Critica Sociale - Anno VI - n. 15 - 1 agosto 1896

230 CRIT !CA SOCIALE raZione agricola, che non 1'6pugna ai socialisti pu– ritani e che vagheggiano gli economisti rondatol'i di casse rurali e di leghe pel' produzione e per consumo. Il gio1·nale milanese della cooperazione. diretto da economisti 01·todossi, seconderà queste aspira– zioni del Bonzo. L 'espe1•ienza, poi, dal fiore della coope1•azionepotl'it far usci1·e il frutto della collet• tività s001.a ,cosse rorti agli istinti ed alle tradizioni della propl'ieL\ individuale, ed alla unità della ra– miglia umana. Cosi, pro,•ando e riprovando, pro• gradisce la società. OA0RIELE ROSA. Finis Poloniae? Poichè la lettera del 1wor.Antonio Labriola, e gli articoli inviatici da \V. Jodko e dalla Luxemburg, hanno inro1·mato i nostri lettori intorno alla que– stione dell'indipendenza polacca che si discuter..\ in questi giorni al Congresso inte1·na1.ionale, ci pare opportuno fai' loro anche conoscere l'opinione in proposito di Ca1•lo Kautsky, il quale, tenendo una via media, si accosta al parere da noi pure espresso. La queslione posta si potrebbe riassumere nella domanda: ciò che pili inleres..~ il socialismo inter– nazionale ò la ricostituzione della Polonia o non piuttosto la demolizione dello Czal'ismo? Gli articoli del Kautsky sono inseriti negli ultimi duo numeri della Neue Zetl. E ci sembrano inte– ressanti, anche astraendo dalla c1uestione polacca, per lo molte acuto osservazioni di carattere gene– rale che essi contensano, relati,,e alla politica in– ternazionale nei suoi rapporti col socialismo e colla lotta di classe. Pubblichiamo oggi la prima parte. !. I roincchi, 1n rivoluzione, il pnnslavlsmo. Noi trovinmo la questione polncca, si può dire, alla culla dcll' e Internazionale>. Nel 1863scoppiò l'ultima insurrezione della Polonia russa. I lavoratori dell'occi– dente europeo si dichiararono vivamente per l"indipen– denza polacca, e ru questo il primo ratto, dopo la ri– voluzione del '48, che riunisse in un'azione comune i proletari di tutti I paesi. Nel ·53 o noi ·01 si tenne1·0a Londra, a ravore dei polacchi, grandi riunioni, nelle quali parlarono oratori delle dh'erse nazioni. I la"ora• tori parigini vi in\•iarono spesso delega.ti. Ne venne quella cooperazione internazionale onde uscl la grande riunione a favore della. Polonia, tenutasi il 28 set– tembre 1861 nella sala di San Marlino, e che miso capo a un'organizzazione internazionale. Questo stretto nesso, fra la battaglia per l'indipen– denza polacca o il sorgere del!' e Internazionale>, non fu un mero accidente. Dalla grande rivoluzione fran– cese in poi, la questione dell'indipendenza polacca aveva sempre a\'ulo una grande importanza per tutti i partiti rivoluzionari d'Europa; essa era per la rivo– luzione europea Il pili importante problema di politica interna:zionale. Ciò si spiega subito ove si pensi all'importanza che ave,·a la Russia per la rivoluziono europea. Come la Francia era per eccellenza il paese della rivoluziono, il paese che doveva portare la libertà. a tutti gli altri popoli, cosi la Russia era il presidio della reazione di Bo 10 tutta l'Europa. L&.rivoluzione non poteva conseguire in Europa. vittorie durature sintanto che durava in– concussa la. potenza degli Czar. I nemici degli Czar erano i naturali alleati della rivoluzione europea. Poichè il dominio degli Czar costituiva un pericolo interna– zionale per la democrazia e por la civiltà dell"Europa, l'aiutare i nemici degli Czar diventava il dovere inter• nazionale di tutta la. democrazia europea. Due motivi rendevano pericolosa la Russia per la democrazia europea: l'assoluta mancanza di una classe rivoluzionaria in quel grande paese, e la tendenza di questo ad espandersi vor.so occidente o verso mez– zodl (I). li primo di que:itl ratli poneva. la Russia nella comoda condizione di potere, unica fra gli stati d'Eu• ropa, quando scoppiasse una rivoluzione, riversare tutte le suo forze al di ruori, pe1•reprimerla, senza temere alcun sollevamento all'intorno. La sua tendenza, poi, all'espo.nsiono minac1iiava di costringere una parto sempre maggiore dell'Europa sotto il suo pugno di ferro o di restringere cosi sempre più il campo allo s,•olgimento dolio libertà. politiche. Oltre l'impulso, proprio ad ogni monarchia assoluta, di allargare il circuito della sua potenza e del suo sfruttamento, agiva in Russia altresi l'interesse com– merciale di im1>adronirsi di Costantinopoli, di questa dominatrice del hcino orientale del Mediterraneo, e chiave del commercio coll'Oriente. Ma il dominio di Costantinopoli presupponeva lo sconquasso dell'Au– stria e della Turchia o l'annessione di gran parte dei costoro 1>ossedimenti. 11 panslavismo avvalorava potentemente questa ten• denza conquistatrice degli Czar ('J. Nell'epoca, eui specialmente ci riferiamo, dal '40 al ·10, gli slavi del– l'Austria e della Turchia erano quasi vergini tuttora di civiltà. moderna, estranei ad ogni idea di indipen– denza politica, apatici o decisamente reazionari. La loro annessione all'impero russo non vi avrebbe por– tato alcun pericolo di agitazione. Guadagnare a sè questi elementi fu dunque una dello principali aspi– razioni dolio Cnrisruo. Esso inondò dei suoi agenti i distretti slavi dell'Austria o della.Turchia, adattò ai 1>ro– pri bisogni, nella rormo. dol panslavismo, il principio di nazionalità. dell'occidente d'Europa, a fine di adescare cosl la. parte più intelligente degli slavi non russi. La costoro ingenuità. politica prestò fede tanto più presto agli eccitamenti degli nganti russi, quanto più dura pesava. su di loro l'assoluto dominio politico ed eco• nomico degli Absburgo e dei Sultani. Il panslavismo, che min accia.va di assoggettare tutto l'elemento slavo d"Europa alla Russia, estendendo im– mensamente il dominio di questa, diventò cosi un pe– ricoloso nemico della democrazia occidentale, ad onta delle apparenze e delle illusioni democratiche onde si rivestiva. Di qui, per la democrazia, l'interesse alla conservazione doll'iruporo turco; di qui anche la ne– cessità. di propugnare la ricostitozione della. Polonia corno baluardo contro le velleità. di espansione della Russia, dacchè i polacchi erano la sola. nazione slava che si mostrasse del tatto rerrattaria, anzi decisamente ostile, al panslavismo. (') V. li cla..1lco arllcolo di F. EN0RL9 su I.a 1J0lltlca utera dtJUO0,1arllmo t~u,o nella l\"cuc Zelt, anno So, ))ag. 145. (T) In Turchia la questione nulonale 1I com))licua colla re1l- 1rlo~11. Oli Cur ,,1 a1111arlvanonon solo come liberatori dei fra. telll slavi, ma anche come protettori del crlstia.n! di fron1e 11.i maomettani. Sul greci, ,ul rumeni, sugli armeni la mluione 11a,a della Runh1. non aveva azione; TIsi 1011!1ulva Il fanatismo religioso.

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