Critica Sociale - Anno V - n. 14 - 16 luglio 1895

;,. CRITICA SOCIALE 211 In realtà, Caltavuturo, i falli di Casteltermini e una serie di a!t,·i episodii dimostrano che Giolitti non aveva tanti scrupoli, sebbene fosse forse più abile del suo successore e schivo da eccessi che paiono poricolosi - dice la Lotta di classe - a molli degli stessi conservatori. (') I processi e le inchieste bancarie da lui - sia pure a malavoglia - iniziati e che ancora non gli sono perdonati dalla coalizione saprofitica, furono più vera cagione del suo perder te1•reno che non la sua supposta debo• lezza politica. E non ricorda la Lotta che il primo chiamato dalla Corona, caduto il Giolitti, non fu già il fulmineo Crispi, ma il dottrinario liberale Zanardelli ! Neppure meniamo buono alla Lotta di classe che l'azione dispotica del Crispi non giovi agli avven– turieri. Come no! Gia basterebbe la sua persona e il suo superbo disdegno delle sue questioni morali per rassicurarli completamente. Ma governo accen– tratore, di polizia, che sopprime parlamento e discussione, vuol dire immunità. del favoritismo e della corruzione. L'una cosa è la maschera decente dell'altra, che non può andarsene ignuda. O pre– tenderebbe la Lotta di classe che il Crispi gridasse per le piazze: « io sono il difensore deu·ana- 1~ismo »? Deve pur gridare, per farsi intendere, « sono il difensore della proprietà!» Del resto, non si nega da noi - si noti beno questo, perché qui è il nocciolo della contesa - che il governo di Crispi sia antiproletario ed anti• socialista. Lo è più di qualsiasi altro. Ma l'essere d'accordo su questo non ci avanza di un punto. Qual governo oggi, coll'Italia com'è, potrebbe non esserlo? Qui, sotto il velame della disputa, si annida una questione di nomenclatura, che è necessario chiarire. La Lolla di classe chiama bo,·ghesia lutto ciò che detiene la terra e i mezzi di produzione. A questa stregua erano borghesia i feudatari, i quiriti, i patriarchi. Non erano forse reazionari? Lo seppero i Gracchi e Spartaco e i servi del medio-evo. Noi chiamiamo borghesia la classe che possiede il capitale, questa creazione moderna, e sfrutta con esso il lavoro salariato. Questa classe è venut..'\. su dopo il medio evo e sulle rovine di esso. Essa ha il suo carattere più spiccato in coloro che vivono direttame1\te o indirettamente delle industrie - anche della terra, trattata industrialmente, capila• Usticamente. Ora, nella possidenza terr!era italiana e special– mente mel'idionale, ove la coltura è primitiva e estensi va, sopravvive molto di feudale, sebbene i prh 1 ilegi legali del feudo siano cessati. Questa na• tura ibrida del latifondista meridionale, nel quale il feudatario non è ancora ben morto e il bo1•ghese non è ancora ben , 1 ivo, è ciò che complica il nost1·0 pl'oblema. Ma fra quella pseudo-borghesia e la vera bor– ghesia moderna vi è antagonismo di costumi, di coltura, d'indole, d'interessi. Questo è il punto cho anderebbe studiato. Entrambe sono antisocialiste, ma runa lo è coi criteri e coi metodi civili, l'altra coi criteri e coi metodi òi un vero brigantaggio politico. E non viene forse, inavvertitamente, nella noslra opinione la stessa Lotta di classe, quando confessa, sullo scorcio dell'articolo, che nel mezzogiorno d'Italia « borghesia, feudalesimo e cnmorra sono la stessa cosa» e che « è l'nnalfabetis,no che ci regala la corruzione delle classi dirigenti e il governo di Francesco Crispi »? Sì, è la Fandea italiana, e (') Chi ha labile memoria rìlep:ga la J\rima parte degli Avvent• mtntt dt Stcma del Colajannl e il nostro opuscolo: Trlpllce ftt.