Critica Sociale - Anno V - n. 14 - 16 luglio 1895

212 CRITICA SOCIALE I NIBBII Senza intesa nè saputa, mentre noi pubblicavamo l'articolo sui Sap,·o/ltl vottlict, che rammentammo piil sopra. un a,•versario nostro di molto ingegno, che considera lo coso da un punto di vista ben di– verso, Vilfredo Pareto, nella sua solita cronaca del Giornale deglt i,conomisli, coloriva un concetto che molto si approssima al nostro. Dopoaver notato il progresso delle forze socialiste e rilevala specialmente la elezione a deputato del Salsi, egli cosi ne ragiona : Il Crispi, poichè oramai in Italia. tutto dipendo dalla. volontà di un uomo, nulla. dalle leggi, appena eletto il Salsi, ordinò che fosse messo in libertà.; o fece bene, ma dicdo altres\ prova cho quello condanno al domicilio coalto non sono monomamenteutili por m,intenerol'or– dine, come forse pochi ingenui tuttora erodono. Infatti, se il Salsi era pericoloso per l'ordino pubblico prima di essere eletto, come può essore che dopo sia divenuto innocuo 1 L'opposto avrebbe dovuto seguire, poichè, cresciuto in autorità. e in potere mercà l'ele;;ione, tanto più potrà. nuocere se inclinato al mal fare. Il Pareto, indi a poco, prosegue: Le condanne al domicilio coatto non ebbero che un solo scopo, cioè di dimostrare alla borghesia italiana che in sua. di(osa il Crispi ora disposto ad usare ogni arto, buona o malvagia. Quando cadde il ministero Giolitti, il Crispi conobbe la paura grande che aveva in corpo la borghesia ita– liano, od intul cho l'uomo il qunlo avrobbo potuto ras– sicurarla. ne avrebbe a,·uto ampio perdono poi posso.lo e largo premio per l"avvenire. $'accinse all'opera. con quel vigore giovanile col qua lo in a11ri tempi otteneva dal Borbone impieghi nel modo che S\'elò il Cavallotti. Sprezzatore d'ogni leggo positiva e morale andù diritto allo scopo o colpi rortemente por crescere rt\ma o merito all'opero sue. Se la morte degli avversari avesse cre– duta necessaria. per aggiungere splendore di luce alla sua aureola di salvatore della società., li avversari a– vrebbe ratto condannare nel capo. Fu in lui modera– zione il contentarsi di Ca.rii condannare, o di mandarli al domicilio coatto. La pena non ru misurata al dolilto, so delitto vi fu, ma. nl bisogno elio aveva il Crispi di ft1-roammirare la. suo. energia. da coloro che voleva rassicurare. Nessuno più crudele del codo.rdo. I fatti seguirono dunque quali li prevedeva o li desiderava il Crispi. In– torno a lui si strinsero le classi dirigenti italiane; nè gli mancò il soccorso di tutti quei valentuomi sempre disposti a ben servire chi bene li paga, e cho 1 come gli uccelli di rnpinn, da lungi piombano sulla preda o so la parliscono. Giovarono pure al Crispi lo ire degli av,•ersari, onde, ove queste accennarono a quetarsi, premurosa.monto accorse per rinrocolarle. Egli corto ben sapeva che lo sciogliere le società socialiste AOn avrebbe recato il menomo utile al paese, ma, come Alcibiade taglia.va la coda al cane, similmente a lui occorreva fare qualche cosa cho tornasse in mente ni timidi borghesi l'ener– gico e provvido volere del loro padrone. Errarono gli nv,·orsari procurando di mettere in luco i misfatti crispini. L'errore nacque da un sentimento di affetto e di stima pel paese, creduto incapace di tollerare al governo un uomo elio tristo in ogni modo appariva.; ma lo cagioni di un ratto non mutano il ratto stesso, e l'errore rimane. Se l'amico