Critica Sociale - Anno VI - n. 5 - 1 marzo 1896

CRITICA SOCIALE sollevarlo al bacio dei venti, rimetterlo nella carreg– giata <lella.storia o tutelt\rno la rruttiflcazione. Cotesta scuola ha - come si \'Cdo- un suo parli– colare modo di considoraro lo svolgersi dolio coso umane e il relativo procedere dei partiti. Per essa non ò tanto la storia che ra gli uomini, quanto gli uomini che ranno la storia. Più che credente in un fatalismo storico, credo nel libero arbitrio. Interprete d'una rinnovata missione umana - essa dico - oggi non è che il Socialismo; ad osso dunque l'ufficio di penetrare, agitare, trasformare coi suoi uo• mini rambiento sociale, operando come agente e rea– gente chimico sugli clementi che gli stanno intorno. E,•identemente le duo ultime tendenze sono quelle che hanno assai ph) contenuto d'idee, assai più sostanza di scienza della prima, la quale, a ima volta, ha più contenuto di sentimento, e per dirlo con una rrase dell'Aquinate, ha più ,o,tan:a cli co,e ,pe,·ate. Ad ogni modo coesistono tutto o tre, l'uno. a fianco dell"altra in gara, che non rimarrà infeconda, o coesistono talora persino nella medesima persono, imperocchò la recisa distinzione che di osso abbiamo testò esposta non ò veramente nella realtà delle cose, ma ò, più che altro, una comodità di studio teorico. Ora, quale risultante uscirà dal loro meccanico in• treccio di conati 1 Quale processo vitale? Quale serio di ratti 1 Quale graduazione di linee, di colori, di voci? E quali influenzo nuo,·o premeranno sul lavorio di rormazione? Quali saranno quelle che si sprigioneranno dalle convenienze, ed anche dagli errori, della politica go,·ernante, interpreto di interessi e di cieche paure di classel E gli olTetti di tutte cotesto multiformi in• fluenze1 E dal vario agitarsi dei termini di cotesto polinomio, quali elementi buoni, utili, vitali rimarranno imperituri nel grembo fecondo del tempo, e quo.li si fredderanno nell'immenso sepolcro delle morte coset Tutti quesiti che attendono risposto. o soluzione. (La fine al pro11imo mmiero). 0. 0NOCCIII \'1ANI. L'IMPOSTA FONDIARIA ED ILSOCIALISMO' 0 Sia che il governo di Crispi esca vittorioso dalle vado lotte parlamentari che si preparano, sia che soccomba, alcune questioni di indole economica, o più strettamente finanziaria, da esso sollevate, si ripresenteranno innanzi alle Camere, poichè pH, che rireril'si alla s~ialo opera di un Gabinetto, toccano inte1•essi riflettenti il periodo attuale della vita italiana. I~e varie 'questioni che si rannodano alle operazioni del catasto e dalle quali deve uscire il criterio per risolvere la questione dell'impost..1. fondiaria, rappresentano un'urgen1.a immediata dalla quale non giova liberarsi con poche frasi. Là ben nota proposta. Sonnino di ristabilire, in materia di imposta fondiaria, lostatu quo a,ite la lo8le del 1880, era indubitabilmente di quelle che si r1fe1-i\tanoa soggetto sul \tuale prima o poi è d'uopo prendere una decisiva deliberazione. Senza dubbio tutto questo è in diretta connessione con lo stato del bilancio italiano nella forma che ha preso attual– mente, ma l'oggetto della discussione caratterizzava altre.si lo stato generale dell"economia italiana. La (') La Direzione della Rhlsl1, che ba gli etpreuo In allro ar– ticolo (Critica, 18911, pag, SiS), benchè da un al1ro punto di Tisia, Il suo modo dl ,·edere 1ulla so1pensione del ll\,orl del catauo, ha ap1>ena lllsogno di fare le 1ue riserve 1u lalune delle opinioni all'ermate In questo acrltto. l]\"ola tl<lla CRITICA). lo~ge Magliani del 1886 non ha, si può dire, la– sciato dietro sò altro, che il