Critica Sociale - Anno IV - n. 3 - 1 febbraio 1894

34 CRITICA SOCIALE E la legge, spaurita, si ricantuccia. Perchè (anche questo è notevole: e lo accenniamo per offrire ai compagni di sventura, non diciamo una effettivn diresa, ma almeno un conforto) tutti questi sequestri sono nulli, son tutti illegali. Non ve n'è uno - a parte la sciabola del brigadiere che lo porta - che valga il cencio di caria sul quale è vergato. Il ce– lebro Editto sulla stampa, nella sua provvidenziale e presaga elasticità, nato però sotto la pressione delle sommosse, ebbe almeno un pudore. Esso disse: - i processi di tendenza, di semplice opinione sono quind'innanzi vietati. Sarà. permesso non essere d'accordo, nelle questioni sociologiche, col regio de· legato del mandamento. I reali sono questi e questi. Essi non si compiono se non con frasi determinate, con pensieri precisi. « Il Pubblico Ministero, nelle sue istanze, è tenuto a specificare te p,·ovoca– :tont, Oli t11,sulll, onèse, ecc,, SOTTO PENA Dl NUL· LIT,\ > ('). • Or bene; chi v'ha che lo ricordi? I sequestri sono stesi tutti su un modello stereotipo; si potrebbe prepararli stampali. « Visto il giornale, visti gli arti– coli, 1·itenuto cho contengono i reati ecc., ecc. (qui tutto l'arsenale a rifascio), si sec1uestra,si procede•· Metodo idiota, ma spiccio. Il funzionario non è CO· stretto nò a capi,·o, 11èa logge1'0; è la connsca in bianco ed acefala. Cosi, parimenti, le sentenze. « Visto, ritcrn~toche il reatoc'è, quindi... si rinvia a giudizio. • E sotto pena di nullità che si esigo anche questa mol/va:tone; ma non più di questa. Non vi persuade! Persuasa è la Cassazione.Ricor– rete pili in su. l': l'estremo limite di abbiettezza, direte, a cui toccarono gli « ordini liberi ~- Si, ò brigantaggio schietto; quQsto ò che deve allietarci. Quanto a 1·ipararc, se chp-a la to1·menta,ben prO\'vedor~, come p1-o,•, 1 ide in Germania, il parlito. Dalle avvel'• ità succhieremo vigore: il socialismo O tal 1-ove1•0 contro cui non v'è potere che non finisca a spez– zarsi le corna. E il controllo della Camera! E la borghesia libe– rale! E la liberi:\ del pensiero!... Chjuse, lutto queste cose, per cessazione di comme,·cio. Ah! se l'Estrema Sinistra avesse un'anima! Essa convoche– rebbe il Parlamento, essa stede1·eb~e. Sebbene Cl'ispi non vuole; giusto perchè Crispi non ,•uole. Essa sarebbe il d1ri1to, cd è nulla; la legali!.\, ed ò qual– cosa; ma sarebbo la civiltà, il paese, la forza - ed è tutto. Ma l'esli·em:t Sinistra ha pe,xluto l'anima e cerca i porlalogli. Vuol ghermirli dovo può, come può. JJeware of pic/1poc11ets ! LA CRITICA SOCIALE. 1 1 ) Art. 57 del H ~ltto sullit stampa. LA NOSTRA TATTICA Alcune frasi del nos!J'O al'licolo dell'ultimo nu• mero, La Stcllla fnso,·ta, hanno fatto crede1'0 n qualche amico che noi intendessimo affermare il nostro dissenso dal manifesto dei deputati socialisli relativo alle cose di Sicilia e consigliare una brusca deviazione dal programma tattico nn qui seguito dal partilo socialist., italiano. 'ulla di meno vero. Ci spieghiamo l'erronea interpretazione, perchè il nostro articolo lumeg– giava un punto di ,•eduta che, suggerito da con– dizioni nuove ed eccezionali pel nostro partito, pote esso stesso paro,·e od anche essere insolito; e al BibliotecaGino Bianco quale la formula consueta non servirn piit o con– veniva brancolare in cerca d'un'altra. Ma il nostro intento non fu affatto nè di affermare dissensi nò di consigliare deviazioni. A noi par\•e, al contrario, che e da alcune frasi del manifesto e da altre emanazioni del partito nosb'O potessero dedursi - e qualche giornale avesse già dedotto - conseguenze e norme di con– dotta a nostro avviso erronee o che, per serbarsi apparentemente fedeli alla lettera dei nostri deli– berati, ne avrebbero tradito la sostanza e lo spi,·ilo; si sarebbe fatto cioè della logica formale e del dot– trinarismo; e ci parve il caso e tt momento di comunicare agli amici questa nostra imp1'0SSione. Dall'ave,·e tante volle affermato che il fondo dol nost,·o partilo Il alti-elianto evoluzionista quanto ne sono rh•oluzionari gli intenti e lo scopo, che noi non siamo « fabbricatori di rivoluzioni • e che non dobbiamo mescolarci all'azione degli altri par– tili pii, o meno afOni, era facile - per quanto orroneo - trarre una conclusione che, per essere comoda e per parer filosonca, non sa1·ebbe st.,ta meno la demolizione morale del partilo, la tran– quilla rinuncia al suo av, 1 eniro. La conclusione cioè di un'assen:a volontaria e sh1tematica,se 11011 anche di una esplicita sconfessto11e di lutti quei moli popola1'i che non fossero organizzali dirett.,menle da noi e che non promettessero il ll'ionfo imme– diato ai noslri ideali. Questa conclusione, a cui suffragio poteva invo– carsi la tooria machiavellica del non voler cavare colla propria zampa la castagna dal fuoco a be· neficio altrui, non sarebbe certamente legittima. Essa condu1·1"0bbe, di sorite in sorite, alla pi,, buddi, slica dello inazioni. Infatti, né noi ora possiamo e vogliamo organizzare movimenti rivoluzionari, nè essi, quando scoppiasse1'0, possono ap1>roda1'0di colpo alla nostra villoria, nè insomma la Roma socialista può cclifica1-sin un giorno. Ma nello caso della Roma futura non trove1·auno ricetto coloro che non avranno concorso a port:H'vi a spalle i mattoni. D'altronde l'evoluzionismo, che è nel fondo del nostro partito, non ò applicabile soltanto ai prin– cipi, ma benanche alla lattica. Anche la tattica ha la sua evoluzione che segue il mutare delle condi– zioni d'ambiente. E quelle norme, che sono ottimo nei momenti normali e tranquilli, possono subire un divai·io nell'applicazione nei momenti rivoluzio– nari, come le regole dell'igiene non si attagliano pii, all'uomo estuante per febbre. La legge fisio– logica è sempre quella, ma è giusto per ciò, che varia, nelle mutale condizioni obieltire, il precetto che ne scaturisce. Quesle cose sono intuite spontaneamente da chi delle formule dei deliberali si fa bensì uno stru– mento, una leva, un precetto se vuolsi, ma 11011 un carcere nò un tampone sugli occhi. Oggi, dieh'O la furia delle rcp1'0SSioni, il fermento di Sicilia e d'alll'i sili è, in appa1'0nzaalmeno, por sopii-si. E questa dispuL,, pel momento, si presenta

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