Critica Sociale - Anno VI - n. 5 - 1 marzo 1896

68 CRITICA SOCIALE petere pappagl\lloscamente il verbo del professore, mo– strarsi disposti lnsomm11 a plasmare Ilcervello su quello dol superiori. Colla nuova legge sarh. ancor peggio; e che po trà sperare il popolo da questi figli degeneri, i qua.li, Invece di lavorare per lui, si venderanno anima o corpo al padroni t In uno degli ultimi rascit:oli dello. Uici,ta di _politica " ,cie,ue ,ociali del Colajanni, ò con molto senno, seb– bene timidamente, dimostrato a che si ridurranno i pretesi vantaggi promessi alla libera docenza.,la quale dovrebbe servire di controllo e di coioplemonto all'in– ,egnamento ufficialo. In luogo di ottenere incremento esH rimarrà addirittura soffocata, giacchò guai all"in– segnante ribelle alle consorterie accademiche e agli interessi borghesi; o gli studenti, reclutati più che mai tra le ramiglle dei priv ilegia.ti dalla rortuna, accorre– ranno soltanto tlo,·e li chiameranno simpatia di casta, agevolezza di studi e di osami, insegnamento gretta– monto prorossionalo, voilo alla conquista di ruclli lucri, disimpaccialo dalrinutilo Ingombro di ltlenli scientifici. Il ministro, a propiziarsi gli attuali studenti, ha pro– messo che non saranno ad essi applicate lo nuO\'O disposizioni almeno riguardo alle lasso. e li lusingò col miraggio della scemata concorrenza o riulndi di migliori e più sicuri co\\o<»men\i; cosi h• 1bi\men\e troncatoi ner\l alle agitaiioni contro il suo progetto. N'on dale rede, o giO\'anl studiosi : Ben nitra e piò iniqua con– correnta vi si minaccia. La nUO\'ll leggo è tutta pei prh·ileglati del denaro e pel farabutti ; e I meno ricchi, gli onesti, I figli della piccola borghesia sopratutto, che o~gi apportano alla scienza ed alle professioni il mi– glioro contributo di lavoro e di ingegno, saranno pos– posti e calpestati dai sopraV\'enlenti. Nò il pubblico, di cui l!i coltiva ad arte l'ignoranz& e li servilismo, ha discernimento che basti a render loro giuslitia. SI pretende che le Unh•enilà gettano sul mercato un numero di laureali sproponionato al bisogni, e a questo !i \'UOI riparare. Se I calcoli ratti dalla Commissione presiedut& da Uovio prova.nero daV\oro questa. spro– porzione potremmo consentire noi suo concetto; è noto che gli srorzl dei socialisti sono nppunto intesi ad impodiro 111. disoccupazione o il disqullibrio in tutte lo categorie di lavoro. Ma non per quest o con sentiremmo cho Il limito che si vuol porre sio. o. ba.so di privilegio di classe. SI raccia lo.seleziono del migliori, si rincari sullo garantie, al neghino I diplomi a chi uggi li com– pera a contonti. Questa donebb'cssere I&via. Ma la. borghesio, che non riftnlsce di decantare i bc– neftii della libera concorrcnia, ecco che, quando si tratta di proressioni a. lei quasi esclusivamente riser– bate, si ribella al proprio dogma e rovesci& l'idolo suo. Ben ne comprendiamo I& ragione: 011a teme che i suol flgll cerebrastenlci rimangano indietro al rorti figliuoli del lavoratore, I quali, se potessero salire l'albero doli&scienta. ad essi conteso, vi diverrebbero invincibili; l'armo del sapero, essa se ne è accorta, non sta bene in mano al proletario, ed &111a glie ne nega la llcenu, so prima non prometta, come un vero ascaro auoldato, di servirsene solo a di(esa di lei; se non giuri la propri& rellonla. .