Critica Sociale - Anno V - n. 20 - 16 ottobre 1895

CRITICA SOCIALE 311 Molmenti, ma gli italiani Jella rh•a sinistra del Tevere I Er1'0re solito nei liberti: invece di cercare nel ri• gli hanno già. ratto lo Oche. spetto della propria dignità individuale e nella so– Nò si trova meglio datraltrtL riva. Leone Xlii gli ha lidal'ieh\ organizzata il fondamento della propria indipendenza e sicurezza contro la prepotenza altrui, gih. risposto, protestando, con maggior forza dell'usato, si cerca un miglior padrone. contro l'occupazione di Roma o le foste di settembre. Scopi superiori attinenti al genet-ale indirizzo J clericali, imbaldanziti dei successi ottenuti nelle ele- della scuola popolare, alla sua diffusione 8 1 -ealo zioni amministrative, fatti audaci dalla. tolleranza del funzione, nel determinare un simile movimento governo, non vogliono sentir parlare nè di conciliazioni non entrano affatto o stanno soltanto alla superficie. nò d'accordi. Essi sperano, che il ftocco di neve diventi Si mira a migliorare la condizione personale del– presto la. valanga preconizzata dal cardinale Ferrari, l'insegnante adesso stipendiato dal Comune. Lo essi vogliono vincere colle forze loro soltanto, dare la stipendio, si spera, sarà più sicuro e più ]auto, e scalata. al potere, quando saran convinti di aver schiere non si avrà più ad inchinare i capricci ed i soprusi numerose e pronte. E molto cammino hanno già ratto del sindaco e del parroco. rtlusi ! Lo Stato vi ridurrà, se occorre, il già magro stipendio, e v'insegni quel su questa strada, molti interessi son riusciti a collegare che capita ai suoi attuali impiegati 1 che non siano al proprio interesse, molte persone hanno attirate nella pezzi grossi, quali neppur voi potrete essere mai; cerchia dei loro sistemi se non delle loro aspirazioni. e se ora non pochi Comuni vi danno, o per 1•agio– ln ciò sono aiutati dallo stesso Crispi, il quale, esage- nato buon volere o pe1•desiderata autouomia nelle rando il pericolo radicale, socialistico ed anarchico, scelte, più del minimo legale, lo Stato non lo sor- sognando congiure e rivoluzioni dappertutto, va spin- passerà mai certamente. E sopra voi av1•ete più gendo ogni giorno più i paurosi verso la Chiesa., che fol'temente autoritario e padrone il Governo coi agli occhi di molti appare baluardo più fermo e sicuro suoi ispettori, e provveditori, e prefetti; e mentre contro la minaccia dei partiti democratici. sindaco e parroco e possidenti v1 staranno a'panni come prima, il brigadiere dei carabinieri e pitì in là il delegato di pubblica sicurezza vi terranno ben bene gli occhi addosso, racendola da rererendari a chi di dovere, se appena vi permettiate un tepido ossequio agli interessi del trono, dell'altare e del capitalismo. Quando la capirete, che solo organiz– zandovi, in solidarietà. tra voi e con l'esercito dei lavoratori, cooperando con l'azione dil•etta e mediata al trionfo della democrazia socia1ista nel Comune, potrete sicuramente aver condizione degna e mo– ralmente ed economicamentef I clericali, adunque, aspettano coll'arme al pie', indir· ferenti alle minaccio, sdegnosi di blandizie, sicuri della forza che hanno qui in casa, o di quella non minoro che ad essi deriva dalla posizione internazionale del papato. E contro di loro Crispi si romperà. l'osso del collo, ra.ccia il buono o il cattivo, impugni la. spada o agiti il ramoscello d'olivo. I clericali gli hanno inse– gnato che essi banno non solo l'anima ma. anche un corpo e che lui, Crispi, annaspa nel vuoto come un ubbriaeo. ... Tutta questa situazione complessa, e in parte anche nuova, è venuta fuori chiara. e limpida. dalle teste di settembre, e perciò io dico che esse sono un ratto poli• tico. Esse han dimostrato che i liberali perdono ter– reno, che l'anticlericalismo come è stato praticalo ftnora non è inteso dal pubblico, che in questa. faccenda ro– rientazione del popolo è più seria, più positiva più rispondente alle cose, e che nel mondo moderno e nelle condizioni presenti d'Italia. i clericali possono anche vincere ma fa.ranno sempre un buco nell'acqua. Quando io penso a tutto ciò, mi convinco che le reste di Roma. sono state una buona cosa, e quasi quasi rin· grazierei il deputato Vischi, questo gobbetto malizioso, ambizioso o vanitoso, che ha voluto accoppiare a un gran fatto il suo nome picciolotto, e riaprire con una legge la breccia aperta dalle cannonate. ZOLFANEJ,J,O. IN BOCCA AL LUPO (Articolo dodlcoto nl moe•trl) Una delle deliberazioni prese nel settemb1•ino congresso pedagogico(!} di Roma è stata quella di invocare che le scuole primarie ~ssino alla dipen– denza dello Stato. Una certa agitazione, alquanto artifiziosa, havvi tra i maestri per mutar signoria; <1ualchegiornaletto didattico(!} ha inizialo un ple– biscito tra gli insegnanti pro o contro l'avocazione al governo delle scuole elementari. Lo scopo di questo movimento è di sottrarre il maestro alla mala signoria de' padroni del-Comune. Il Governo vede di buon occhio quest'agitazione artiflziosa, che si fa per dargli nelle mani la scuola popolare, ed appena il frutto sia maturo, lo coglierà. E credete che lo muova cura di laicismo, o di pa· tria, o igienica, o pedagogica! Niente di tutto ciò. Lo Stato è !"organo previdente e provvidente della classe capitalista; qua e là i Comuni sono o possono essere conquistati dalla democrazia, cioè dai lavo– ratori socialisti, ed il Govemo pensa a sottrarre al pericolo di tali Comuni lo strumento efficace della scuola popolare. Intanto si prepara. lld a Roma nel Ministero del– l'istruzione c'è chi afilla le armi corte, e contro voi, maestri. Il Ministero, con una circolare ai com– petenti organi inferiori, ha disposto gli siano inviate notizie sulla condotta pubbJica e privata, sul valore, sulle attitudini, ecc., de' singoli insegnanti eJemen• lai-i di tutta Italia; sindaci, brigadieri e delegati sono all'opera. Esultate, maestri anelanti al basto governativo, il principio è buono. Adesso ne' Comuni, ove comanda il partito demo· cratico dei lavoratori, voi siete cittadini, se tali vi sentite di essere, pari in diritto a chicchessia i quando lo Stato vi avrà presi sotto le sue ali, pro– verete che sbatter di nodi sulla vostra schiena! Guardate alla Francia 1 Vorreste forse diventar, come là, agenti governativi, cioè strumenti puri e semplici di governo, di dominio di classe1 Bel gua– dagno! Intanto è più (acile che in Italia mille Co– muni siano conquistati dalla democrazia, che non prima le basi sociali dello Stato si spostino per lo meno come avvenne oltr'A\pi. Vi grava un padrone? E perchò vorreste addos• sar"ene duet Riflettete piuttosto, che il segreto anche della vostra emancipazione in dignità d'uo– mini libe1•i è i•iposto nella organizzazione e nella solictarietà col partito socialista dei lavoratori. Qumur.

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