Critica Sociale - Anno IV - n. 23 - 1 dicembre 1894

CRITICA SOCIALE 301 solleticato la vanità di lutti i suoi spennacchiali, li ha intontiti con grandi frasi sulla dignik\ del lavoro intellettuale abilmente contrapposto al la– voro manuale, ha titillalo l'imbecillità atavica dello povere vittime col mil·aggio di ciondoli e gingilli cavallereschi; insomma, é 1·iuscitn, sfruttando con inarrivabile accortezza 1'01·goglio sempre vivo cli classe, a persuadere i poveri spossessati che essi appartengono più che mai alla fortunata èlite dei dominatori sociali o cho i loro interessi coinci– dono con quelli dei banchieri, dei milionari, dei grandi capitalisti, dei latifondisti, ecc., ecc., di tul!i quelli che tengono il mestolo in mano, e che rice• versa stanno agli antipodi dagli interessi di r1uella marea turbolenta di straccioni, di miserabili, di ignoranti, di alcoolisti. di morti di fame che costi· tuisce ciò che con olimpico dispa-ozzosi chiama « le classi basse •· .. . . Cosi la bo,·ghesia ha compiuto il mi,-acolo di con– vel'tiro una rolla numerosa di veri o propri pro– letari, ,naturalmente creata 1>e1· rornire armi e fuoco alla rivoluzione, in una forza sll'aordinaria per la cooser, 1 azione sociale. Però, bisogna convenirne, flno ad ora essa ha quasi rispettalo interamente i palli del vitalizio, ha quasi sempre puntualmenlo pagate lo quote della sua assicu1-azione. Essa ha lasciato che progressisti o democratici brontolas– sero, e tanto che può resiste alla tentazione di se· guire l'esempio della consorella americana che di ,·ccente d'un colp<>cancellò 20 milioni dal bilancio; l'interesse illummato ce1·cadi vincere la cupidigia, o la falce delle economie non è ancora caduta vio· len temente sul legno non ancora f1-acidodella greppia but'OCl'atica. Però non sarà sempre così : più segni indicano che la bufera, che minaccia tutti gli ordinamenti borghesi, st.~ per piombare anche sovra il pacifico ritiro del signor Travet. Già denti-o è penetralo il tarlo scavatore della critica socialista. Il Governo e le altro grandi amministrazioni se ne difendono fe1-ocemente traslocando, destituendo, ricorrendo a lutti gli esti·emi del Codice penale burocl'alico; ma con ciò fomentano più che mai il malcontento e danno esca, più che non 1·ioscano a reprimerla, all'opera di interna demolizione. Inoltre la macchina capitalista lavora con una mpidilà vertiginosa e sempre c1·oscenlo a espro– priare piccoli proprietari, a manda1•0 in malora piccoli industriali e picco1i commercianti, a creare rnsomma 1>roletari-bo1-ghesi che la bo1-ghesia non 1·iesce più ad asso1·bi1·0 ed a ir1·eggimentare nei quadri dei suoi organici: il giuochetto non funziona più cosi bene o lascia sul lastrico rabbiosi, disul– lusl ed aflàmati troppi che non sanno che fare delle 101-0 licenze, elci 101-0diplomi, dei loro titoli acca– demici. 'l'utti costo1'0rumoi•eggiano impazienti come la miseria; ancora che si tardi un poco, e cort'<'• 1-anno a buttarsi in quelle filo alle quali li chiama la logica fatale, irresistibile dell'evoluzione sociale. lnffne, non che dare ricovero alle nuove reclute, la bo1-ghesia già comincia ad essere impensierita pe,· pagare il soldo ai recchi ti'oupters. :\fan mano che per effello ciel sistema i 1>0,•oridiventano più J)Overi od i ricchi ricchissimi o questi si ostinano a far pagal'O lutto da quelli, necessa1•iamenle sce– mano lo enll'ato. - Si grida: riducete le spese! )la come fare? rncudino o marlo1lo! Conlradd1ziono in• lima, canc1-o interno che divora tutt.