Critica Sociale - Anno III - n. 17 - 1 settembre 1893

CRITICA SOCIALE 265 lra1mis1ione delle prop,·ietà al d14ollodelle ci11qttemila llf·e(nelmioprogetto sonosoppresse lolasse per leerodi fa in linea. retta fino a 10 mila. lire, per tutlo lo altre fino a.2000), una filza di altri benmiti provvedimenti: revisione del catasto(!); creazione di associazioni di agricoltori per la compra di sementi, maccltine, eoncimi,e per lo smercio di prodotti: casse di pensioni; probiviri agricoli, ccc.,ccc.; tutte proposte attuabilissimo, ahimè, nel pili borghese degli Stati, ed anzi incompatibili con un ordinamento economico dello Stato differente da.Jrattuale! Ora., riguardo al mio progetto, la Criaca Sociale stessa gli ha giit riconosciuto e l'intem:ione socialista •· Quanto agli effetti, moderati puri e pochi socialisti hanno detto che una rirorma tendente a sgravare i consumi indi– spensabili alla vita non porta \'antaggi, perchè, se si colpiscono gli abbienti, questi si riranno con diminu– zione dei salari. Sembra quindi, a seguire costoro, che tali benefiche imposto sarebbero da accrescersi, per l'edere aumen– ta.re i salari! Ma questa questione a proposito del pro– getto stesso è giò.stata ampio.mentodiscussa.(oltre che in queste pagine dal Mala.godi)nel llfalli110 cli Napoli, do\'e il Fioretti in tre lunghi articoli sostenne la tosi dei moderati, mentre il Nitti, specialmente in questo punto, direse da pari suo lo nostro proposte. Lostesso ha ratto un altro rorte ingegno, il Mortara. E in "erità. quando si vede un popolo,di cosi alta maturità. politica come l'inglese, tassare i consumi indispensabili in ra– giono di 0,41 per abitante, mentre in Italia si paga in ragione di G,35; quando specialisti come l'Alesssio e socialisti autentici, scientiHci, come Turati, considerano come necessaria l'esenzione dei consumi indispensabili da tributo, chi potrebbe dubitare della giustizia somma di tali rirormol Lo tendenze che emergono dal nostro progetto sono identiche a quello ben note della Critica Sociale; ed il nostro programma ò cosi bene sintetizzato dal Grar in una sua lettera privata, cho non posso trattenermi dal riprodurne un brano: « Plausibilissime lo proposto di rirorma tributaria cal– deggiato da lei o dai colleghi suoi. lo sono tra quelli che credono di non dovere disprezzare la ciambella mentre si aspetta di poter avere la torta. Laciambe_lla ser,•irU.a tener ritti molli, i quali, prima che la torta sia cotta, potrebbero cascar di rame. • Ma queste, ripeto, sono sempre state le ideo dei so– cialisti non anarchici: questo idee medesime (e l'ho dimostrato) la Critica Sociale ha fino a poc'anzi pro– pugnato come buone o pratiche. Ora io m'immagino che non avrete d'un tratto, per bizza, buttata la vecchia casacca; forse, come v·ò pur scappato, ciò che più vi dà noia in questa agitazione è la persona (un demo– cratico!) da. cui il progetto ò scaturito, è l'origine. Ed allora mi sembra siate dalla parte del torto, rareto una sètta non un partilo; chè se poi veramente avete mutato parere e rimessa a nuovo !"insegna, scriveteci almeno su a chiaro lettore (giacchè tanto vi piace tutto che sa d"alemanno): friach gestrichen! PlBTRO ALBERTONI. (,'(,n nostro vivo 1·amma1·ico, le esigenze della com,pilaztone et sfo,·zano a 1·im.anda1·e al numero p1·ossim.o il gti.tannunciato articolo dt O. FERREno: P1'0slituzione e criminalità, e una importante lei• te1·adel P1'0/. ACIIILLE LORIA, che con.Unua la de– moltzton.e della teo,•tca maltlmstana, pur dissen– tendo a alcuni dei nost,•i app1•e;:;amenli. 