Cavallotti avesse potuto mostrare che il Cl'ispi ora. uomo come il Rica.soli o il Lanza, quella davvero era. una bolla senza. parata; nibbi ed avoltoi ruggivano più che in (retta, e lascia– ''ano solo il povero grand"uomo. Vi figurato il Oriso del Manz.oni che sente un galan– tuomo dirgli malo di Don Rodrigol « Amico, avrebbe egli risposto, appunto per ciò che tu in lui biasimi, io lo servo. Se tulti gli uomini fossero buono e sante per– sone, il mio snrobbo un mestiere ftLllito. Quando tu ml ,·onissi a. dire che il mio padrone s'è lasciato con\'or– tire da un quo.lcho cardinale Borromeo, allora si, cho m'entrerebbe In corpo una gran paura. Ma, come tu ben intendi, maggiori saranno i vizi suoi, maggiori s11- rnnno i guadagni miei. Sicchè tu ti a1Ta.tichi invano. Ogni cosa. che da vituperare in lui tu trovi, per me torna. in sua lodo o più me lo r11. caro. > GiO\'Òpure al Crispi la. lunga pratica (.]egli uomini e delle cose. Non senza un qualche perchà ha lasciato lliscorrere gli nnersari. Nessuno può dubitare che, so a lui piacesse, potrebbe senz'altro mandare il Cavai– lotti a Care compagnia nl De Felice. È uno scherzo di– scorrere di leggi in Italia, e trasgredirlo una volta di più darebbe poco pensiero al Crispi. Ma a lui giova lasciare libera la parola agli avversari. « Vedete, llice poi ai timidi borghesi, le vostre mgiurio aspramente vendico, le mie non curo. So alcuno di voi dice male, lo chiudo in carcere, o lo mando nl domicilio coatto. Di mo lascio cho si dicano cose gra\'issime, e pazien– temente tutto tollero poi solo bene vostro. > Coloro rhe si lasciano prendere a queste molato pa· role tosto o tardi conosceranno l'errore in cui sono tratti. Come al solito i galantuomini pagheranno per tutti. Gli uccelli da. rapina se lu ca\'eranno sempre. Vedono bensì da lontano le nere nubi che salgono do. lontano sull'orizzonte, ma, corno canta,•a il non ancora senatore nè cavaliere Giosuè Carducci, dicono: .... Se li tempo llrontola l'ir.lam d'empire Il eacco: Poi Yenia anche Il dllu,Jo; Sart\ qutl che sarà. E il diluvio \'errà rorse più presto di ciò che si credo, purcht) seguitino le cose come vanno addosso. Circa il partilo socialista, il Pareto pone, tra la sua azione economica e la sua aziono sociale, una distinzione, o quasi un'antitesi, cho non ci apparo ben chiara. Egli presagisce il trionfo clella seconda, non della prima. Or come può ciò essere, se il con– tenuto dell'aziono sociale nosfra - ed è il rimpro– vero che ci ranno gli idealisti di tutto le scuole - ò esclusivamente economico 1 Comunque, ecco il brano, cho è interessante pe1• più altri versi: Neanche a tarlo apposta potrebbe la borghesia, in Ilo.Ila e in 1',rancia, maggiormente ra.voriro i socialisti. Adunanze corno quelle della Camera. francese in cui si sente il Rouvier dire che ha ratto e affari ., e che se– guiterà a Cnrno; ratti corno quello dello l-lerz, ri\·erito in Francia, protetto dal Crispi in ltal!ai condanne in– giustissimo come quelle che da noi seguono; i galan– tuomini in carcero, mentre a nessuno ò torto un ca– pello pei ratti della Banca. Roml\na; valgono più per favorire il socialismo che dieci anni di affa.nnoso e tenace la,·oro dei suoi capi. 11socialismo ha ùue parti. Quella. economico, che ri– teniamo mani(estamente errala; l'altra sociale, che assai s'approssima al voro. È singolare ventura per quelh~

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