Critica Sociale - Anno IV - n. 3 - 1 febbraio 1894

CRITICA SOCIALE 39 si fa. dello 1po,•I, per diletto cd educazione propria o por "nnilà. od auche por mestiere, o non è neppure di quei pubblicisti cho credono, nella lolla quotidiana, basti condire un po· di e temperamento » politico col– l'arto di farsi leggero Si può non essere d'accordo con lui - noi s1essi non sempre lo siamo - ma bisogna riconoscere che il suo metodo è buono, solido, moderno. Egli realizza il tipo del pubblicista vagheggiato da Max Nordn.u - bauaglioro o scienziato ad un tempo; bat- 1aglicro senza passione che acciechi i scienziato senza pedantismo. Il da10 statistico, che per tanti scrittori è decorazione, ostentazione erudita, artifliio per darsi l"eliclu!lla posi– ti\•ista, è, nel Colajanni, inviscerato cosi nel suo argo– mento da ,•ivoro con esso di unn. sola vita. I.a conclu• siono perde cosl lo apparenze della tes,:, che meLterobbe in apprensione gli spiriti scettici. Può essere siata pre– pensa1a, p1·eintui1a,Jesidorntai m:Lnon lo fa.scorgere, o il libro, por quanto polemico, sembra meno la com• pm·sa d'un ovvoca10 cho la. sentenza d'un giudice. E che llSpra Jtmten:a ò questa del Coiaj anni sulla follla militnro ond'ò invasa l'Italia ulllciu.le! ... Poi, accennato per quali ragioni, tultavia. 1 il suo idealo di nazione armata noo poteste essere il nostro, si con· eludeva: Dotto questo per spiegare il nos1ropunto di ,,i ta, che non ò quello dunque del Colajanni, c1 O giocoforza con• fossaro elio il libretto preso ad esame - sul terreno su cui l'autoro si motto - ò pieno di pregi. La pole~ mica sullo squilibrio fra l'assetto militaro nos1ro e la nostra potenzialità. economica, in rapporto a quella degli altri Stati, è di tutta evidenza. e assolutamente vitto– riosa. Lo stesso dicasi do,•o disputa sul bilancio sh·ao1'– dinal'io 11ormale (!!) della guerra, sulla e posiziono au• sillaria • o sulle pensioni militari, sulla.riduzione della ferma o sul l'eclutamento territoriale. La monografia è rapida, completa, convincentissima. Ma è monografia cli un conservatore liberalo e ragionevole; non O- o al• meno non paro - quella d'un socialista. Qnosta - o no abbiam citato quanto basta e chiunque può cercare il rostnnto - quosla la calunnia. atroce, la. laida insinuazione pC'rcui egli spezzò la sua« relaziono porsonalo • con noi. H basta del lato psicologico.Rimano,pur non di meno, la questiono obiettiva. lmporocchè, compiuto il tristo ufficio di accortaro l'elemento morboso nelln.psiche dell'amico che ci rin– nega, pur v·ha. da essere l'obbietto che a cotesta mor– bosità. desso questa piega. Qual è il dato reale che si nasconde sotto la vertigine allucinatoria che lo mosso a questa polomicat Il dato reale ò sol uno, o l'accennammo gia di fug– gita. È che an~ho in Italia è nato un partito socialista militante e preciso, nel quale NapoleonoColajanni,come tant"allri indecisi, non s·è potuto allogare. Eclettico per natura, imbevuto di principii e di tradizioni mazziniane, accostatosi al socialismo solo per la via. dei libri senza sentirne pulsare la Yi,•a anima. nelle lotto quotidiane, quando quel movimento si affermò, egli - che, nel pc• riodo del socialismo nebuloso ed astratto, ne era stato, in Italia, una dello fil.cipiù vi,·o- si trovò ad un tratto distanziato o come isolato. )lesso al cimento di pro– nunciarsi, sospinto in una direziono d&llQvio,da Pan• tano, dall"ambiento olottoralo, dal suo temperamento personale sopratutto, o dall'altra parte dal socialismo \'Oro o proprio, dalla lotta di classe, che egli poteva ammettere forse in 1eoria, nell1Lsua larga. espressione storica., ma. che, nella sua esplicazione concreta, vissuta, aspra, quotidiana, ripugnava a tutta quanta la sua na• tura; egli rimase