Critica Sociale - Anno IV - n. 3 - 1 febbraio 1894

CRITICA SOCIALE 43 Questa ò la condizione nostra odierna. condizione ratta di sco,·amenti e di 1'itnpinnti, di sforzi imp°:. lenti e rabbiosl per raggiungere una meta che s1 allontana all'influito. come il punto d'mterse1.1one di due rette parallele. arebbe degna_ di un rom~n– ziere, ma avr:.\certamente 11 suo storico._Lo stor1~ ci dii,\ per <1ualp1'0C8SSO uno SL,to g•o~ane. s1~ diventato vecchio rnnanzi sera, e per quah cag1om gli uomini,chedovevanoessere1asalute_«di questa umilo Italia •• l'abbiano condotta quasi presso a rovina. Ma ò ce1·to che, a creare questa situazione e a farla cosi, hanno conll'ibuito una politica sba-: gliata in tutte le suo manifestazioni, la condotta d1 uomini che Mi dicono di govern_oo non son~, 1!1 1·apacit,\ della granrl~ o_della p1ccol~ _borgl!esia h– be1·nleIn I0l'0 miopm, 11 loro 0:.-iclus1v1i$mo le1·oce o pnzzo.' pel qualo la pn,·tecipaziono dei cattolici alle orno ed al potc,·e politico ò slala tenuta e temuta come una rovlna, mentre sarebbe stata, se non la salvezza, almeno il p,·olungarsi dell'esi•tcnza. Oh Va• ticnno, di quanto mal fu madre la tua astensione! dovrebbero gl'idaro picchiandosi il _petto: 1 0n Yi sarà, io credo. persona d! sp1r1tol~rgo ~ imparziale che voglia o possa giudicare a1tr1menh l'attuale periodo sfol'ico. E dov1-àso,·r1·ende1·e, ~he degli uomini di SC..'\1':1:l le\•atura o ~Cl me1·cantl al minuto abbiano potuto spadroneg-giaro per tanto tempo senza altro titolo o senz'altra scusa che del pot,·tÒll1nno e dol ttberoltsmo. di queste due cn– tih\ metafisiche cho si son sempre rnvocale quando c'era <ta commettere delle porche1·ie o si dove, 1 a impedire cho <1nalcunole S\"Olasso. Ma ora cho il banchetto ò pc,· finire o la casa ))l'ucia,essi non sanno pH1co11 chi piglia~-sela, e g1•idanoal soccorso non meno che al tradimento, o tutti vogliono buttare acqua sul fuoco e _la colpa sugli altri. In questo trambusto fa capolino una vecchia brulla o sparuta: la finanza. Son~rno, cl!e vedo il bilancio sconsquassa!o e lo prevede m peg~10 stato per l'a, 1 veni1·0,vuole nuovo t~sse per ra_ffol'• zarlo. Crispi, cho ha odomto il vento mfldo, ,·esprngo le imposto e si anerra disperatamente alle eco– nomie e alle rifo,·me organiche. In alt1·1 tem11t tutti o duo poh'Obbero aver mgione: ora lutti o due han torto. li minisll'o delle finanze, che è per– sona coltissima o molti dicono persona seria ed amante della vorit..i, non può ignorare che, por quanto nuo, 1 0 veno egli apl'3 nella sorgente. non per quo.stoavrà acqua in maggior copia. La mon• tagna cho ne era il ricettacolo ò nuda, e la selva scomparsa. Egli deve fare il tiranno, perchè cosi si ò fatto semp1'8, pe•:<>hèqu8:'ta ò la_sua 11w·lc e questo il modo !radmonale d1 concepire la floanz., nel nostro paese. Ma il ministro dell'intern?, che ,•ede i J,lCricolidi siffatto sistema, ha po,_m,surat'? le insidie o i pericoli dol sistema che m!ende d1 far provalel'el E credo egli di po!orc, tagliando o riformando, mettere tanto insieme .da ~lm:u-ç, almeno in gl'an parte, il vuoto del b1lanc10! li ri– medio, che poteva tentarsi, co~ speranza di buona riuscita, quatt,,o o cinque anni fa, ora è perfetta– mente inutile. Cento milioni (o ne occorrerebbero centocinquanta almeno) non si oltengono nè pure mandando a casa 30 mila impiegati tra grandi e piccini 1 licenziando cioò la metà _delgi:nnde. os~1:– cilo burocratico, ancho quando 11 debito v1tal11.10 non doves e per questo aument,ro nè di ~na lira nè di un centesimo. I bilanci della spesa d1 crnquo ministeri, quelli di grazia e giust(~•a, degli affi,ri e.