Critica Sociale - Anno IV - n. 3 - 1 febbraio 1894

44 ORIT!CA SOCIALE patto soltanto la borghesia potrà vi1•ere ancom, o perderà nello sforzo inane la ricchezza che ancora possiede e colla ricchezza il potere. A questo palio soltanto dall"attuale società nostra in dissoluzione potrà spuntare la nuova, o la lotta per la conquista dei nuovi ideali potra continuare fra schiere meglio agguer,·ite e pitì disciplinate, o la lotta avra ter– mine (aule de combattants. li fallimento è dunque un rimedio. Esso giove1'à senza distinzione a ricchi e a po"eri, a borghesi e a proletarì. Esso ci assicura la vita che ora ci vien meno o 11uizza soltanto no· moti di Sicilia. Fuo1·i di quest"ancora di ~alule la borghesia, se non vuol morire di atrofia, non ha altra carta sulla quale giocare che la guer"i. ~la della guerra chi può prevedere i risultati e le conseguenze 1 LUCIO. L'elisione delprofitto capitalistico Mentro i coriroi della borghesia. anda, 1 ano almnnne– cando sullo causo probabili dell'accentuarsi del movi– mento rh'oluzionario, e ricorrevano allo pili marchiano spiegazioni dello strano ma progressivo travolgersi del credito industriale, ln•veniva in Prancin. uno di quei cambiamenti t\nanziari, elio sono altrolhmto profondi nella sostanza quanto semplici alla superftcio. lnfaUi quella Camera o quel enato adottavano il progetto <li con"crsiono doli<\ rendita. presentato dal Ministero. il quale im1>ortM•a la riduzione del tasso della remlita pubblica dal 4 1/, al 3', per cento. E questo, proprio col ravore dei più decisi, so anche prezzolati, apologisti del capitalismo, il Leroy Beaulieu, come al solito, alla testa, il quu.lo faceva. appunto notare la. maggior solidità del 3 per cento franrese, di cui la repubblica ha ben 456 mi– lioni, di fronte al ,•eccllio 4 1/ 1 • Il Ncymark, un·autorità. finanziaria, non solo circon– dava di tutti i suoi plausi il progetto, ma. si spinge,·a pila in !h.o giungc,·a a proporrtl la riduzione al 2 1/ 1 per cento. Perchò proprio a questo limite giunge, nei paesi più economicamente s,•iluppati, l'interesse del debito pubblico, come nel Belgio o corno nella classica Inghil– terra, dovo esso ò accolto col maggio1·ft1.vorenel ceto indust1'iale. Ora appunto è strano, se si \"Olessegiudicaro allo apparenze. <1ueslo"ero precipizio entro il quale ò en– trato il profitto del debito pubblico, quando si voglia 1•iflettcre che, non più di trent"anni ra, esso non scen– de,'a mai sotto il 5 per cento. Ma già. del resto ora sarebbo ben diOlcilo trovare nelle Borso un titolo, il qualo, con soliditb, potesse corrìspondero un tasso di interesse inferioro alla media del 2 per cento. Lo casso di risparmio, in Francia, non danno più del 3 per cento e si conosce a quali pericoli ,·adano soggetti quei de– positi. I buoni del tesoro non rruttano più del 2 / 4 o.I 2 ¾ pc1•cento. I dh•idendi dello società. di credito sono derisori. Le obbligazioni dello grandi compagnie ferro– viarie offrono dal 2,85al 2,00.La Cina.dà. bene il 5 pe1' cento, ma i suoi titoli costano 105 lire. Il Giappone dà. il 7 por cento, ma. i suoi titoli sono a 106. A queste voci dolenti che mandano lo coso si aggiunge il modo fallace con cui sono interpretato dagli econo– misti borghesi. L'Economille f1·ançai1 del G gennaio, riportando altro crn·o,avova l'aria di gettarlo sul muso ai socialisti, cosl disposti ad inveire contro gli enormi profitti del capitale. Esso aveva l'aria di dire: ci con– tentiamo di cosl poco e non ci lasciale tranquilli t e non Biblioteca Gino ~, si accorgeva cho quelle