Critica Sociale - Anno IV - n. 18 - 16 settembre 1894

286 CRITICA SOCIALE Però, ,,a espressamente ricordato che le critiche escogitate specialmente dai seguaci della moderna scuola austriaca del grado finale at ultlttà non colgono sempre nel segno. Anzi, non sempre nè sempre efficacemente hanno esposti in luce gli stessi vizl essenziali che noi, i5pil'andoci soltanto alla ,,ecchia scuola del costo di produzione, abbiamo cercato di rilevare. li che appare notevole parti– colarmente se si considera, che la teoria del grado finale finisce col risolversi, sostanzialmente, con quella del costo, come ha dimostrato, fra gli altri, M. Pantaleoni. Ora, di fronte al duplice sistema e (diciamolo pu1·e) al duplice valore delle critiche mosse p1·eci– puamente dalle due diverse scuole alla teorica marxiana, i socialisti hanno tenuto conto delle più deboli soltanto, dimenticando affatto quelle vem– mente efficaci e mortali dedotte dal v1mto di vista della classica teorica del costo. Da qui, gli illogici osanna e le ve1·bosevanterie che pu1·e recentemente hanno elevato alcuni marxisti: tutti mezzi retorici, codesti, cui i maligni re1>uteranno diretti a celare la fiacchezza dei ragionamenti, gli equivoci e le piccole astuzie talvofta usate nell'intendere e nel riba_ttere i ragionamenti avversari! Eppure, v'è la testimonianza autentica dello stesso Marx che ammette ed addita le contraddizioni con la realtà. in cui incorro la propria teorica.. L'Engels tesso, come :.litri illuminati marxisti, hanno rico– nosciuta la necessità di dare a quelle una soluzione. Ciò non ostante questa è aspettata sempre invano! l)a che. al101·a, tanta baldanza, cui le testimo– nianze stesse della famiglia socialista rivelano illogica e vana i Noi abbiamo, intanto, additate alcune critiche in cui incorre la tco1·ia del Marx. Questo critiche la distruggono, l'iducendola a teoria esatta solo nelle ipotesi cho al lavoro non si associno capitali o che i prodotti siano ottenuti eia rappo1·ti eguali di ca– pitale tecnico e di lavoro ed il capitale richieda un impiego della medesima durala: tutto ipotesi che non si av,•e1--unonell'economia pre.liente o non contemplate dal Marx. Diciamo, dunque, ai marxisti. con l'espressione del loro maestro: Mc 11/to<lus,lite saliate! (') FltA:1/CESCO CoL!:':1'1'1. t') Nel proulmo e fortunatamente u!Umo ar1icolo, tratteremo della leMia del valore ller rispello &Il:\ dottrina ed ngll lolenll del ,odalitmo sclenU'/fco. NELLI~ CAMPAGNE llARClllGIANE Note e riflessioni d'un socialista (CcmUnwu. e /hte, redi num. vrecede11lc.) IV. - Il c6m1•fto del soclnllstl - nelle masse - nelle nmmlnlstrazlonl comunnll - nel l'artlto del Jno– ratorl. Conrcsso che, guardando i colli inondati di sole o lussureggianti di verde del mio paese, un senso di tristezza. e come di scoraggiamento mi assale; penso che il socialismo non trionrer•à se non quando i conta– dini saranno entrati corno forza cosciente nel movi– mento internazionale del proletariato: e pur troppo tutta questa. classe agricola. - la maggioranza della popolazione totale - è tuttora una popolazione di morti. Altro che predicare la ri,•oluziono immediata e violenta!. .. In questo condizioni qual ò il c0mpilo dei socialisti! Vengo senz'altro allo proposte. Poi contadini obbligati, date le condizioni morali e B1biotera Gino Biar.ro sociali suesposte e la eccezionale e diretta dipendenza dal padrone, la pratica non mi suggerisce di più ardito che lo Auociazionì di mutua anistenza tra i conta– dini. E l'istinto della solidarietà che ad essi manca nel• l'isolamento della loro vila e bisogna. eccitarlo in ossi: questo ò il primo p11ssoindispensabile. Ed è qui che si parrà. il tatto o la prudenza dei socialisti. Essi dovranno promuovere il lavoro per via indiretta e senza ingene– rare dirtldenze ed allarmi. Perciò niente di meglio e di più pratico che usurruire la cooperazione delle associa.