noi limbo dei sospesi o si sentì come diYiso,stmcciato, disertato non pur dagli amici ma da G n Bianco una parto di sè. f; la storia di mollissimi, che in lui preso soltanto, per l"abito ipocondriaco cd anche pel \'a• loro non comune dell'uomo, una tinta ed un aspetto piil cupi. Il peggio Mlpo, il più. fiero, fu allorchò quel movi• mento, che gli turbava la quiete, le abitudini men1ali, cho minacciava la sua popolarità, invaso proprio il re· gno suo, l'isola sua, la Sicilia, sviluppandovi quel po• deroso movimento dei Pa,ci, che certo, nelle zone alte o dirottive, se non in tutto le propaggini, ora socialista o marxistn. Era In ribellione, lo scisma portato in casa sua, o - nel suo concetto - perchò rosompio era ve– nu10 di quassl1, cra,·amo noi dell'Italia superiore, era la O,·itic<i SOciale, ora. la TAila di cla,,e che glie l'ave– v.1110 portato, eravamo noi il tlomonio tentatore, lo spi· 1 ilo del malo, cho gli traviava gli adepti. Corto, questo modo di concepire i fenomeni è a.tratto infantilo, stiamo J>ordiro mitico, ma non è disformo dal modo di concepire i l'enomeniche à abituale nl Coiajanni. f: anche perciò elio Il fenomeno grandioso o complcssç, della lotta di classe non fu mai da lui veramente ar– fcrrato e gli parve dispetto di persone, di g ruppo, di scuola: O perciò che il suo socialismo teorico ce rca.an• cora lo suo basi scientifìcho nell'altalena sentimentale dclregoismo o dell"altr•uismoelio giocano a. pre,'alcre; o che in tutto lo questioni pii1 vi\·e, nelle quali egli stesso è milite, egli lo dimentica completamente. Alla Camera egli ebbe dolio belle giornate, quello in cui sciorinò i panni sudici della cm•ee bancaria, ma 1 co– stretto nclrangustia. d"una. mcntalifa non abbastanza croluta, egli, por qu11nl'era. da lui, guastò ogni cqsa, nell'interesso del partito o dotraYvonire, ridurendo la questiono a un fugge,,olo piato di mora.lità, di i>enoo di malo, questo ,·uoto cd elastiche astrazioni, o accon· tuando che la sua lotta era superiore ai partiti.« Supe– riore ai partili>, ossia. estranea al socialismo, estranea alla voritil ed alla scienza, pertanto sterilo o poco più che pollcgola. Con un intelletto menrefrattario al concetto scientifico del socialismo, egli avrobbo potuto, coi documenti onde disponeva., col coraggio o l'autorità che possiede, colla nobile ambizione che lo sospingo, essere il vero bandi– tore della lotta di classe in Parlamento: invoco fu sem– plicemente un rimesta.toro di sudiciume, urtlcio utile anch'esso, non neghiamo, ma di gran lunga inreriorc. - In Sicilia, nei primi tempi, corno aV\'iene, la re,'ercnza o l'influenza del suo nomo reco che il dissidio suo coi Jirigonti il mo,•imento dei. fà1ci venisse, sin che ru pos– sibile, dissimulato e coperto: poi la situazione si deli– neò e fu più rorte di tutti. Egli sconfessò quel movi– mento apertamente, lealmente: la Giusli::ia&ocialestampò che gli aliri, dolenti del distacco ma. sicuri, prosegui– vano, con noi, la loro ,•ia; la separazione fu nettamente dichiarata. Più tardi, quando i fatti precipitarono o l'uragano delle repressioni si è scatenato, eccolo al suo posto, in Sicilia, soldato del dovere, animato (chi ne dubitò mai1) dello migliori intenzioni i eccolo in colloqui od in cor• rispondenza con quel Crispi, di cui aveva pubblica• monto auspicato l'avvenimento al poterei eccolo consi– gliere ascoltato di uno schorano assoldato per soppri– mere tutto lo lìbortò., per sorreggere tutte lo infamie del malgo,•erno.... , tnnlochò par,·o - o fu già. troppo il parere - cho sugli arresti o gli scioglimenti da non fal'&i - non diciamo sugli altri - M·esso voto con• sultivo. Chi vedrò. qui l'atteggiamento d"unsocinlieta1 Chi ero•

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