Critica Sociale - Anno IV - n. 23 - 1 dicembre 1894

361 CRITICA SOCIALE ili vero o giustiftcn, nl tempo stesso, quella cli"ioa\'o,·o stabilita rra l"inlelligcn,a o la momlilti, della follo. Porchè, in ratio di sentimenti, il c.Jifllciloo l'impor– lnnto non è, nbilualmente, di scoprirli, cosa alla tln fino nbbnstnnu facile i ma ò di sentirli collo stesso grado d'energia, necessario a renderli omcaci; mentre, in fallo tfidoe, la diCllcol1à. ò di trovarlo o di formularlo, non già. di nffermarle con una grande intensità di r edo; o lo hleo le pill credute, le più dommalizzale dal ra.na– tismo dello masse, non sono per nulla affatto le più. feconde. Vn pizzico di scetticismo ò un ottimo lievito per la fecondità di un"idea. Clic un sentimento sia nuo,·o, 1>ocoimporta, generalmente; l'essenziale o ti rnro ò ch'csso sia molto forte o quindi molto utile. Ma 11()11 basta cito un'idea sia mollo ,•ora, bisogna. ch'essa sia. nuovn; o il J)iù so,•ento In sua nO\'itÙ. fa, in qualche mism·a 1 parto integrante della suo. verità, quasi sempre rolali,·a ~folte altre cose urei da dire a. queslo proposito; ma. già mi debbo scu-,are lii essermi tanto diffuso. Il piacere lii con,·ersare con ,·oi mi ha trascinato ... Ancora una parola, so consentite. lo non diedi che a. lilolo di ipolesi, e come tale ho conftnato in calco di pagina, il brano sull"io dtll'ttlomo, che ,·oi voleste citare. Chocchè si pensi a questo riguardo, ciò non altera. in nulla l'assieme dello mio ideo positi,·e. Questo dovono essere distinto con molta cura dallo congetturo che sposso io vi ho mescolato, 110n senza caritatovol– monto av,•ortiro il lettore, cho, in questi casi, hypotlteses fingo. Noumt,rc 189-1. G. TAllDE. La parola dell'allenlsta. Gli tlSSidui della O·itica ricordano certo per che mo– tivi il Sighelo concludo: che dei sentimenti si può, per suggestiono, rare la sommP.,dolio ideo non si può raro elio la media; mentre, pel 1---erri,la. collotti\•ità ronde pilì intensa ogni manifestazione psichica, con ciò inten– dendo che la comunicazione dello ideo alla. folla non solo è possibile, ma dalla comunione stessa lo ideo ,•en– gono rinforzato. Or io ,·o· dire non soltanto cho sono d'opiuiono un po' dell'uno o un po' dell'altro, o più del Sighole che del l-'crri, ma che so,·ra tulto fra. l"uno e l"altro sarei quasi di parere contrario. Taio posizione colombiana 1 cho assumo nella discussione, \'UOI dire semplicemente che io ,·odo la cosa da un punto di ,•ista differente. )li sbrigo in due parole. L'oratore cho parla. alla folla tro"a un'eco perfetta in questa quand'egli esprima sentimenti o idee che t1d essa. non solo sieno facili, ma. cito essa giii in qualche modo possegga, ed egli non raccin. che o,·ocarle, riassu– merlo, dimostrarle, illustrarlo. Allora la rolla. nella sua espressione collettiva, a parto lo singolo stonature di individualità o eminenti, o inreriori, od estranee, trova nell'oratore, come nel roco d'uno specchio, conversa la propria opinione o il proprio sentimento, il quale dal• l'oratore stesso, caldo o ingegnoso, ,•icn tradotto intonso, corno fosso la somma del sentimento o del pensiero lii lutti. . o al contrario l'ora.toro esprimo sentimenti o pen– siori1 i quali, o per essere esclusivnmonto suoi, o por esserfl nuovi, sono come rortemento staccati dallo stato ordinario c.lell'opiniono o dei sentimenti del pubblico, egli in tal caso nò ,•iene sentito, nò compreso. nicordo, al proposito, l'opinione del Mausdley, il qua:o di,•ido gli uomini di genio in duo categorie: quelli cho Biblioteca Gino Bianco hanno ingegno lla rappresentare in so stessi ed espri– mere i sentimenti o lo