Critica Sociale - Anno V - n. 14 - 16 luglio 1895

216 CRITICA SOCIALE Greef. (') Ricorderemo soltanto gli ultimi risultati dei recentissimi dibattiti in tale materia, e cioè: corno il progresso e il regresso siano due casi particolari della variabilità; come essi sieno un quotidiano adattamento all'ambiente esterno, e come seguano nella.loro attuazione la linea della mino1• 1·esistenza; come il progresso sociale implichi sempre un accrescimento della massa, una. diffe– renziazione progressiva delle parti e delle runzioni, ed una coordinazionesempre più vasta, complicata e comprensiva degli organi: laddove, il processo opposto, la dissoluzione, consiste in una associazione sempre meno comprensiva e complicata, fìnchè gli elementi dissociati, dalla massima eterogeneità ed 01·ganizzazione, passano alla suprema omogeneità o disorganizzazione; come, infine, questi due pro– cessi sempl'e s'inverino, ora separati, ora simul– tanei, in ogni asgregato, dai semplici moti della materia inorgamca alle pili sublimi manifestazioni del cosmo. Allo sprazzo di luce proiettato da queste nozioni si illuminarono fenomeni che prima pareano sot– trarsi ad ogni spiegazione; si penetrarono segreti prima inaccessibili al vigile occhio dell'indagine. La scienza naturale perscrutò il corso ascendente delle specie attraverso un infinito pellegrinaggio di degenerazioni e rigenerazioni; l'antropologia, ficcando lo sguardo negli ipogei della storia, rian– nodò, in una catena irregolare ma inintel'l'otta, l'uomo moderno al selvaggio primiti"o; la socio– logia vide, attraverso al grandioso diorama, ri– specchiante una continua vicenda di vittorie e di catastrofi, di splendori e di rovine, l'indefinito cam– mino dell'umanità. che, or vinta, or vittoriosa, s'ar– fretta a sempre nuovi rlestini. Allo splendore delle antiche popolazioni succedono le tenebre del medio evo, rotte dagli albori antelucani del rinascimento e diradate interamente dalla mode1·na civiltà; al trionfo del genio, che strappa un mistero alla na– tura, seguono la sterilità e la degenerazione in cui s'inabissa tutto quanto tende a sorpassare il comune livello. . .. Così spiegato il segreto meccanismo che anima di moto in moto le potenzialità dinamiche dol pro– cesso storico, appalesansi i vizi della teoria del re– gresso apparente. Per cominciare dallo stesso nome, non v'è chi non veda come questo sia poco preciso e punto scientifìco, perché tendente a in– trodurre nel dominio austero della sociologia e dcUa filosofia positiva, chiuso ad ogni soggetti,•a ed aprio– ristica congetturai lo studio di apparenze esteriori molte volte personali e balenanti, la comparazione di sembianze superficiali spesso ingannatrici. E infatti, su quale base di fatti accertati si erige questa leggo storica 1 Doviziosa di prove sociologiche e politiche 1 essa manca totalmente di esempi tratti dalla biologia e dalla psicologia, che, anche per chi non attribuisce loro la soverchia importanza che dà ad esso Io Spencer, sono pur sempre le due più legittimo premesse della moderna sociologia. Ma anche cotesti suffragi, posti al cimento della critica, mostrano il loro lato debole e monco. Infatti con quale serietà scientifica si può sostenere che la futura collettivizzazione dei terreni e degli stru– menti del lavoro; che il divorzio, il 1'e{e1·endu.m e altre leggi politiche; cho la reazione sociale in ma– teria di delitto; che il moderno monismo filosofico; che l'evoluzione letteraria e religiosa possano essere un' appm·enle riproduzione di uno stadio già da secoli varcato dalla storia, un 1•/torno intelligente alle istituzioni sociali, alle forme ed ai caratteri primitivi? ifa quali tratti, per quanto apparenti, a,·vincono