Critica Sociale - Anno IV - n. 9 - 1 maggio 1894

CRITICA SOCIALE 141 scopo bastevole a sò stessa nel benessere individuale e colletti voi ò sufficiente la terra, o non c'ò piti bisogno di fantasticare o desideraro il cielo. Ed acho pro ripeteranno gli ultimi coni lo scolastico argomento dell'opera che fa supporre l'artefice, e che qualcuno de,•o aver creato il mondot Il parlare di prin– cipio o di fino del mondo, di chi dove averlo confezio-– nalo, ò un assurdo della mente umana. Siccome appare che lo cose principiano o finiscono (e non ò che tras– formazione', e si vedo che, per es., una scarpa non si fa dc. sè, ma occorro il calzolaio, si trasporta questa cognizione del fenomeno particolare, contenuto, alla universnlilà. di ciò che è, al contenente, al mondo. Ma porchò il mondo dovo aver an1to un principio, e devo a.vero un flne1 Cho ne sa. il limitato intelletto umano? Il nostro intollotto, cho nncho nell'astrazione di conce• pire lo &J)i1·ilo, il 11ttlla, concepisco som1>re qualche cosa, concepisco un quill matorialo1 E porchè sarebbe crea– toro dio, che ripugna alla morale, ed ò negato dalla llldagine sciontiflca1 Il ratto solo che un uomo possa negarlo, è la negazione della sua esistenza. Ed anello ammesso, che necessariamente il mondo abbia a"uto un creatore, chi a,•rebbo a sua volta creato il creatore? Ma il ver<' è, cho solo una deduzione assurda della mento umana, illusa dai fenomeni apparenti, porta a "anegginro di principio o fine del mondo, et 1imilia. Il mondo è, noi siamo: ecco l'unica cos& reale. Basti vi,•ero, basti la. terra: la morte ò dormire. Questo ch'è oggi, o non può esser altro, un clesicle1·allm1, filosoftco, dil•enterà. un fatto nel colletti\'ismo. Dico benissimo Marx: In generalo il riflesso religioso del mondo reale non potrà. sparire, che allora quando le condizioni del la– voro o della vita pratica presenteranno all'uomo. dei ro.pporti trasparenti o razionali con i suoi simili e con la natura. La vita sociale, di cui la produzione mate– riato cd i rapporti ch'essa implica. rormano la base. non sarà. sciolta della nube mistica che no vela l'aspetto, se non il giorno in cui vi si manirestorà l'opera d'uo– mini liberamente associati, agenti coscicntemento o padroni del lor pr9prio mo\'imento sociale. (') È una vecchia sentenza ellenica, che la patria ò do• vunquo si sta bono. Quando si starà. bene in terra, non anà. più ragion d'ossero !'o.spirazione alla pall'ia celeste della metafisica teologica cristil\na. L'azione stessa dell'idealo socialista. ò così potente sulla coscienza, che, corno altri, di parlo religiosa, ha giiì av"ortito, so non tutti i contadini che perdono la fedo di\'ontano socialisti, lutti i contadini che di\•entano socialisti di,•entano atei. x. Il principio « la religione è. affare privato •· La. religione ò affar privato: questa ò ,·es juclicata per il partito. Chi voleva, a scanso di un"apparente ipocrisia, rosso iscritta sulla bandiera la dichiarazione di ateismo, ebbe torto. A cho pro 1 [;ateismo ò una conseguenza del socialismo. I.a rolia-ione dunque ò affar pri\'ato, da rogolaro ciascuno nella coscienza sua. Ma. ciò non implica 1>orònessuna tolleranza sentimentale verso la religione (sia per la rorma, sin per la sostanza): ognuno croda como vuole, ma o non si tocchi questo argomento, o non si ro.ccia mai e nessun mistero del proprio ateismo. Insegni Liobknecht che dice ai conta- B bllotecq Gino B1arico dini: « io sono atèo, non credo in dio, ma penso che ognuno ha diritto di creder ciò che ,,uole. • ( 1) Un tempo si leggo,•anone"giornatetti socialistoidi scem• piaggini come questo intorno al Cristo: il primo ,ocia• li&la, il sociali&lacli J\"a:a1·e1h, il &ociali&ta 