\h ! no, non à la pletora di atutlioai il danno del– ntalia I Certo, vennero meno ogglmal a. talune prores– sionl le troppo pingui propine del passato; ma l'au– mento, che no nacque, di concorrenti a.ndò ii beneftcio dol pubblico. •~per esso che ogni più modesto villaggio potò avo1•0 Il mo dico, il rarmacistn, sposso volte il legale, o Il povero si è trova.lo un po' mono trascurato e indi- roso. SI vuol ora marciare a ritroso? D'altronde la l"nlversltà non è solo il semenialo del proressionisti: dO\'rebb'easere Il vh·aio della coltura. Come tale essa interessa anche Il popolo minuto, che or si vorrebbe adescare col lecchetto delle spese diminuite e quindi delle tasse scemate. Ma anche quosla è, come il resto, una rrodc. Le rorti tasse por sostenere i « liberi Atenei• e manloner,·i i propri flgli, la borghesia, che rlccheuo non ne crea, quand"anche rorma.tmento le sborsasse, le caverà. pur sempre, per diretto o per indiretto, dalle tasche e dal sudore del Ja,·oratori; i quali, come Il cane della ravola, avranno anche perduto rosso per l'ombra. {Lt1cca). U. C. IIproblemagricolo el'avvenire sociale del prof. FILIPPO VIROILII (') Dal lib1·0 cl.lito 1·ecentemonto, sotto 'luesto titolo, dal Sa11d1·on, ciò che più riesco e,•identc è la smnnia nell'autore di faro un libro. A qual p1'0, Infatti, saccheggiare, anzi copiare intere 1>aginedi scritti di agronomi, scelti o accop– piali coi più strani criteri; sudare più camicie per raffnz.zoonre un po' di coltura ag1·icola sui manuali e sugli articoli dei giornali, dimostrando di non a,·or saputo compiei-o ne1>puro un processo di as– similaziono; a che pro tutto questo la\•01-0,in cui ~i dà foi•ma o credenza a vecchio teorie 01-amai cadute, e si confondono e si fraintendono i fenomeni pii, olcmental"i <lolla vita dolio pianto 1 Come al· tribuire un qualsiasi valore scientinco a un libro noi quale si mettono insieme la teol'ia della domi– nante di o. Ville o dcll"annlisi dei terreni per mozzo delle piante (ora non pila p,·aticata da alcuno) colla tevuc ,tel mtntmo del J.iebig I (') n libro in cui si disconosco ogni impol'lnnza all'igiene agraria, e in ispecie a c1uellri dei concimi, sor– passandoo Ignorando le osservazioni dol Gil'ard, dell"Oborlin e dello stos.... o \Vagnor; in cui si confondo continuamente, o con quel fare tutto 1wop1·io di chi ha poco riflettuto, il fenomeno della uitl'ificaziono dello sostan;r,e 01•ganicho, con quello - cliamot1·almonto opposto- della nssaziono del– ra,olo libo1'0 da parto dol JJ. ,·alllctcou, i (') E I') l.'artltolo, che l111triamo, del nottro Samon·la 1ul nuot"o libro del pror. Vlrl(llil, del quAle11occu1)ano •In mente le Rh·Jste 1clenllftche e 1oclall. 6 rortt, molto rorte, e le,a, dote tocca, la pelle Ma Il vlrt:11116 ,rlou11e OJMll'OfO e prererlrà le nerbate achloccantl di una tonflntlone •chletta e baua3llera alle ca• rezte compiacenti e lualnratrlcl. (,Yoto ddtn CRITICA). (') Della teoria della dominante ù pieno l"inter o libro: biso– gnerebbe citarlo tuU"intern. 1:anall1l th~, In ba.se ad eua, al 1'0- leue l'àre, aarebbe fondamentalmente errata, percht c l'elfmento nutrltl•o tbe 11 tro,a nel auolo In minore quantili regola lauti– lluulone d•gll allrl •· Anche Il \'lr1llll acctnna al concimi ana• lltutorl e riporta KII urerllmenll del Pec:Jle (Ili(!'. 171e seg.); ma perch6 allora parla e-1IIcontinuamente della dominante! Come non al anede della gronolana tontradctltlonel C'i P. •JM!clalmtnle a pag. IU e IH tbe l'A, ronfonde con mag– giore lotoitclenia I d11e fenomeni, uruendo In ciò Il iolari che nel tuo libro aulrc Errore agricolo, cu, ec(. • fil l'ldentlu con– futlooe. Il Vlr1llll dia Vlll'àrth. llellrleJ('I, Nobbe, hHleme a Miln1&. lkhlGalnr. Warlnaton, Soyka. Wlndgnd11ty. non aapeodo etldcntemente che al 11rlml11debbono 111aludl ,ull"lnduzlooe dell"at01O (1u quel t"enomeno cl~ di natura cblmlco--blolog1ca, the ra pauaN ruolo llbero dell'1tmo1rera ad noto combinato, a meno del bacterio delle radici delle lft:umlnoae) e, al aecondi. In gran 111r1e,11111tudl 1ulla nltrlftcnlone (che 6 una -vera e 1>roprl11. r11rmentulone ouldante, do,uta pure a mlcrorganlaml, e colla quale l'Hoto delle 10atan1WJ or11a11l::hee ammoniacali al nltrlnr.a, cioè 11~1umeoaalgeno). Nel primo ra,o ,·I è vera e 11ro~ prla creulone di n,aterla or1111ulcano1a111; nel aecondo non vi è che 1rasrorm11tlone.

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