il futul'o regimo collettivo 1 col primitivo assetto economico? Qui la massima omogeneità, la assenza di ogni divisione del lavoro, la mancanza completa di una organizzazione sociale: se c'era eguaglianza di rapporti economici, questa era limi– tata ai membri della stessa famiglia o tutt'al più alle famiglie della stessa gens. Nello Stato socialista, al contrario, vi sarà la massima di, 1 isione del la– voro, l'eterogeneità più svariata e proteiforme, l'or– ganizzazione più comprensiva, il più completo svi– luppo delle individualità (solo l'individualismo - il che è ben dive1•so- sarà sotlocato con ogni cura) integr-. .i.te armonizzate colle energie della società. Che diremo del divorzio paragonato all'antico amol' libero, il quale, lungi dall'essere un vero e proprio amore, era una lussuria bestiale, una indifferenza primitiva cli ogni femmina ad appartenere a qua– lunque uomo, una p1·omiscuità senza leggi, nella quale la violenza, la rapina e il dispotismo impe– ravano? •racciamo degli altri rico1<>si più o lneno apparenti, perchè ovvio è il rilevare gli errori onde sono viziati. (1) Concludendo, non è l'esteriore apparenza che ci fa avvicinare le fasi future della storia con quelle remote dell'antichità, ma sono piuttosto l'illusione e l'allucinazione che, impadronendosi di noi 1 ci fanno ravvisara caratteri comuni, tt•atti somiglianti, là dove non sono che differenze nettissime e spiccati contrasti. Abbiamodetto che quesla pretesa legge non trova riscontri nella psicologia e nella biologia. Qui"i, se certi sta.dii della specie si riproducono nell' in– dividuo, essi non sono per null'affatto apparenti, ma per converso portano 1'ealmente tutti quei ca– ratteri, onde anche nel corso filogenetico andavano distinti. Valgano, per tutti gli esempi che qui potrei addurre, il microcefalo e l'idiota, che l'antropologia ha classificato col nome di uomini-scimmie. Sorvolo a bello studio tutti quei fenomeni che. come la delinquenza, la prostituzione, ecc., sono il prodotto dell'atavismo in cui l'uomo talvolta si sprofonda, _triste retaggio che l'umanità porta con sè, quasi perenne documento della sua antica bar– barie: e accenno appena, per passare dal campo della biologia in quello della psicologia non meno ferace di esempi, a tutte quelle malattie della vo– lontà, della memoria e della personalità umana, a cui it Ribot ha legalo la propria gloria di psicologo acuto e profondo. E qui potrei anche di<icutere la potenzialit<i di questa legge molto comoda ed elastica, pe1'la quale molti reali regressi potrebbero gabellarsi per fe– nomeni solo appa1'enleniente regressivi; accenno 1 come un esempio fra tanti, il neo-misticismo del Bruuetière. Ma anche per questo la legge del « regresso apparente» mi pare antiscientifica, o piuttosto un balocco de.I sentimento e della fantasia che non una severa ve1·iU\razionale: perchè essa apel'tamento contraddice ad una delle leggi più noto ed accer– tate, vero titolo di gloria della scienza nel nostro secolo. Intendo parlare della legge di causalità, per cui ogni effetto ò il necessario e proporzionato conseguente di un insieme di cause, che imme– diatamente lo prece<looo, pe1• cui il futuro diretta– mente si prepara dal presente e solo indirettamente dal passato; laonde antiscientifìca ed inconsistente è l"ipotesi che il passato si riproduca, saltando il presente, nell'avvenire lontano. Per ammettere la ( 1) Chi vuole trO\'.lrc un esame dettagliato e coml)leto di questi ( 1) o, DE·ORl!EP: Lei loti 80CIOlOf/ÙJUU, cn.p, VIII. - Le tratt• falli, legga Il capitolo VIII del DE-GREEP: Le tra11:1formtm1e 80- 1forml8mc sociale. Paris 1 Alcan. eia', giO.citnto. ,

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