Critica Sociale - Anno IV - n. 3 - 1 febbraio 1894

CRITICA SOCIA LE, 35 accademica. Ma nessuno è che creda che i dor– mienti non si ridesteranno quando che sia e ben pii, numerosi e rormidabili. È dunque necessario che il partilo soc\alista abbia chiara fin d'ora davanti a sè la via che devo battere. Per radunare maggiori lumi abbiamo scritto i11 questi giorni ad un uomo che tutta la sua vita dedicò allo studio della storia del capitalismo e della rivoluzione economica; al più illustre rappresen– tante, dopo la morto di Marx, del socialismo scien– tifico in tutto il mondo. Non v'è chi non intenda a chi noi alludiamo. E a lui, a Fedol'ico Engels, inrormatissimo dello cose italiane, delle quali del resto gli demmo anche un riassunto, abbiamo proposto,non per noi soli, ma per tutti i nosli'i compagni, il quesito: quale a lui pare debba essere il contegno ~el partito i11 Italia di fronte a un movimento 1·ivoluzionarionon lontano, che ciascuno sente nell'aria, benché nes • suno possa fin da oggi precisarne l'ora ed i ca- 1'atteri. L'illustre vecchio ci ha risposto esaurientemente colla lettera che pubblichiamo qui appresso. f; un documento che s'imporrà all'attenzione, alla tnedi– taztone di tutti i nostri amici; di tutti, aggiungiamo, gli studiosi della evoluzione italiana contompo1'anca. Noi abbiamo rispettato, nella sua lelle1'a, tulle le minuzie: le sottolineazioni (i corsivi) non sono aggiunte da noi. E leggendola p,-ovammo anche la gioia di veder, 1 i espressi, in forma più nitida e con la p1'0cisioneo la misura del gonio, ma nella so– stanza non disro,·mi, quelli che erano anche i nostri pensieri; i pensieri che accennammo nell'a,·licolo sulla Sicilia, e quelli che pii, volto - di fronte alle contingenze attuali e alle previsioni di un prossimo avvenire - abbiamo volto nell'animo. NOI. LAFUTURA IVOLUZIONE TALIANA e il partito socialista CAno'l'U1uT1, f.o;1dra, ~6 !Jtnnaio /891 La situazione in Italia, a mio parere, ò questa. La borghesia, giunta al pole1'0 du1'ante e dopo l'emancipazione nazionale, non seppe nè volle com– pletare la sua vittol'ia. Non ha distrutti i residui della reudaliu\ nè ha riorganizzato la produzione nazionale sul modello borgnese moderno. Incapace di rar partecipare il paese ai 1"0lativie tem1>01'anei vantaggi del regime capitalista, essa glie ne impose tutti i carichi, tutti gli inconvenienti. Non contenta di ciò, perdette pe1·semp,·e, in ignobili bindolorie ba11ca1•ie, quel che le ,·ostava di ,·ispeltabiliu\ e di credito. Il P0J>Olo lavoratore - contadini, artigiani, operai ag1·icohe iudusll'iali- si trovadunqueschiacciato, da urmparte, da antichi abusi, retaggio non solo de'tempi reudali, ma benanche dell'antichilil (mez– zadria, lalt{ttndia del mezzodì, ove il bestiame su,·• roga l'uomo); da11·a1traparlo, dalla più vorace r,; scali!.\ che mai sistema borghese abbia i11v1mtato. G n) Bianco È ben il caso di dire con Marx che « noi siamo « amitti, come tutto l'occidente continentale europeo, « e dallo sviluppo della produzione capitalista, e « ancora dalla mancanza di questo sviluppo. Oltre « i mali dell'epoca presente abbiamo a sopportare « una lunga se1·ie di mali ereditarii,derh-antidalla « vegetazione continua dei modi di produzioneche « hanno vissuto, colla conseguenza dei rapporti po· « litici e sociali anac1·ontsticl che essi producono. « Abbiamoa soWri1-e non solo dai vivi, ma anche « dai morti. Le mo,·t salslt te vi(. • Questa situazione spinge a una crisi. Da per tutto la massa produttrice è in rermonto; qua e là si solle\·a. Dovo ci condu1·r•a questa crisi? E\'identemenlo il parlito socialista è troppo gio• vane o, per all'etto della situazione economica, troppo debole per sperare una villol'ia immediata del so– cialismo. Nel paese la popolazione agricola prevale, o di gran lunga, sulla urbana; poche, nelle città, lo indusll'ie sviluppttto, sca,·so quindi il p1-oletariato tt])lco; la maggio1-a111.a è composta di arligiani, di piccoli bottegai, di spostali, massa fln,lluante rra la piccola bo,·ghesia e il proletariato. E la piccola e morliaborgbesia del modio C\'O in decadenza e dis– intog,,aziono, la pi1ì parlo, proletari ruturi, non an– cora proletari dell'oggi. E que,ta classe, sempre faccia a faccia colla ,·ovina economica ed ora spinta alla disperazione,che sola potrà fornire e la massa dei combattenti o i capi di un movimento rivolu– zionario. Su questa via la scconderanno i contadini, ai quali il loro stesso spa1·pagliamontosul territorio e il 101-0 analfabetismo vietano ogni iniziativa er– flcace, ma che saranno ad ogni modo ausiliarii po– tenti o indispensabili. In casodi un successo pili o meno pacifico.si avrà un cangiamento di Ministero,coll'avvenimento al potere dei 1·epubblicani « co1n 1 0rtiti » ('), i Cavai– lotti e compagnia; in caso clirivoluzione,si avrà la 1·opubblicabo1-ghcse. ni fronte a queste eventuali!,\, quale sarl l'urflcio del partilo socialista 1 Dal 1848 in poi, la lattica che ha portato i mag– giori successi ai socialisti ru quella del Manifesto det Comunisti: « I socialisti, nei varii sladii altra- • ve,·sati dalla lotta r,.,, proletariato e borghesia, • direndono sempre l'inte,·esse del movimento go– « ne,-ale....: lottano bensì per raggiungere scopi « immediati nell'lntoresse delle classi lavoratrici, < ma nel moto presento rappresentano eziandio « l'aVl'euiro del movimento. • - Essi pigliano dunque parte alti,,a in ciascuna delle fasi evoluti.-e della lotta delle due classi, senza mai perder di vista che queste rasi 11011 sono che alh'Oltante tappe con• <lucenti alla prima grande meta: la conquista del potere politico da parte del proletariato, come _mozzo di riorganizzazionesociale.Il loro posto ò fra I com– ballenll pe1•ogni vantaggio immediato da ottenere noll·interesse della classe ope,·aia: tutti questi van– taggi 1>0liticio sociali e i li accettano, ma solo come acconti. Pe1'Ciòessi considerano ogni movi• mento rivoluzionarioo progl'ossivo come un passo nella direziono del loro proprio cammino; ò loro missione speciale di spingel'O avanti gli altri par– titi rivoluzionarii o, quandt> uno di questi frionfasse, di saivaguardare gli interessi del proletariato. QuesL, tnttica, che mai non perde cli vista il gran fine, risparmia ni socialisti lo disillusioni cui vannosog gelli infa\llibilmonte gli aliri _pa1:lilimeno ~hiaro_– veggcnti - sia ropubbltcau1, sia sociallsh senti• mentali, che scambiano ciò che ò una semplice tap1>apor il termine finale della marcia in avanti. Applichiamo tulio questo all'IL,lia. La villoria della piccola borghesia in disinteg1'a• (1) Il tealO della lelterà dice: rallidl. (1'."ota <Uliti CRITICA),

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