1·0110-vulito, o clal mantello ,·osso, ecc. Allo quali racc,·ano pendant quell'altro de' repubblicani e radicali, che in Yersi o prosa e in disegni ravvicina.,·ano Gesù e Garibaldi. (') Qua o là, oggi, nolla parola o nella pratica si spingo falvolta quelln, che do,•rcbbo essere indifferenza reli– giosa, ad una tolleranza sentimentale che vesto quasi la forma (la sostanza ò sompro atea) di una possibile compatibilità. simpatico.. In Sicilia. si usò del verbo evangelico come arma ini– zialo. ,\dol ro Rossi nello suo corrispondenze alla 1'1·ibu11a, quanJo visitò )"autunno scorso In. Sicilia, narrava cho in corti paosi por costituire il Fa,cio il propagandista si mottc"a sul sagrato la domenica. all'uscita della gente dalla chiesa, o prendo,·a lo mosso dalla citazione di qualche sentenza dogli ernngoli. Com'è naturale, dopo uomini e donne disertavano la. chiesa, o in"ece anda– vano nl Fascio. Ogni arma. ò buona alla battaglia.; ma perchò com– mettere una ipocrisia inutile? (3) Qual è, in fatti, la causa del socialismo, la ragiono del suo immancabile trionfo 1 Il presento sistema di produzione: Et hic est 1nmcttt1. E la. persuasiono 1 più sariì sce,•ra di misticismo, più sarà. sicura. Il socialismo, il nuorn ,·erbo che tocca il cuoro e il ventricolo del proletariato, ha da esser ateo nella forma. sempre corno nella sostanza.: non gli abbisogna nessun addentellato con nessun odiflcio spirituale eterogeneo; nò l'a.\'er rrotta porta innanzi i la pera cade quand'ò matura. MEll.CURIO, (') Vedi: C,·Utca Soclole, IEOI, l'Ml', I!'!. ('I Oiurl Il (.,'rtatoaoclallara aer,•e 11110 bufronerle del j{e~uìU. li pl'ldro Abel, guult,a, tenne n Vlenr1a nella chiesa della Unlver,11:\ un 11unrc1lml\le 1>"r gli 01,eral. (l. .'utlltorlo non er:t. J>erOcon11>01to nella quntl 1un t('ltalltl\ di operai). Nella predica dellt\ aer11.del H febbraio u1cl fuori In queate :unt!nltà: • Leone Xlii, il cardl– n:tle M:t.nnlng, e l"arch•e~ovo di t-.ew•York. mon,lgnor t:orrlgt1n, e11>reuero <'ontordemente l'lde11che l'a.nenlre app:utlene al po– polo. Questo PO!lOIO è Il tedelt'O crlltl:'lnO IJOCll'lle.A questo 1>0polo appartiene l'avvenire, 11erchè dopo che gli Kbrel disconobbero 11 redentore, eu.l non sono 1>hì il 1>opolo eletto. Cristo fu II primo rapprt:1en1:rnte degli lntert1<1i del p,11>010,·aie a dire, Il prnuo 1ocu1.fo, ta; perciò non ()Ol<q> toml)rendero come mo.i alla te1to. del movimento 1oclall1l4 democratico 11 lroYlno degll lndh·ldul che non rlco1101cono Crlllo I • (I) Qui notiamo - a 1c1nto d"equl,-ocl - che Mertwrlo, 1:1. cui teti oggi non ,ogllamo dl1eutere a fondo. è del N!IIO comprelO di ammlrulone 1>er la linea di condotta geMr:1le dei propai;:an• disti 1iclllanl del noatro J>t\rtlto. Le cll:izlonl di certe man.Ime del vana-elo o d"altrl libri aacrl fu l'ldoperal4 da quasi 1111tiI10- clal11tl che do,·euero Iniziare I:\ propaganda fra 1>0polnionl prl– mlth•e a cui, di primo acthl10. li llngua1Zglo se,ero dell.t aclenia economica urebbe ri111cllo lncomprenalblle. I aodal11tl ponno, 1enia :1lcuna lpocrlala, porre In rll1evo Il fondo um&no che 11cela. In ~•e 10110 Il mlatlco ,elame e servirsene a mo11rare la con– traddltlone che è fr:\ I:\ morale predicata e I:\ pratica seguita d:'1.111'1 cll'IHI domlnanll. ~: ciò che hl\ fatto un nostro compt1gno nel 1>011olari11lmo01111,colo: Dto lo more. (Nota detra CRITICASOC!ALB), 1 TESSlTORl l..'ellito,·e Ka11!01·01oic~ha pubblic,,10, in tm'otlima versio11"di E. Gaglianli, quCJlO capola,xn•o d1·ammatico di 011EltARDO IIAUPTMANN. I Tessitori è uno cli rwei lt1001·i, clai quali, come dallo Ocrminal cli Z-Ola e da altre simili opel'c di uenio, sen;a

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