~ l'economia borghese! Cerca destre~iarsi la pad1-ona aCCl\1'81.zando in alto, sui gradim sommi clella scala gerarchica, i ui·os l>Onncts, cui ravviva in seno la devozione lar• gheggiando di prebende e di donativi; onde si as- 81011oteca Gino Bianco sisle allo spettacolo cli presidenti di consil;!lidi am– ministrazione che ricevono centinaia di migliaia <li li1·eper gratificazione annua, di alti funzional'i dello Stato che, in isfregio delle leggi, cumulano pii, sii• pendi, di cui ciascuno rappl'Osenta il salario di venli anni di lavoro di un operaio - mentre in basso, ai piedi della scala, la slessa padrona lesina lo piccolo indeunilil, l'imanda d'anno in anno lo promozioni o - ciò che è pii, grave - qualche ,·olt., si mangia i fondi costituiti dalla p1·eveggcnza dei lavo,·atori per sostenere la loro desel'ta vecchiaia! Che ne dite, o sapienti, o aulici solutori della questione sociale pel' mezzo della previdenza e del risparmio i Stupisco che già un mormorio sordamente mi– naccioso salga su dal fondo dove esinanisce il man• sneto gregge burocmlico? E dopo tutto ciò, è avventatezza p,·e,•odero che, p,·ocipitando i fati, un giorno, un bel 27 del mese, lo Stato borghese, dopo aver divoralo tutte le forzo vire della produzione, costi·olto da una necessitil imprescindibile darà ordine di chiudere gli spor– telli delle tesorerie! Allo1-ad'un tratto tulla l'opera sapiente della borghesia, direi!.~ ad elevare fra sò od il proletariato un bastione di p1-oletm·i,cadril come un sogno. La diserzione di classe e la con– giunzione fra i p1-olotari del pensie,-o o quelli del braccio, cosi a lungo evitata, s1 vo1·incherà. con unn rnpidila fulminea e sarà pe,· essere definitiva. Il lungo inganno, la corbellatura por tanto tempo du• 1·ata sar:.\ posta in piena luce; si vedrà al chiaro1·0 de1l'idea socialista che tristo e povera cosa o quanto vile fosse quest'o1-goglio di appartenere di nome alla classe degli sfruttatori; br1lled1 in lutto il suo splendore la solidal'iet.~ unirersale degli sfruttali; - caduto l'ultimo puntello della conservazione, le duo gmndi classi si troveranno nettamente a fronte, sen,.a mescolanze ete1-ogenee. Allo,-a sarà la fine. CLAUDIO 'l'R>:VF.S. NUOVE ILLUSTRAZIONI al problemadellainte/1/genza e dellamora/Iladellafolla La elegante disputa, impegnatasi fra Enrico Fer1·i o Scipio Sighele nei due ultimi numeri della Cri• tica, ci p1'0Cura il piacere di aprire oggi la lizza intellettuale a due nuovi e J)()(lerosi campioni che vengono. senza saputa l'uno dell'altro,cla due plaghe lontano della geegrana o della scienza, a illuslra1·0 cli nuova luce il pensiero di quei primi valorosi araldi. L"uno ò Gab1•iele 1'arde, l'eminente criminologo fl'ancese, il quale, nel pl'incipio della sua« risposta a Scipio igltele • - la cui lcttem lo costrinse a rettiflcare alquanto il p,-opl'io pensie1-o - senti anche il bisogno di r-imbocc..,1-e al !•'erri, che lo :.Lvo, 1 a - egli trova - nella sua « nota:. un po' malme– nato. 1:a1t1-oscrittore ò il p1-of. ih'io \'enturi, diret– tore del ~ranicomio p1·ovincialo di Catan1.aro, e vecchia conoscenza dei vecchi e fedeli lettori della C1'itlca, nella quale pubblicò in collaborazione con noi un suo breve ma succoso scritto sullo quote,nt• 11imedella delinquenza('), prima ancora che il suo grande volume sullo Deoenera:tont psico-sessuali gli acquistasse vasta celebri!.\ nel mondo cientifico. Ed ò notevole che tanto lo sottili e quasi filogranale intuizioni psicologiche dello scienziato-artista fran·

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