noto: la concoziono materialistica della storia, nata or sono cinquant'anni sotto la suggestione di un nuovo mondo che si andava generando, ebbe la sorto di tutte le leol°ie che osano lanciare idee nuove non patentate; prima si pensò, con uno stratagemma ben noto nel mondosapiente, di ucci- (1 J Prof. Al'ITOlflOl,'81\IOLA: Del materiat,11110,torico; Dllucl– duloae preliminare; 111Jma, ,sM. - Pruso l"Ufflc.lo della 0,-itlra $«late (1.. 1,50).

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