– zioni operaie urbane, dei semplici filantropi e possi– bilmente dogli stessi parroci di campagna. Associati in qualunque modo i contadini, l'idea della. resistenza. non tarderà a ral'Si strada.. Che diceva. il Oiusti1 e Dal– l'unione viene la f01•za 1 dalla forza la fiducia di sè, dalla fiducia cli sè la voglia cli fare a modo p1-oprio. • La. Società, risiedente in paese, dovrebbe essere divisa per sezioni, a seconda delle contrade e delle parrocchie. La contribuzione dei soci, come ora si costuma rare per i santi o per la ~la.donna, dovrebbe dalla Società. riti– rarsi in natura o sul luogo, nelle principali raccolte. Scopo della Società: sussidiare i coloni in caso di morte o di grave malattia del capo di famiglia, o in caso di immediato srratto dal terreno, finchè non riescano a trovare altrove il collocamento; costituire una specie di cassa di assicurazione in caso di mortalità. del be– stiame, o parzialmente anche in caso di siccità, di gran– dine o di incendio; vigilare sugli interessi dei conta– dini, specie- pel servizio sanitario, per l'istruzione e per l'emigrazione. l') Pei di&oblJligali o braccianti il còmpito è più facile. Essi sono liberi, abitualmente in contatto colla città, più accessibili al principio di n.ssociazione porch0 con– ,•iventi in \'illa.ggi o nei sobborghi del pa.ese e più di– sposti a. comprenderne il bisogno o i beneftcì per la miserabilità. e precarietà. della ,•ita che menano. Per essi sorge naturale l'idea delle Cooperativedi bracciauli o di collivato1·i, con intenti accessorii di mutuo soccorso e di miglioramento. Questa. idea. acquista importanza. di più pratica attuabilità trattandosi di quello coope– rative di emigranti alle Maremme che l'amico Coletti suggeriva molto sensatamente nell'articolo summento– vato. Gli emigranti sono già a.,·vezzi ad un certo prin– cipio di unione perchè abitualmente raccolti in specie di squadre e non avrebbero che a intendersi per libe– rarsi dallo srruttamento e dalle angherie dei caporali, trattando da ora in poi collettivamente o dirottamente coi proprietari od affittuari del luogo. Unili in coope– rative potrebbero migliorare lo condizioni del loro sa– lario e del loro vitto e richiamare più efficacemente l'attenzione pubblica e del gornrno sui provvedimenti igienici necessari a salvaguardare la loro salute e la loro esistenza. Di utilità generale sarebbe poi la fondazione di cooperative ai con&w1t0 pei generi di prima necessità, cosa che il Manassei iu un suo articolo nella Rass~gna ,ia;'ionale (anno XV, voi. i3) raccomandava ai Comizi agrari per prevenire raziono nera.sta dei socialisti, con• siglio veramente un po' ingenuo, anche perchè i pro- ( 1 ) Sarebbe lode,·ole cota. che queste ns.soclazlonl conl&dine, ollre a promuovere la latltutlone delle COOJ)eratlve di con1umo e ,·endila di 11ttrenl di lavoro, delle quali parlo pili sotto, 11 faceasero acquisilrlcl - non oppena la loro condltlone tlnan1.iarla lo J>t"rmeuesae - di macchine agricole (come lr,-o,,.ah•lcl, #Olfora– lrlti, ecc.) da dare a noleggio, non che di tr~l>biah-tcl e ,grana– trlel, le quali, In concorrenza con quelle del caJ>ltallati, 11otre~ bero esser meHe In clrcolulone pt>r le colonle, a pronu., della CMII\ ,oclale. •

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