•!eri, delle peste e telegrafi. dell 1stru1.1on_epub– blica, di agricoltura, industria o _commercio._no~1 mettono insieme ~nesta somma d1 cento m1hon1. Ohe farà dunque I on. Crispi I O vor"\ sopprimere anche il Ministero dell'interno! So io fossi deputato, voterei senza rimorso i 11ote1·l sl1·ao1·dina1·t che egli intendo chiedo1'8 al Pal'lamento per attu~ro i suoi disegni di 1·iforme ed eco11om1c. Lt \"Oteroi \IO– lentieri anche quando li chiedesse per u~ anno, pcrchò io non verlo modo alcuno d1 ragg,ungero per ques~, ,·ia lo scopo desid_cra!o, ~ son pe,~ut\SO che il Governo sla1·ebbeund1c1mesi a fai• mento o il duodecimo a rassegnare il mandato. Conclusione: noi abbiamo un bilancio che deve essere pareggiato o non può. Abbiamo l'economia pubblica che doro essere s~llevata, ~ solle\'are_ non si può che 1xweggiando prima 11b1lanc10, e 11 bi– lancio non pu~ c,sere pareggiato che a d_annodella economia pubblica.Questo mostruoso b1st1cciosvela l'assorditi\ della nost1-a situazione. assurdi!...\che pot1·àt1-asci111.u-si innanzi qualche !empo an~ra e crescere di tensione, ma non poh'a r1solvers1che in morlo violento. Non discuto, anzi escludo ri1>0lcsidi una ""Uorra: ho in or,-or·oi paradossi anche qunndo i disp..1cci della Stcfant o la condotta del Oornrno semb•:an_o accreditarli. Ed esclusa la ~uerra, altr-omodosp~ccio non v'ò cito il fallimento. ti quale, so non pross11no, a tutli dovrà pn1·e1-e ine\•itabilc. E non sarà gmvo male. Venti mesi fa._ scr_ivendo su questo colonne. io pr-e\·edevola cerclna d1 ferro entro la quale la nostra fì11an1 ... 'l era incsorabilmcnlo presa, o proponevo, per usci~e dal m_al p~, d_i colpire notevolmente la rendita )?Ubbhca. :-on f111 sentito: chi prcsk, ascolto ai sobillatori, o quanto meno a persone che, efficacissimo nella critica, ·"ono accusale di no,1 saper suga-erire alcun 1·imcdio adatto! Ora quella p,•op osk, s, è largamente diffusa nelle masse, i giornali.la discutono,molti !·accettano, fra questi il Popolo llon umo, ed anche 1I. O~verno vi devo pensare dal momento cho ha sentito 11biso– gno di ra,•la smentire. (') Ma non v'illudete,« umano genti affaticate •· Quella proposta 1>0lera es,ero II n 1·imedio quando fu ratta: ora non avrebbe alt,·a erflcacia cho di affi·otk,ro il fallimento. Sotto questo solo rispollo io la consiglierei ancora. Perchò a mo pare esiziale roslina1'Cin una lolla nolla quale anche il diavolo ci ha abbandon~li. Po,: trascina1'Ci fluo a questo punto, che è po, I orlo _di un precipizio, noi abbiamo accumu_lato un debito colossale, impoverito i 09 ccntesim, della popola– zione, ipotecato all'estero lo nostro terre e le nostre fe1•1-ovie,esaul'i!o quasi tutte lo nostre riso1'SC,ab– biamo mangialo gran parte della p,-oprrntà_ eccle– siastica, la cassa pensif?ni, 1~ p~ns~rc _boi:bomche, la rcudita posta a b'lll'Ontia dc, b•ihelh d1 Stato, ab– biamo mangiato l'oro, gli scudi e gh spezzah _cd ora stiamo maniiiando la cassa depos1h e p1'0Shh. In una parola siamo andati ed andiamo avanti a furia di mangiaro noi stessi. - Ora io ?ornando_so convenga continuare questo proc~ss~ d1 autofagia, divorando quel poco che ancor c1 rimane, quando nessuno ò certo che i risultati compenseranno il sngriflcio, o tu~ti invece paiono o. sono. certi del contrario. Il ,•Hlndante,che sente 11 carico troppo superiore allo suo fo1·ze,de, 1 0 buttnl'loper terra o vi cadrà sotto schincciato. li nosh'O carir.o è eno,·mo. Lo abbiamo portato lungo tempo in una crisi con• tinua di nor,ti cho ci pa1·evavitalità.s~na o ~e~~nda. Ora siamo come i ca1~st dello m1111e1-e s1c1hane, cu1·1•io slombali sotto il peso dello ceste colme di zolfo. Buttiamolo a terra: è neces,ario. A questo i•) I telegrammi e.I annnnc.iano che anche In Frane.i:\ 11depu1a10 P~llttan, a nome dell'811rema S1nl1lrtl, ha prese111a10alla Camera un progetto d'Imposta aulla rendi!:,,. (,Vota <I.tua Dlruion•>·

RkJQdWJsaXNoZXIy