Critica Sociale - Anno VI - n. 15 - 1 agosto 1896

B CRITICA SOCIALE 233 tano le spese di cullura, sono queste le ragioni no– ti ime cho paralizzano la resistenza della piccola pro1wict;\. s·aggiunga il tributo che il piccolo pro– prietario elevopagare al crcclilorc e allo Stato. e si comp,·endcr:\ a <1uali ll·isli condizioni egli debba OSSCl'Cridotto. lnolt1·0 re,·olversi della produzione ci po1·tadalla produzione por la famiglia e pc,· i mei·cati lo– cali alla produzione pel mercato unico. La piccola 1woprietà oJwoduce poi bisogni del proprict.1.rio e tende a sod isfare a tutte lo esigenze della piazza - a(Jricollm·a 1nisla - cd allora non ha ragione d'essere nè cli seguitare a produ1-re. pcrchè in con– trasto colla economia a mercato unico; o ò specia– li:zala, cioò produco ciò che colla minima spesa le clft il mag$'io1·e prodotto, e allora sarà. cosfreUa ad arrendersi alla grande coltura che rappresenta maggiore polcnziamenlo di lavoro e di capit:1le. Malg1·adotutto ciò, si obbietta, I:\ piccola p1·oprictà resiste ancora. Anzi, se si pon mente al nutnel'O derr\i articoli di n1olo dcli,, proprieth fondiaria in 1t~1iia ,fai.le pm·e le deduzioni prcsuntiva1nento ne• cessarie per averne il nume1·0 elci proprielal'i, ò incontestabile un notevole aumento dal 1870 al 1800. Ma c1uesto fatto sta forse a dimostrare che la evo– luzione economica f~woi-iscala forma di produzione piccolo-propi-ietaria 1 Questo fatto direbbe forse al pal'lit.o socialista che, se esso vuole Ol'ientarsi a se– conda delle leggi dell'economia, de,•e dirigere i suoi sforzi a sostenere la piccola prop1·ictà f Non è qui il luogo, anzitutto, di esami.nare lo cause che possono a"ero prodotto l'aumento accen• nato. Possiamo, in blocco, additare alcune delle l}iù importanti: come l'aumento della popolazione che p01·ta con sè lo spezzettamento e la poirnrizzazionc delle piccole propricfa; il decadere delle 1}1'oprietil medie che diventano proda elci capitalisli eserci– tanti la speculazione di dividel'lo per cccle1·loa fa– miglie di contadini che pagano, a prezzi usurai, un boccone di lcl'l'a che serva 101·0 come mezzo di vita (salvo poi venir di nuovo e.spropriati non potendo sostenere il peso degli interessi o delle rate di am• mortizzo); la ~rande quantit.\ di strade e di lavori pubblici eseguiti in questo periodo di tempo pe1·cui crebbe il numel'O degli nrticoli di ruolo, in seguilo a tagli di proprietà, senza che c1·escesse il m1me1·0 dei proprietari. Comunque ia, è incontestabile che il pel'durare della fo1·mao anche raumenlo dello piccolo pro– prieHl non dice (salvo por alcune plaghe cli cui ci occuperemo a. pt.\l'te, nelle quali la 1·esistonza é do• vuta alla inapplicabilil;\, fino ad ora, dolio macchine a certe detormi.nate culture) non dico che !"orga– nismo della piccola proprietà abbia in sè le condi• iioni di resistenza e di "ita. nasti osservare che la maggio1· parte dei cont..'ldini-proprieta1·i d'Italia trae da altro occupazioni, che non siano il lavo,·o della terra, quanto basta a integrare un reddito che è sempre un recidilo miserabile. Ora è l'cmi– g1·azione temporanea, ora il contrabbando; r1ua il lavoro salariato che il contadino o alcuno della sua famiglia presta sui campi altrui, là un lavoro sus• sidia1·ioapplicato a un mestiere, altl'Ove la mercede guadagnata nella fabbrica; - sono insomma altro fonti di vita che, all'infuori dell'agricoltura, la.gran maggioranza dei contadini proprietari è costretta a cercare. Ciò sta a dimostrare che so la piccola pro– prietà. apparentemente resis~e, i!1 realtà essa è _quasi, por ogni dovo, una forma rntrmsecamente nnta o debellata dalle nuove condizioni sociali. Sotto i linea• menti ciel piccolo proprietario gi.