Critica Sociale - Anno V - n. 20 - 16 ottobre 1895

312 CRITICA SOCIALE L'imposta unica nel sistema georgeano Herbert Spencer nolla. sua Sialica Sociale, esami– nando i mali onde è travaglia.la la società-presente e riconoscendoli in gran parte dovuti alla spoliazione operata dai pochi sui molli, scriveva: e Se aves– simo a rare con quei medesimi che hanno originaria– mente derubata del suo patrimonio la razza umana, la cosa sarebbe presto ratta. • (') Come si vede - quali che siano oggi le denegazioni degli spenceriani e dallo Spencer stesso - il fllosoro inglese, nell'opera che sta, si può dire, a base di tutto il suo sistema, è molto più vicino al socialismo di quello che certi suoi seguaci non desidererebbero ; tanto più poi quando, nello stesso libro, scrive: e In– voco di essere posseduto da individui, il suolo del paese sarebbe posseduto dnlla. grande corporazione, la società. Invoco di prendere i suoi acri di terreno in affitto da un proprletnrio isolato, il flttaiuolo li pren– derebbe dalla nazione. Invece di pagare il suo fitto al• l'agente di sir John o di Sua Orazia, lo pagherebbe a un agente, a un delegato della comunità. Gli inten– denti sarebbero ufficiali pubblici invece di es.sere im• piegati privati e il godimento a. titolo di locazione sa– rebbe il solo modo di tenuta della. terra. Ma, non essendo nostro intendimento ora di mostrare le tendenze socialiste di Spencer sociologo anche contro la volontà di Spencer uomo e di tutti gli spenceriani in adorazione, ci contenteremo di ricordare la conclu• sione cui giunge e nella quale pone un problema di cui affida la soluzione al futuro: egli dichiara. cioè che la giusta estimazione e liquidazione dei diritti dei pro• prietnri attuali, che abbiano pagate (essi o i loro mag– giori) le loro proprietà. con equivalenti di ricchezza onesta.mento guadagnata., sad'- uno dei più complicati problemi che nvril. a risolvere un giorno la società. L'idea dello Sponcor trovò seguaci e fautori. In In– ghilterra ru assai caldeggiata la proposta che il Go– verno comperi o. prezzo di mercato la 1>roprietà.dello. terra; Stuart Mili sostenne l'appropriazione da parte dello Stato degli Incrementi di vantaggio avvenire, e con esso molli altri forti pensatori videro nella ni~– zionalizzazione del suolo un avviamento. alla soluzione della grande questione che agita l'umanità. ?i,Jarxed Engels medesimi avevano proclamato nel Manifesto la necessità. dell'espropriazione della proprietà fondiaria e la confùca della rendita a pro/i.lto deUo Stato. (Sot– tolineo questo ultimo parole porchè si vedrà in seguito l'importanza che esse banno e come anche qui quelle menti superiori quasi divinassero le teorie che si sa– rebbero notte in seguilo). Ma cotesta espropriazione aveva e in sè e nel modo proposto qualche cosa di troppo assoluto, di non ab– bastanza scientiftco, per ottenere rorluna; e fa mera– viglia che uscisse dalla mente di quei rorti campioni del positivismo, cho tanto concorsero a distruggere il vecchio concetto idealista che si possa applicare alla società un sistema economico nuovo di trinca, come un cappello sullo. testo. di un uomo. E giil. nel suo Progresso e Povertà il George osser– ,,ava allo Spencer: « Questo pia.no, sebbene perfetta– mente attuabile, non mi sembra il migliore; o piut– tosto io propongo di compiere la stessa cosa in modo più semplice, più facile e più tranquillo che non sa- (')t noteYole che late opinione , ampiamente riconfermata dallo Spencer in uno del 11.101 ultimi luorl: La Oluitlzta. rebbe quello di conftscare tutto lo terre e poi conce– derle rormalmenle ai migliori offerenti. JI piano di Spencer urterebbe troppo direttamente le tendenze e le opinioni comuni, susciterebbe accaniti avversari, com– plicherebbe inutilmente il meccanismo dello Stato .... • Poìchè, soggiungeva egli,"« è assioma di governo, com• preso ed applicato dai rondatori rortunati di tirannie, che i grandi cambiamenti non possono meglio esser compiuti che mantenendo le vecchie forme. È questo il metodo naturale. Quando la natura vuol fare un tipo di un ordine pili elevato, essa non ra che prendere un tipo di ordino inrcrioro e svilupparlo. E questa è anche la leggo dello sviluppo sociale.• Seconda.re, questa legge trarne il maggior utile possibile, ecco il modo di far molto cammino. Dunque nè conftscaro nè comperare la proprietà. pri– vata i l'una coso. sarebbe ingiusta, l'altra inutile e forse pericolosa; ma, rispettando il possesso o la qualiftca di proprietario, lasciare a questo il guscio, dando alla collettività la nocciuola. Non è punto necessat·io confi· ,cat·c la ter,·a i è solo ,iecessat•io con/i3ca,-e la 1·endita. Ma qui è necessario vedere da quali premesse egli parte. Una formula algebrica (lib. lii, cap. II, op. cil.) ci dà la chiave di quasi tutto il sistema: Prodotto = Rendila + Mercedi + Jnle,.eui. L'interesse, come l'intende il George (cap. IV, stesso libro: ll fatto capitale e i profitti confusi spes,o coU'in– tere18e), non è già. l'allegro interesse quale l'intendono i banchieri, spettante per diritto divino al capitalista che fa produrre; ma è il compenso del capitalista che realmente producei !"allevatore d"una vacca tro,·a nel latte, che munge giorno per giorno, non solo il com– penso del lavoro attuale, ma insieme !"interesse del capitale di lavoro speso nell'allevamento. rnsomma è tutta. una questione di fa, di quel fa che argutamente evocava Filippo Turati rispondendo a Vilfredo Pareto. Ora, convertendo la formula precedente in quest'altra: Prodotto - Rendita =- Me,-cedi + lnte,-essi no risulta che le mercedi e gli interessi non dipendono già dal prodotto del laxoro o del ca.pilale, ma da ciò che rimane, dopo prelevata la rendita, ossia dal pro– dotto che si avrebbe dalla più povera dello terre col– tivato. Ed ecco percbè, comunque aumenti la potenza produttrice, quand'anco la rendita aumenti di pari passo, come in realtà. avviene, nè le mercedi nè l'interesse potranno aumentare mal. Ed ecco spiegata, alftne, la condanna del produttori allo. miseria quando pure au– mentano smisuratamente i loro prodotti i in una parola la por,ertà coesistente col PJ·og,-euo. Scoperta la causa del male, facilmente il nostro autore ne addita il rimedio radicale: abolire tulle le impo&le, tranne quella sui valcn·i fo,idiari. Con l"appropriazione della rendita lo Stato sopperirebbe a tutte quelle spese cui oggi si provvedo con tributi che gravano ed intral• ciano tutte le rorme di attività umana. . .. Gli stessi principl e la stessa soluzione il George rl· pelo con nuove argomentazioni e documentazioni ed in rorma più popolare, spigliato. e brillante, nei P,-o– blemi sociali, che Il Masè-Dari ci diede quest'anno tra– dotti in italiano. ( 1 ) Tutto un capitolo è dedicato a. questa « prima grande rirorma. >, che qui è portata allo ultime conseguenze, la finale espropriazione doi pro– prietari rondiari. Osserva. a questo proposito un suo (I) Torlno,·casanova, t895{L 3,l50).

RkJQdWJsaXNoZXIy