Critica Sociale - Anno VI - n. 9 - 1 maggio 1896

136 CRITICA SOCIALE di buona memoria 1 che fu - siamo giusti coi morLi - assai meno infantile di così. Di questo dunque ci doliamo; che le due parti non possedessero lo strumento di una lingua co– mune, e lottassero come stranieri che, per inten– dersi a vicenda, non hanno che il gesto. E questa è in parte nostl'a colpa, alla quale, nei due mesi che abbiamo davanli, converrà ripara1·e. Perchè, so il deliberato che il Congresso regionale adottò a maggioranza di H3 voti contro 8, e che limitasi a restaurare il deliberato di Parma nella sna acce– zioue semplicista, avesse da Fi1·0nze la consacra– zione uazionale - e si dovesse poi attuare sul serio e non da buria - sarebbe il vero catenaccio posto al partito, la recisione dei ponti pei quali gi;\ tante simpatie vennero a noi, che ne fuggil'ebbero sgo– mente. Si pensi soltanto all'ipotesi delle elezioni gene1·ali nel p1·ossimo ottobre, colla piattaforma della guerra o della pace in Africa e del ritorno di Crispi; e ci si rifletta un po' su. Non ci resterebbe allora che raccomandarci - anche noi socialisti! - alla venerabile rmpostura, nume tutelare delle campagne elettorali; sper:u•e nel trionfo cliquell'oppo!'tunismo, che fa che i delibe– rati dei Congressi rimangano lettera morta quando é l'occasione di applicarli; spera1·e che la 1·uioa morale salvi il partito dalla jattura materiale. E a questo accennava per l'appunto la proposta che il più maligno dei nostri amici domandò formalmente fosse messa in votazione tosto dopo la repulsa del nostro, e da lui caldeggiato, ordine del giurno: che a dare serietà di sanzione alla massima votata, i non ligi ad essa venissero espulsi dal partito. I proceduristi opinarono che l'espulsione venisse pre– ceduta da for·malo diffida ai contravventori. Con questo temperamento la proposl.:1. passò; passò coi voti del proponente - non col nostro - e con quelli cli quasi tutti coloro che avevano respinto il nostro or·dine del giorno. Non già ch'essi non sen– tissero il velen dell'argomento e il sarcasmo che s'appiattava nell'atroce proposta; ma la logica stessa del loro voto li sforzava a quell'inverosimile si che faceva le vendette dei vinti. Senonchè il nume ironico del Congresso non pa• reva ancor sazio. P1•etendeva dai delegati, freschi anco1·a del voto, la genuflessione del l'imorao. S'era pal'iato, discutendo, di una quautil..\ di cose non previste dai mandati imperativi; della diversa fun– zione delle va,•ie clas::;i bOl'Dhesi; del conflitto fra di esse; dell'esempio mirabiie dei deputa.ti sociali~ti francesi, aiutatori e dominatori del ca<tuto gabinetto radicale; dei pe1·icoli della reazione; della levata di scudi clel'icale; dei programmi minimi impediti; dell'abolizione dei sussidii alle Camere di lavoro; dell'istruzione elementare in mano ai preti, ecc., ecc. Tutto ciò amareggiava la vittoria dei semplicisti; gli ultimi argomenti più tangibili avevano trafitto qualche tenero cuol'e. Ne zampillò un emendamento pel quale,« in casi affatto rari ed eccezionali:#, nelle elezioni amministrative 1 potesse il Consiglio uazio– nale dispensare dall'osservanza della tattica uni– forme, salvo ottenere dal futuro Congresso un postumo bill d'indennità. Si era costituita prima la sacra Inquisizione; ora si chiedeva, per contentino, un qualcosa di mezzo fra la dispensa dal magro, che la Curia vescovile concede agli stomaci deboli delle pecorelle, e il sacramento purgatore della confessione. Naturalmente il « caso raro ed ecce– zionale » ciascuno lo poteva intravvedere rise1·vato per sè. Qui il Congresso sentì, e fu buon segno, che l'ironia - questa volta incosciente - lo incalzava in piena burletta. La dispensa dal magro raccolse, crediamo, soli tre voti e non più. LA CRITICA SOCIALE. LE DUE LOGICHE Roberto Arùigù ebbe a dire che l'uomo è un essere per eccellenzt\ illogico. Anebbe dovuto aggiungere che l'uomo ha due logiche: quella del pensiero e quella dell'azione. Di uomini che sappiano condurre a fil di logica un ragionamento voi ne troverete un numero discreta• mente scarso: di quelli poi che, oltre essere loici nel campo del pensiero, sappiano tradurre in atto le loro logiche elocub!'azìoni, durerete erculea fatica a ritro– \'arne, nella cerchia. della vostra privata conoscenza, qualcuno; so pur lo troverete. E una delle distinzioni le più frequenti anche nel campo della scienza quella fra vita speculativa e vita attiva. Poi' citare un esempio fra i molti universalmente noti, ricorderemo la Chiosa cattolica, che sempre pre– dicò la. religione dell"amore, della pietà. e <lella carità, e sempre s'ildoperò per praticare la religione dell'odio, delrintercssc, della guerra. Quali lo cause di questa bilateralità. della logica umana? 1.·a.nalisi positi\·a della moderna psicologia assodò la psiche umana consistere di tre elementi, principal– mente: l'intelletto, il sentimento e la volontà. Orbene, il pilL delle volte il sentimento si trova in antagonismo coll"intelletto (contrasto questo già posto in luce dal Buckle nel suo Saggio sull'incivilimento). Una prova di volgare esperienza di questo conflitto ce la offre il fatto che quando un sentimento sf1'enato - per esempio, intenso dolore o pazza gioia - domina la psiche nost1·a, ci riesce impossibile qualunque intel– lettuale lavoro. La lotta perenne fra scienza e senso comune (per ironia qualche volta detto anche buon senso), fra scienza e religione, fra scienza e superslizione, fra scienza e prcconcetli ( 1 ) (la prima fondata. sul raziocinio, gli altri sul sentimento), sta a provare questo nostro asserto. Si noti bene. Noi non vogliamo con questo escludere che unche l'elemento sentimentale sia utile e necessario alla vita del genero umano. « Una. intelligenza pura, dico a ragione Spir, non mista. a sentimento non sa• l'ebbe che una semplice macchina. 1, Quando il senti– mento è giusto e buono o dal potere volitivo frenato e posto ai servigi dell'intelligenza, può rendere all'or– ganismo individuale e sociale benollzii mirabili. Chi può negare i morali effetti del cristianesimo pl'imitivo1 Tutta la forza do! moderno socialismo poggia. sull'af– fratellamento del sentimento (antagonismo di classe, ecc.) coll'intelligenza (sue dottrine economiche; applicazione della dottrina evoluzionista: concezione materialistica della storia.). Solo diciamo, che quanùo il sentimento ticn libero il campo della coscienza umana. e vi spadroneggia esclu– dendone il raziocinio, allora altro che nocumento non può venire al genere umano. Ne è luminosa. conferma l'esame della psiche del selvaggio e del delinquente, del bambino e della donna, tutta signoreggiata. dall'e– lemento sentimentale, co' suoi velenosi frutti dell'im– pulsività e incapacità. al lavoro, del capriccio e del misoneismo, della crudeltà. e della vanità, del feticismo e della idolatria., del culto della. moda e della scimiesca imitazione. ( 1) Vedi H. SrESCER, Jnt1-od1ulcHlt' alla 1oclo!o91a.

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