bisogno di ritornare sui motivi della sua elaborazione o sui modi di at• tuarla , ossia il bisogno di rimetterla in discussione e.rç no vo, come se non se ne fosse fatto mai niente. Ciò dipende dal duplico ufficio che ha ogni legge sul catasto: assoda1·e il reddito sul quale de\'O pr<r porziouarsi l'imposta; offrire un mezzodecisi\•o per efficacia giuridica per troncar nette le mille que– stioni che oggidì sorgono pel' dichial'a1-e la pro– pri.età di un fondo. E e,•idente, pel' ciò che 1•iguardagli ulllci giu– ridici di un catasto, quanto 1>0cosia imt)Ortanto stabilire l'epoca cui si riferisce la valula1.1onedel fondo, poiché il catasto non ha per questi uffici alt,-o scopo che di stabilire la prova della propriet...'\ e di facilitare le alienazioni, mentre il prezzo si deduce con cr iterì va riabilissimi dipendenti da altri motivi; ma è altro.si evidente come pe1· gli scopi Oscali ciò a cui dove mirarsi è sonatutto l'attua– lità. della valutazione, per evitare il pericolo di imporre il carico su redditi effettivamente inferiori ai valutati. La legge del 188G, riconoscendo impli– citamente che il catasto progettato non poteva ot– teuersi prima che fosso 300rsa una trentrna d'anni dal giorno dell'appro\•azione della legge corrispon– dente, arriva ad ammettere la possibilità che il catasto, quando si fosse compiuto, non si sarebbe riferito ad una reale situazione di fatto, amme– nochò si fosse ammesso l'assul'do che, in periodi di cosi pt'Onle rivoluzioni del mercato, i fondi gra• ,·ati non avessero assunto valori diversi; che se un tale assurdo non si affacciò (nè poteva non affacciarsi alla mente di uomini competenti in ogni più spe– ciale questione economica o finanziaria como il Messedaglia ed il Magliani, autore l'uno della dotta relazione che precede il p1-ogetto.e l'altro del pro· getto istesso) alla mente degli autori del progetto di legge. pure qualche illegittima speranza potè da,·gli adito. No ò prova il fatto che l'imposta istcssa \·enne consolidala in una cifra. di cento mi– lioni, il che supponon\ necessariamente non gi:\ la stasi o il decadimento economico, ma un progresso reale e sicuro. Difatti, dato il criterio dolla legge che l'aliquota dell'imposta dovesse csso1•edel 7 •,•. a raggiungere la cif1"J. di cento milioni deve presu– mer~i un reddito im1>0uibilo di un miliardo e quath'Ocento milioni. La l'Cndita censuaria del 180,1 ora valutata. a ,100milioni; supponendola metà della reale, si arri\'a ad 800 milioni, e, fatti infine i cal– coli ciù favorevoli allo premesse della logge. non ?nd1~i~b~~ea c~!s:z~i1~!p=~!!?~ ~~~f! ~:i~:~t~~ bili1-el'ammontare dell'imposta, avevano davanti una posizione ipotelica, ricavata dalla speranza di un continuo p1'0grocliredelle nostre condizioni eco– nomiche. (') Ma al disotto di questa ingenua e fo1•.:;e anche, dal punto di vista teorico-astratto, lodevole ipotesi, si nasconde,•a un non confessabile motivo, che non e:~os~:~1ii':v: d?~~n~ ~ 1 ~T1am~n~~i~~am~r:!~d~~; vecchia storia d'Italia nella natu1-ale opposizionedi interessi fra le varie regioni del nostro paese; op· 1 >0sizioneche forse nascondo una vera o proprii\ otta di classe. Le speranze e le illusioni che ani– mavano i promotori della legge sul catasto non rigua1-davano solo questo modesto e malinconico soggetto. Quel periodo di tempo, cui la legge si ri· ferisce, si contraddistingue per una esagerata fi - ducia nell'av,•enil-e, per una speranza quasi reli– giosa nella gmndez1.a futura delle nostre genti. (') V~dl N1tMa A11tol<Jg1a, :irt. di Uoo MAUOLA, I I gennaio 1896.

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