Critica Sociale - Anno V - n. 14 - 16 luglio 1895

CRITICA SOCIALE 217 possibile riproduzione del primitivo regime econo– mico e sociale, bisognerebbe supporl'e l'esatt.:-i ri– costituzione dell'ambiente, in cui quel regime si è elaborato e compiuto; il che, sah·o combinazioni eccezionali, mai non accade, in forza dell'evoluzione, che, pel concentramento continuo di nuovo energie, mai non ripete ciò che in fasi anteriori aveva prodotto. Nè si dica che qui si parla solo di appa– renza e non di realtà; perchè l'apparenza pre– suppone pur sempre qualche tratto comune, qualche carattere identico, se non vuole e3Sere semplice– mente visionaria e fantastica. Or, se il corso della storia moderna, con moto accelerato, ci porta alla nazionalizzazione del suolo, come la statistica insegna e il socialismo dimostra, si è perchè le indeclinabili leggi dell'evoluzìone economica, con irresistibile veemenza, condannando al suicidio il regime borghese, maturano e deter– minano la sostituzione e l'avvento della pro1>rietà collettiva, già accennantesi per germi, malgrado le sterili imprecazioni del Guyot e i < superstiziosi » scongiuri del Garofalo. Non dunque di ritorni apparenti, ma è piuttosto da parlar3i di orizzonti nuovi che l'umanità intravvede fra le dense nebbie del futuro e che vert•à conquistando anche a costo di parziali sconfitte. . .. Con che, implicitamente, pare a noi d'aver tolto valo1·e alle tesi speciali del Fel'ri, del Loria e del De-Roberty. Nemmeno il simbolo di Goethe cho, secondo il Ferri, matematicamente raffigul'a il cor,:;o dell'evoluzione sociale, sta saldo sopm estese o precise statistiche; esso è solo, come notava il ~Ior3el\i, (1) .,; un dogmi senza possibilità di prova», < una veste rappresentativa di aspirazioni senti– mentali. Ad ogni modo, se anche la spirale esistesse, i suoi ritorni ed av,•olgimenti su se medruima non costitui1·ebbero forse regressi incontestabili?> Me– glio giova sostituire queste immagini, più o meno unilaterali, con carte, mappe e piani di statistica grafica. li medesimo deve dirsi dell'inane tentativo del Loria di spiegare il regresso apparente con l'esi– stenza nell'antica società di germi destinati a svol• gersi successivamente a mano a mano. Come con• statare questi germi! E chi ci assicura del loro sviluppo parziale ed analitico, mirante ad un unico disegno, operato dalle singole fasi della storia? Non ò questa la contraddizione più aperta delle tre leggi così bene illustrate dall'Ardigò ('), giusta le quali la formazione naturale degli elementi degli organismi è successivamente progressiva e riassun– tiva, non soltanto elaborativa di germi già esi• stenti? E con cotesto genere di concetti non si riap1·0 l'adito alla divina Provvidenza, già da tempo sfrattata dal dominio della sto1•ia determinista e positiva? Forse la legge del « reg,·esso apparente > trova qualche suffragio di verità nei limiti ai qualì il De Roberly la restringe. Ma anche è chiaro che allora essa non riguarderebbe che pochi fatti iso– lati e solitari, e non agi1·ebbe che sulle parti più superficiali e meno complesse dell'organismo sociale, sulle funzioni più sensibili, sugli organi di forma– zione recente. Senonchè, discussa cosi la questione, un dubbio ci si para insistente innanzi alla mente, ed e che sotto cotesto termine di appm·ente, la ipotesi di cui pa1·lammo possa guizzare fra tutti gli argomenti noi ( 1 ) E. Monsr:u,. - Sor:loloqta e Dlror,to. - l'iuo,.a Rassegna - oltolJrr, 1693, t'I R. A1uHOO.