ideo del momento storico in cui \'h·ono; e quelli cho sonlono o pensano in moc.loa,·an– znto, lontano ancora dnl comune intendimento. I primi possono a,·01• gloria in vita, per quanto ti uri poco oltro la tomba, poichò sono uomini del tempo o passano con questo; gli altri a\'ranno gloria più tardi, quando l11 comunità, passo passo, avrà· conquistato il terreno in– termedio, o sarà arri"ata ad intendere l'uomo cho l'ha proceduta. Fra. questa classe d'uomini vi hanno pur gli utopisti, i quali, separati che siano dai folli, !Sipuò dire che abbiano a,•uto la sfortuna di gettare nello spazio delrav\'eniro ideo traverso lo qunli, per loro s,·cnturn, non è passata la traiottori11 c.lell"umano progresso, onde furon lasciati da parto corno gente che, anzi che pl'ecedcro il progresso comune, l'o.vrobbo deviato. Assistiamo giornalmente alla dimostrazione di quanto io dico. Nello pubbliche assemblee (specialmente nello politiche) gli oratori resteggiati o che: dominano sono coloro cho non c.licononulla di nuovo, ma che sanno toccar bene il tasto che muo,·o il pensiero ed il senti– mento comune; al contrario i veri innovatori, gli scien• zia.ti sottili ed originali, sia che scrivano, sia che par• lino, non soltanto non ,•engono compresi, ma incorrono necessariamente nell'ostilità o nel molleggio. Più tardi trionferanno, quando, a poco la volta, crescendo il nu• mero dei seguaci (che non saranno ciechi fanatici, ma studiosi),qucsti avranno compiuta, dalla punta alla bo.se, la piramide elio li estolla in trionro. Ricordedi bono il f'orri, quand'egli in Parlamento, propugnatore dello nuovo ideo poi Codice penalo, fu soffocato dall'enorme peso dell'opinione di presso che tutti i deputati, i quali nel Codice di zanardolli gloriftcavano il trionfo della opinione pubblica, che s'era arreslata alle vittorioso idealità, già da venti anni di\·entato scientificamente anticaglie. Ecco dunque, secondo mo, l'errore della polemica rra Sigholo o For•ri. L'uno ammollo la soltl diffusibilità. o sommabilifa dei sentimenti, o non si accorge che ciò si do,•o all'essere i sentimenti, o gli atti ,•olitivi cho li rispecchiano, fatti psichici di patrimonio comune, onde dall'oratore essi non vengono semina.ti, ma solamento evocati, e, por erretto delle leggi dal Sighele stesso cosi illustrate, rinforzati, sommati e, ftno a un certo segno, moltiplicati nell'intensità, non già, intendiamoci, nella qunlità. o nel numero. L'altro, il Ferri, dicendo che nello scambio le idee si rinforzano, dice bene, a mio parere, soltanto nel senso che lo ideo indi"iduali, prodotlo da una monto alla e di larghe vedute, rispecchiano sempre un lato solo del prisma, mentre, preso l'abbrivo e il suggorimonto da. una opinione, lo nitre, emesse dagli nitri, si svolgono a riguardare nuo,·i lati del prismn. m~dosimo, onde l'opinione prima si può modiftcarc, al– largare, rinrorzare, innalzare o talora anche indebolir•e. Obbiotth·amente considflraudo gli effetti di una di• scussiono di ideo si rilevano due ft1.tti: Il primo, che l'idea. emessa dal proponente, dirò cosl, ,•iene attenuata o modificata dalla diversa baso sulla quale, dopo l'opi– nione altrui, essa dovrà poggiarsi i e l'altro, che il ri– sultato flnalo dell'opinione di ciascuno, compresa quella do\ proponenle, non sarà un'ide11ncuta, elevata quant'era quella di prima, la"qualo tanto più si distendeva in al– tezza quanto meno s"allargava. alla bl\se, ma sarà un modo pili esatto, più largo, 1>erquanto meno geniale, di vedere lo coso. Dunque in parte ha. ragione il Sighele, a dire che, riguardo al prodotti intellettuali, lo scambio delle ideo

RkJQdWJsaXNoZXIy