cirro arriYano appunto a pro– varo una delle vorilà. più incontro,•erlibili del sociali– smo: cho cioè il processo di estinzione del capitalismo è automatico. Nè è solo dei valori pubblici questa enorme diminu• zione del profitto. Di 1400 concessioni di miniere, in Francia, 200 soltanto hanno dato beneftcl, 800 vennero abbandonate, lo nitre si trovano in ·una situazione pre– cario.. In Inghilterra il profttlo medio delle miniere è del 2 per cento; nel Belgio di I, 2 per conto. Il Leroy– Deaulieu stabilisce che,su 1.600.000 commercianti,450.000 sono destinati a fallire. E proseguendo il calcolo si concluderebbe che 'nulla ormai può più arrestare la. rovina fatale del sistema capitalistico. . . Queste cil're sono muto o semplicemente oggetto di sorpresa. o indice di fatti transitori per tutti quegli economisti, i quali, sul vecchio stampo, immobilizzano il grande fallo della vita economica del capitalismo in una teoria della distribuzione della ricchezza. Essi non potrebbero mai spiegarsi come, in tanta abbondanza. di capitali e di ricchezze, in questo amusso inesauribile di metalli preziosi alle banche (la Banca. d'Inghilterra incomincia a. pro,·ar disagio oppunlo do.Ilapletora dei suoi efToltimetallici), la vita economica.dei tempi nostri languisca. ed immiserisca e la grande crisi ci possieda tutti. In realtà il fenomeno sarebbe davvero sbalordi– tivo, tanto quanto quello dell'accrescersi della miseria. del proletariato. Mentre da per tutto lo condizioni del credito sono le migliori o la Banca d'Inghilterra e di Germania ribassano il tasso dello sconto, le industrie sono invoco.affette da una grave atassia. Anello in questo però l'occhio aquilino di Marx ha previsto giusto e preciso. Alla teoria della distribuzione della ricchet.za . occorre· oramai, egli disse, sostituire una. teoria. com plessa. del reddito e delle sue sotto– formc, una teoria della redistribuzione della ricchezza., cioè, In quale dia ragione del complesso o delicato mo– vimento della società capitalistica. I rapporti di distri– buziono (salario-profitto)sonopropri di una soclotà più semplice o più l'igida.,quelli\. schilivistica, ad esempio, mentre quelli di redistribuzione poggiano invece le loro basi sulla sociotù.borgheso. Si de"e appunto a questa teoria, ed al modo con il qualo essa venno rormulata da quel poderoso ingegno di Achille Loria, la scoverta. dell'uso economico di un capitalo improduttivo, il qualo compiva nella società capitalistica la funziono più detcn,iinanle di questo organismo. Quando l'analisi economica giungeva alla conclusione che l'interesso percepito dal capitalo ò una parte, e non certo la J)iù piccola, del profitto della.pro – duzione, essa rcndo,•a conto, nello stesso tempo, dell'in– timo dissidio in cui si avvolge e si svolgo la società. presente. JI capitale improduttivo, nella sua forma ti– pica. di capitalo di speculazione (ed assume cosl guise svariale e diverse), veniva considerato, e tale era infatti, il dissolvente chimico della formazione capitalistica. E ·nei loro rapporti capitalo produtti\•o ed im1>roduttivo proéedevano per modo, cho ogni aumento del capitale improduttivo in una industria. corrispondeva ad una sottrazione di quello produttivo, cioè che i rapporti di distribuzione e di redistribuzione della. ricchezza pro– cedevano inversamente. Nella banca, nel credilo in una. parola, va. rinvenuta la formazione prima. del capitale improduttivo, la cui funzione principale è senza dubbio quella di conglo-

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