- La forma:fo11e naturale del 6(6ttma 60lare, - Opere fllosofkhe - Voi. Il. - La morate dt't po6Ulr:UU. - Opere - Voi. lii - p:ig. i10-tt - Draghi, Padou.. quali tentammo di serrarla e libera sruggire ad ogni censura. Ci consola però il pensiero che non è colle am– biguità e cogli equivoci che si ferma il vero 1 bonsi coll'osservazione severa e colla esperienza storica, le due vie regie e trionfali su cui si è messo il socialismo scientifico. ALESSANDRO GROPPALI. il J~~s~~1~~1nut~:~~°!,e;~or~·~;;t~~o~~:s~aG~fcf:~~!~c:: cessi,•a - con la quale questo giovanissimo studioso atrerma la sua coa\·inziono, ha qualche cosa, per noi, di simpatico e di (orto, cho merita non solo l'onore della pubblicazione, ma quello, che più preme, della discussione della sua tesi. Non ci dissimuliamo por nitro che egli pare a noi ben lungo dall'avere, co'suoi ragionamenti, messa fuori di combattimento una teoria, una rormola o, se meglio piaccia, un'imagino, cho trovu.nel campo della.sociologia (e ci pa.1·0 che basti, trattandosi d'un teorema.sociologico) tanto suffragio di argomenti, e alla. quale aderirono Intelligenze genialissime o scaltrite nella indagine sto– rica la più obiettiva. Il dubbio che perseguita. lo stesso autore, d'aver combattuto un po' contro i mulini o. vento, sarà tutt'altro che estraneo anche ai lettori. Non è scientifico - scrive il Oroppali - introdurre nella scienza lo studio dello apparenze. O che altro è la scienza. - domandiamo - so non appunto lo studio delle apparenze e lo sforzo di scorparne il velo per denudare lo.diversa realtà che vi si annida1 Per il che, l'indagine del Groppo.li a. questo ci con– duce: o. studiare quanto in cotesto apparenze di ri– corsi, che la sociologia ci addita, vi sia di reali o pro– fondo analogie o quanto non sia.che illusione. So questo attacco da. bersagliere stimolerà. i dotti a vaglio.re o determinare meglio una formola, di cui si valgono vo– lentieri, ma che fluttua tuttora noi vago e nell'arbi– tra.rio, sarà. felice colpa l'avere scritto l'articolo, e felice complicità l'avorio stampato. LA CntTICA, GLfANARCHlCI ONTEMPORANE Eti6vant, Jean Grave, Krapotkìn I. Fra gli anarchici dei nostri giorni, gli uni si tengono saldi all'indivtdualtsmo, come Jo11N11E~RY :\IACKAY, autore del libro: Olt Ana1·chici, schtzzt della {ìne del secolo XIX; gli altri, e molto più numerosi, si fanno chiamare com.unisti. Essi rap– presentano la discendenza di Bakuniu nell'anar– chismo. Questa creò una letteratura abbastanza ricca nelle Yarie lingue, ed è essa che, coll'aiuto della« propaganda del fallo>, desta tanto rumore. L'angelo di questa scuola é il prorugo russo P. A. KRAPOTIO::-1'. Noi non ci indugeremo a studiare Ja dottrina degli anarchici individualisti dei nostri giorni, i quali sono trattati da borghesi dagli stessi loro fratelli, gli anarchici comunisti. (') Passiamo dunque a dirittura al com.unisnw ana1·• chtco. Qual ò il punto di vista di questa nuova· specie di comunjsmo1 ( 1 ) I pochi lndi,jdualisti, che si trouno ancoro, non sono rortl che nella loro tr1tica dello Stato e della legge. Qunnto l'II loro Ideale di rlcoslruzione, gli unl cadono In un idlll:o che es~I sten! non pnlicherebbero, glt nitri, come l'editore della Ll'/Jertd di Boston, si confondono completamente nel sistema borghese odierno. Per diftndere il loro lndlvldtmlbmo 1 eul finiscono a rlcoslitulre Intero - dopo a,•erlo energlramente rinnegato - lo Sinio con tulti I snoi auributl (leggl, polii:la e il resto). Altrl 1 lnline, come ERbZllTO AVDZI\O~,lnc11gll:ino In una Uqa per la dt• rua della proprietà (La Ré-colte, i893, 11, ss. Une confirffl.ce s1w l'anarcMe).

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