81bl o•ec:i Gino Bianco ED ORAA:LWAINIAMO LE VELE! (Replicaal prof. A/ber/on/e ad OlindoMalagod1) Abbiamo tenuto a ebro intiera o in un sol numero, malgrado la sua relati\'a lunghezza e l'angustia dello spazio, la risposta del prof. Albcrtoni, non solo per rispetto a quello che, dopo i nostri attacchi, pote,•a parere od anche essere. pc1· lui. diritto di leg'ittima dife.sa. ;ma anche e più perché una pole– mica ent1'0 cui si annida. come osservò il ).falagodi, tutta una contesa di metodo, una Yera questiono attinente all'essenza del pat"tito, doveva essei· svolta con insolita ampiezza nelle colonne d'una« Rivista di discussioni » come quella nella quale scriviamo. • Era forse la prima volta che il pa1•tito nostro - dacchè partito è veramente - sì lt-ovarn alle r.rese con un a1·g.:nnento concreto. atto a saggiarne 1I carattere; con una questione non teorica soltanto. ma essenzialmente pratica, e sottile o complicata, nella quale a tutta pl'ima era facile, scusabilo il dis· senso, giustirìcata l'esitan;,.a nei nostri amici; l'at– teggiamento che il partito avrebbo p1'CSO di fronte a una p1'0posta che si prcsenlarn cosi lusinghiera. come quella dcll'Albertoni, anebbe dato (tutti lo scutirano o quelli che non lo senti1'0no subito se ne accorsero poi) quasi la misura dello sue forze e della sua indolo, anebbo determinato il suo indi– rizzo. In questo senso il progetto Albcrtoni fu, por noi, utili:ssimo e non è da doplora,·e se, di fronte ad esso, non ci siamo ti-ovati tutti, d'un ti·atto, all'unisono, tutti su un solo rango, come de' fantaccini al n1llo del tamburo. Niente affatto: s'è discorso, s'è rlispu– t.ato amichernlmente. e molti a1·gomonti furono detti per p1'0vocaro la conlraddizione e chiari1·e n sò stessi il p1·opl'io sentimento confuso; e molti non ~.tef~ 0 ;:~ ~:~}i 1 ~ii~~ ~:~~i,1ti~}Cq~!1 1 1~~~~~i1•i ~ ~:f.~i~~~1t~~d~ui~\ib1~~ 18 ~ 1 1~~es!~~lt~i~:1~ ed;~:ii~: delle coscienze. Questo accordo, a cui il pr'Ogotto Albertoni ser,,i di rea~ento e di stimolo, quest'ac– cordo sul ca.ratiere dell'azione del partito socialista italiano, ora, non temiamo di asse,·irlo, ò compiuto, non solo per questa questiono speciale, ma per tutte le questioni simili a questa. Abbiamo dato un pri.sso av:,i.nti,non abbiamo perduto il nostro tempo. E ·per ciò che l'ora ci par venuta di ammainare le vele. Tanto più dopo che ha parlato chi :wcva diritto di parlare ultimo e nessun lato della que– stione é rimasto intentato. Noi replicheremo sobria– mente. Dacchè il progetto Alber1oni, di fronte al 71cwUto socialista, come mezzo cioè di affermazione pcl partito socialista, si può di1·e sepolto per tacito comune consenso, e della famosa agitazione, vasta, popolare, indefessa, che doveva farglisi attorno, non rimane più ti-accia nè eco (o si di1·à che è colpa nostra: fcelix culpa se fummo nel vero!), o il pl'O– get.to segufrà omai, muto e solingo, la. via parla– mentare corno un qualunque progetto di legge so– ciale; a che p1'0 monteremmo a ca,•al\o e brandi– remmo la spada T Forse che pel progetto tn sè stesso noi sentimmo mai avve1-sione? Fo1-se asse– rimmo mai che uno sgravio d'imposta su oggetti di generale consumo, un limite allo eredità, un colpo di forbice dato, sia pure con eOCtto emmero, ai certificati di rendita pubblica, un aiuto alle coo– perative siano coso per sé stesse nocive od in– giustef Noi dicemmo piuttosto il contra1•io. Dicemmo - certo lo pensammo - che, deputati, se ci fos– simo recati per caso, od anche a disegno, a Monte– citorio quando quel progetto fosse venuto in discus– sione, gli avremmo dato voto favorevole. Quel che negammo soltanto è che convenisse al partito far-

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