– ca,·,uuion, dl Tibur~t. l'abbiamo noi stessi posto in luce, quella che si– gnoreggia. (') Perciò, diciamo, non è la borghesia. E anche più volte avvertimmo come, in cotesto p1·evalere della Vandea, in cotesto arresto di svi• luppo dell'economia nazionale, giaciono i gel'mi di quella. putredine che oggi ne info5ta. Non è dunque essa un fenomeno dello sviluppo della borghesia, 1na anzi del suo non•svilup])o, della sua involu• zione. g perciò in Italia la lotta non è tanto fra la borghesia - divisa, sia pure, in possessori della ler1·a e del capitale industriale - contro il socia• lismo; quanto del socialismo nascente contro due classi possidenti che lottano l'una contro l'altra (benchè non ancora dovunque e del tutto disinvolte e differenziate): la borghesia e i residui del mondo feudale. Quella deve scalzare questi ultimi, i quali, nel presentimento dell'agonia, spiegano tutta la fl'ode e l'atavica fe,·ocia onde sono capaci.(') t questo che dà un carattere speciale alla nostra situazione, e che deve imprimerne uno pure spe ciale, come la Lotta di classe intuiva, alla nostra tattica dì partito. . .. Senonchè la Lotta di classe qui sembra assalita da un subitaneo sgomento. Se dobbiamo attendere, essa dice, che la borghesia. industl'ialo si sia svolla in Italia, attenderemo dei secoli. E par si dolga che le ,,enga meno il nemico - che venga meno il nemico e quindi la ragion d'essere al socialismo italiano. Se ciò fosse - non sarebbe ragione pe,· patteg– giar coll'errore. Ma non tema la Lotta di classe. Scorra soltanto gli Annua,·ii stallsttci del Boclio e vedrà come rapidamente, nell'alta Italia special• mente, ma non solo nell'alta Italia, si sviluppi ogni maniera d'industria, si trasformi l'agricoltura e aumenti il proletariato. Se un giorno la forza elefi. trica, spodestando il vapore, permetterà. cli ti-arre partito dalle correnti, cascate e maree onde il no– stro paese è più ricco d'ogni altro, l'Italia potrà diventare in pochi anni la nuova Inghilterra del continente. Ma, anche senza di ciò, il fatto stesso della popolazione esube1·ante e della mano d'opera a buon prezzo, che richiama fra noi il capitale straniero che altrove non trova quasi più investi– menti proficui, accelera la trasformazione econo- mica. del no3tro paese. . Gli avversari non ci mancheranno, come non ci mancano. Solo non sono anco1•a esattamente cd esclusivamente quelli che i socialisti si trovano di f,•onte in paesi più inciviliti. I fenomeni politici del nostro paese non si prestano perciò alle formule d'importazione. Questo è ciò che avevamo da dimostrare. FILIPPO rl'URATI. (!) Fra l'altro: Vandea va,·lament(Jt'e (CRITICA SOCJAL!!, IS9S, 1iag. t6t). r-1Il LORIAnelle sue Basts tfconomtques tle la c011stuution so– ciale, ha rilevato la diverl!ità di caratlere che presenla la lotta - potrebbe direi fisiologica - fra l I profilto e la rendita, e quella fra il capitale che sorge e Il feudo che sparisce. Esso nota, inoltre, come" ogni diminuzione del reddito aumenta nella classe proprìetarta la tendenza a compensa1·e la dtmtnu.:tone aet suot ~n,fl,:t prti,ati, sfruttando il potere 11ol1tlcoad uno scopo dt arrtcrh.tmento. • L'immiserimento del proprietari del mezzodl, dovuto al difetto di capitale, alla concorrenza esterti, alla rottura dei trattati colla Francia, ecc., non l'l forse la cagione meno im- 1>orta.nte dell'altuale infierire di reazione polllica. Il modo più spiccio per abbonarsi consiste nel mandare cartolina vaglia da L. 8 all'Ufficio della CRITICA SOCIALE, Portici Galleria, 23, Mi– lano {scrivere chiaro l'indirizzo del mittentee indicarese si tratta di nuovoabbonatoo di semplice rinnovazione).

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