Critica Sociale - Anno IV - n. 23 - 1 dicembre 1894

CRITICA SOCIALE 36,i ha por olfoito una diminuzione d'intensità o di forza dell'idea inizialo i ma vico,·crsa avrebbe ragiono il Ferri in quanto la.discussione, eliminando i pericoli dello uni• lateralità o dello utopie, infondo ,•igo1•0 ed emcacia al– I"lllca medesima, migliorata o corrclta. Do110 ciò, lo.distinzione, in proposito, rra i sentimenti o le ideo non donobbo pii1 esser quella. ratta dal Sigholo o tlal t"erri, poichè, a seconda della coltura o dello spc• ciali condizioni della rolla, un sonlimerito d'ordino co– mune può venir non compreso cd essere espresso scnr.a cfllcacia corno rosso u1t'idca geniale o di peregrina fttt• tura: cd in assemblea di\•ersa un'idea. geniale può de• stare entusiasmi o muovere ad azioni al pari cho so rosso un sentimento uni\'erso ed anticamente sentito. 1'~, per Y:llermi di esempi simili a quelli portati dai nomino.ti scrittori, so Garibaldi creò non solo d egli eroi, ma mosso un popolo intiero colla m3giea parol.-i.di ttalit\ unita, questa. parola non avrebbe a,·uto emeacia alcuna un secolo innanzi, poichè il 1859 tro,·a,•a in Italia un J>opolo nel quale il ooneello dell'unità italiana era.si faUo sentimento, mentre non lo era affatto prima del– l'epopea napoleonica, ed ora. ancora, come ai tempi di Dante, sogno ll'idoalità. geniali. Per chiarir moglio il mio concetto o meglio ro1•mu– laro il motivo 1>cril quale ,,i ha una llifforenlo potenza di comunir.abilità, non già solo rra sentimenti o ideo, ma rra sentimenti o sentimenti, rra. il.Icee idee, ricor– llorò come il prollotto del genio accenni ad una di\·cr– gcnza nell'e,·oluziono eh•ilo, o iniiii un nuo,·o ramo nell'albero dolio umano ntti,·itÌI.; non altri menti la variolil, elio spunta da una specie, crea nuovi inlliri1.zi di rorma o di vita, o sogna lo origini d'una specie no– vella, che più tardi, atlrav~rso i perfezionamenti della nuo,'a \'&riotù, si andrà affermando. Taio signiRcaziono biologica del genio cito io, primo, ho additato o illustralo in lavori, che gfa datano da cinque o sei anni, o di cui ho pur ratto applicazione nello studio della psiche sociale o nella storia, chiarisco il ratto per il quale il pensiero dell'uomo di genio, cho s1>osso crea istantaneamente o por lo meno lla poco ha maturato l'idea geniale, non può trovare nella (olla nè intendimento nò consenso, polchò questa intendo o rispondo solo.mento a sentimenti e o. ideo elio lo sono materia assimilata. Ma non per ciò mancherà nella rollo, che ascolta roraloro geniale, una piccola. punta tl'intcnditori i quali, a lui più prossimi per coltura o a.bbastanzl\ sottili da afferrare, rra il misticismo dello. non sicura llottrinal l'Idealità geniale, plaudiranno, no– bile o rortunosa cla'}uc, a colui che sarà. dai più o fischiato o deriso. E, per eonlrapposto, ognuno di noi ricorda di a,•cr udilo in piazza o noi J>Ubblici comizi portar a ciclo oro.tori, i quali nulla dissero di nuovo, mo. infarcirono i loro discorsi con frasi fatto e di moda, che hanno lo. immancabile ofllcacia di muovere il pub– lJlico consenso. Mi sembra ingannevole l'argomento, che si intra,,edo tra lo righe del ft'erri (chiodo scusa se ho malo inter– pretalo), che vorrebbe induM'O la prova della comuni– cabilità non solo, ma doll'etrotto diffusivo llolio idee, dall'esempio del lliscorso a scopo istruttiYo che tiene il maestro agli scolari o il conreron1.ioro al pubblico vario dei suoi ascoltatori. Invero, il buon docente ò quello che sa tenersi nl livello, 11011 solo della intelligenza, ma della