Critica Sociale - Anno III - n. 20 - 16 ottobre 1893

308 CRITICA SOCIALE Eppure, un esempio simile, lo abbiamo avuto di rece11to. C'è più d'uno che, parlando di socialismo, di ri– formo graduali, di evoluzione, covi-o un pensiero che in lingua povera si esprimerebbo cosi: « Cittadini, fratelli, compagni 1 ecc., ò vero che la socioti\ com'ò fatta ò una birbel'in, ma io non ci sto tanto mnle. Voi vorreste ra,·o ma~ari la rivolu– ziono porchò non avete lavoro, o porchè lavorando marito di fumo lo stesso, ma vi consiglio di andare adagio, di starvi all'opera illuminata del gO\•erno, pel'chè voi non a,•ete lotto nè Sponcor, nè Marx, nò Schl.ime, e se faceste i p..1zzi mi guastereste la paga. « Calma, adunque. Evolvetm•i, intanto che scappo a mangiare un boccone. » Scritla così, questa ve1•ilà fa ridere, perchè il sorprendente molte volto ò comico. Ma io esorto il lettore a ricordare, quando an-:.\ finito di ridere, certi discorsi che anà intesi co,·tamonto in tempo di elezioni: so no ricordi, o ,•odr:\ che ho ragiono io, come hanno ragione i socialisti che hanno ,•o• lato a Reggio Em~lia. 1". GIANNINI. la cooperazione alCongresso diReggio Emilia Con l'articolo che segue, dovuto alla. 1>enna del– l'nmico O:wibolti di Cremona., non intendiamo di risolvel''O dal punto di vista socialistico il problema della coo1)0razione o nè tampoco di esprimere su di esso lo idee del pel'iodico. Intendiamo soltanto di porro una questione - la quale è gran tempo, ci sembra, che ci sta davanti insoluta e che, in Italia J)articolannente, merita di essere approfondita sotto i suoi vari aspetti. Quale atteggiamento devono prendere i socialisti italiani di fronte al movimento cooperativo, o piut– tosto di fronte a quel movimento cooperativo che por qualthe punto si connetto alla loro propaganda od alla loro aziono 1 Poichò è o,•idento che non è dello cooperative di speculazione, e neppure di quelle alh'o che sono somplicomento imprese indu– striali spallato. che noi ci possiamo occupare. )la vi sono cooperative in Italia colle quali molti cd intelligenti socialisti ranno n gran fidanza. Ci– tiamo lo cooperativo di b1-nccinntidell'Emilia e del Ii'ol'mrose. Sono esse un semplice mez1.0 di racco– gliero o disciplinare aderenti? uno sh'umento de– stinato ad infrangersi quandochessia f O v'è, nel lol'o stesso congegno cooperativo, un qunlehecosa di vitale, di ovolvibile, a così dil'O,con cui e su di cui i socialisti nbbiano a contare? E nel Belgio v·ò una cooperazione che servi - ò innegabile - a tra.sformare in' socialista gran pm·lo della popolazione. Pure i tedeschi, per esempio, non spcndc1'0bbero, pe1• trapiantare in Germanfa lo cooperative belghe; nà un soldo, nò un minuto della loro attività di parli(o. Chi ha ragione f chi ha torto 1 Forse il tol'to e la ragiono, in una questione co– siffatta, sono sempre relativi; e In soluzione del problema può variare da epoca a epoc..'\,da paese B bi ot e G no B1an o a paese. Varierà più ancora, a seconda delle varie specie di cooperative alle quali si allude: di con– sumo o di produzione; agricolo od urbnne; di uno od nitro genero d'industrin. Comunque, noi dob– biamo preoccuparci dell"llalia o dell'oggi; e di quelle specie di coopol'ativo che qui sono pH1 p1·econiz1.ate o che hanno fatto già. qualche p1'0va. Ma una soluzione teorica. dobbiamo puro cercarla, so non vogliamo eMoro empirici. Il non p1'0nun• ciarsi, il sottacere, il nicchiare potrà. essere lo spe– diento d'un momento, non la giustificazione nor• malo della condotta d"un pa,•lito. Udremo dunque luUe lo campane. Noi solleci– linmo fin d'ora i nostri amici - cho abbiano ar– gomenti sperimentali o sintetici da porro sul tap– polo - a prondero la parola. li Oal'ibotti, iolanto, pone la questione, o la pone cosi: 'l'ra i quesiti importanti che do,•e,•ano risOlvere i rappresentanti delle sin~lo Società costituenti il Partito dei lavoratori italiani, riuniti in Congresso a Reggio Emilia, eravi quello rolati,•o alla e Azione economica del partito», che abbraccia,•n lo organiz– zazioni di 1·esistcn1.aoperaie ed agricole: scioperi, eooporazione, colonfazaziono, emigrazione. La mancan1.a di una relaziono studiata, cho trac– ciasse gli o.,lromi sui quali discuto1·0, costrinse la maggio1·anza doi rappl'esontanti ad accettare uno dei soliti espedienti cho non p1·egiudicano, anzi lasciano insoluta la quistioue. Si votò un ordino del gio1•no di massima o si deferì ad una commis– siono speciale lo studio dei metodi migliori di pro· paganda od organizzazione por le diverso categorie di lavoratori agr!coli. La coope1·a:.tonc venne però toccata di sfuggita da parecchi congressisti, divisi in due correnti: fauto1•ie av\'ersari della coope1-nzione.Questi ultimi hanno insistito porche il Partito trascuri com~le- ~ii1!0:~r!:i~c\~;/i;;f~!t 4:a~ie:ft :ft:~i 0 'ciig~a~i!~i, quando non sono strumento di corruzione operaia; o pe1· principio si occupi unicamente dello organiz- 1.azioni di 1-osistem.a. Vediamo so effettivamente la coope1•aziono possa dannegsiare la formazione o lo sviluppo del Par– tito socmlista dei lavorato1•i e cor1'0mpero quelli dei socialisti che la scelgono come buona ed efficace forma di organiu.azione operaia. Qual ò il principio ,•ero, fondamentale della coo– perazione? Combattere la tendenza O$(>isticaindi– vidualo o sviluppare il concetto altruistico; sostituire l'ente collotth•o all'individuo; distruggei-e l'inter– mediario fra produzione e consumo, fra mano d'o· pera o mezzi od istrumenti di lavo1'0. Nella forma di consumo, la cooperazione vuole ottenere il diretto passaggio dello merci, vettovaglio, ecc., dalla prima mano (produzione naturale, fabb1·icnziono, ecc.) al consumatore; nella forma di lavoro, libera il sala– rialo dall'im(H'81Vlito1'8 e lo trasforma in lavoratore emanci~to che deve a,•,11-e inte1'0 il frutto del pt'Opl'ÌO la VOl'O. Non vi è dunque conll'asto gravo, come vuolsi da alcuno, fra cooperazione e socialismo, dirò anzi che vi può essere una certa alllnih\, porchè la coo– perazione contribuisco a familiarizzare l'individuo con un ordinamento sociale collettivo, che ogni so– cialista sincero vorrebbe vedere attuato il pii, presto possibile; l>l'epara le capacità amminish-nnti i gl'i.\ndi interessi e olla colleUi,•1tà; sopp1·imo le obbedienze servili a cui sono soggetti prosentomonte i lavora-

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