\ si scorgono for– mati quelli del proletario ( 1 ). E ciò è vero anche per i (') Fin dal 188&la Ueluione generale del Jaeini 111iriauH•II dell'Jnehletta agraria denunelaT• la preunia ln Italia di un .,prolelarlalo di propriolarl •• Jwma 188&1 par. 191. e luoghi, pochi a dir vero, dove il piccolo proprietario 1·iesce a cava1·0 dallo tc1·1·ec1uel che è ncceS8arìo pm· vivere. rn t..,l ca.<:o egli si trova nelle condizioni identiche di un proleL.wio in r1uanto dove, di fronte alla concorronza,codero il suo prodotto a un 1weizoche è inferiore al n\lore; devo cioè rcgala1·0, come OS· serra il i\larx ('), alla societ.\, o, meglio, alla cbgso capitalista una p::u-tedel suo lavoro i mentre un'alh·a parte egli la regala al credilore. a chi gli ha vcn• dulo a preizo, di solito altis:simo, la sua parcella di terl'eno, o a chi gli ha gettalo la corda del mutuo che, col pretesto di salval'lo, lo appicca. fn tali condizioni la piccola proprieh\ si appalosa come nemica della cultura o della civiltà, perché esaurisce l'uomo costringendolo a un la\'oro più in– tenso di quello del vero e prop1·io proletnrio, ed esaurisce insieme la terra affidala a questa molti• inclino di miserabili, impossibilitati a fomirsi del capitale che compia le funiioni rcinlegrafrici, e in• capaci a trattarla coi metodi scientifici. Ma nel– l'istesso tempo la evoluzione fatalo delle cose, tras– formando sostanzialmente il piccolo proprietario in proletario, crea le forze che cond111'1'anno alla abo· lizione di questa forma arretrata di produzione. Donde si traggono due conseguenze riguardo al contegno che il pa!'tilo socialista deve assumere di f1•ontoalla piccola prOJ)l'ioh\:una,che il pa1·lilo,come non può promettere il mantenimento della piccola proprie!.\ nella organizzazione socialista., cosi non può, senza contraddire alla sua funzione o ai suoi fini, aiutar·o la conservazione della piccola propriet.\, ma deve anzi volgere i suoi sforzi ad accelerare la ti-asformaiionc ciel piccolo proJ}l'i0tario in proletario; raltra, che que.sta aziono contraria alla piccola pro– prietà trova lo condizioni fayorevoli appunto nel fa.lto che, sotto le apparenze della viia, l'organismo della piccola p1·opriet:\ manifesta gi.\ il dissolvi– mento, e non è quindi a temere che opponga seria resistenza alla propaganda socialista, la quale mira a sviluppare nei contadini propl'ietari la coscienza esatta della lol'O situazione. Perciò la nostra propaganda nei luoghi cli pic– cola prop1·ietà dic.'1senza risor,·e o senza reticenze il pensiero del pal'lilo socialista. r,: noi campo legi– slativo i 1·app1·esentanli nostri si oppon~ano a tutto le legi;i che tendono a rendere inalienabili le piccolo proprietà, o inscquo.strabili lo sc01·tocielpiccolo col• tivato1·e; che lenclosse1·0a limita1·e il diritto di tras– missione o di ripartizione; o avessero per intento cli dare una prosporit.\ effirnora alla piccola pro– prietà con premi, o dazi, o divieti di impo1·tazione. Promovano invece quello leggi o esigano !"applica– zione seve1·a cli quelle leggi che, corno la istruzione obbligatoria por un corso pili lungo che oggi non sia, e il divieto <lei la,·01•0dei fanciulli. tolgono alla piccola economia agricola le risorse della forza gra– tuita di lavoro e limitano In possibilità. dello srrut• tamenlo famigliare. 2.' Mezzadria. Della mezzadria, questa. forma antica e caratte– ristica del contratto açricolo in Italia. non si può di1·e precisamente quei che si è dotto della piccola proprietà: che ossa sia una forma già superata dalla oroluziono economica.. Ancora con surfìcionte vigore essa si reggo in qualche provincia critalia, o in ge– nere essa spiega una notevole resistenza nello 1·e– gioni mont:rnoso o nel piano non il-riguo. Tuttavia é innegabile che essa accenna a scomparire in più luoghi: nel Veneto e nell'alt.o Lombardo, in alcuni punti cloll'Emilia e della Romagna. Vien sostituita. o eia una forma di affitto a gencl'i, o da colture spc-

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