coltura doi.. suoi scolari, o un po· pili alto, niente più: od ha fama di buon conroronzicro colui che, guardandosi dagli alti o percg1·ini voli, sa con lenocinio fecondo spezzare ì1 B I teca Gino Bianco pano della sua scienza, cosi da (d.rla inghiottire alla diversa. ca1>aeitù.llello rauci. Do pur io importanza alraziono suggosti\'a llcllo cor– relative espressioni flsionomicho o degli alloggiamenti della persona o llella. \'OCedi colui che, J>arlando, sento vh·amente ciò che dico. Nessuno meglio di Orazio ha espresso una similo cognizione. Da alienista, ro anello notare cho rra. i sentimenti o le azioni si stringo racilo un legame, cosi elio gli uni chiamano gli altri quasi a rifletterli, o ciò tanto t>iù ,·ivamento quanto pill i sen– timenti siano nssimilati agli inllh•illui. Un'analoga correlnzione si stabilisce fra idee od azioni, o ciò in principio coll'intermedio doll'emotivW,, o ph'1 innanzi, mano mano cho l'idea si impossessa. dcll"indi– viduo, aneo senza. tli essa. Tanto i sentimenti quanto le ideo dunque possono suscitare negli uditori lo scoppio dello azioni correlativo, 011110 una parola. di odio de– termina. milio ruggiti lii rabbia e fa portare milio mani al bastono; ma perchò ciò succeda. bisogna che i sen– timenti espressi dall'oratore non gli sieno indi,•iduali, ma rispondano ad n.llrettali oli a somiglianti nello. folla; e le ideo cho esi>rimo sieno o cosi semplici o cos1 comuni che, o ancora 1,er il tramite di stati omo• ti,·i, o dirottamento so sicno ancor ))iù mo.tur·c,trovino nella rolla medesima di essere giil. ltlrgnmente o ,,iva.– mento compreso. Oggidì ancora nessun oratore snrobbo capace ili en– tusiasmo.re una moltitulline Ji Indù colla parola cgua– glia11.:a. I.a stessa. parola tro,·ò tanti ostacoli ad essere o.ccolta quando veniva llalla bocca dei primi cristiani: o al contrario, sollevò il mondo pubblicata dalla rivoln- 1.ione rrancoso. Non era forse un'idea prima o dopo? Ma prima era un'idea solitaria o lontana dalla comune cognizione; più tardi un*idea comune e resa assimila– bile, ratta eguale nd un senlimenlo. Girifalco, ~~ norcmòI-e 1$9 f. S1t\'IO VE~TUIU, A ()l'O()OSilO dello quali ultimo coso dello dal Venturi, viene s1>0ntanea sulla 1>enna un'osserva– zione: e cioò che si misura <1uanto sia grande 1a buaggine, per dire il meno, di quella magistrah11·a che accumula le condanno per apoloiria di delitto o pe,• eccitamento all'odio sui suggeshonalo1'i della folla. Ah I sa1'0bbero dunque temibili costoro poi vostri pad1'0ni - quand'anche predicasse1'0 quel che voi supponete od imposturato - quando l'odio o l'apologia di ciò che voi chiamato delitto non fossero già vivi nel cuol"O delle mollitudini? E allora la colpa sa1'\ di chi li evoca o di chi co li ha messi? ~la ormai ò cosi: noi abbiamo dei magisfrali che, quanto volle si parla di camor1·0, di abusi sanguinosi, di lndronecci, esclamano subito:« ceco, qui si alludo alla borghesia•· Nel nosli'O ultimo inter1'0gatol'io pel sequesli'O dei Lincia(J(Ji Sicitllmi. anche a noi il giudico isfrutto1·0 non seppe <'.Onto– stare altro che questo: - « ,·oi parlate di huli·i, di assassini, dunque alludoto, ò chini-o, alla classo dit-igeute. » E non ci fu ,·e1-so di smuovel'lo di li. Una bella rama, in vel'itil, vanno facendo alla elasso cho I i paga! LA CntTICA SOCIAU:. Clcùxlcteci con cm·tolina raglia ,ta L. 2: Gli avvenimenti inSicilia e leloro cause di NAPOUl>NE COl,.\JAN:ìl. 1-: diffo1ulelcl0, <liffon,lcle/0 1 <liffomlctc:10 1 e/cc ne oalc: la 1xma!

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