Critica Sociale - Anno III - n. 17 - 1 settembre 1893

266 CRITICA SOCIALE sono sc~nacolo in vessillo di agit:1zione propria, di quelrag1ta1.iono gagliarda, esclusiva, assorbente che si proJ.>Oneva. Questa. non altra mai. fu la nostra tesi. Cr10\·aagli a,,,·e1-s..'l.1·i ob_liarla: giova a_,noi ri– chiamarla, perchO essa tagha corto alla JHII parte dei loro argomenti o ci permette, l'ipotiamo, ~i es.sere b1'0,·i nella 1-eplica; tnnto brevi che l'esordio s:w:\la parto maggio i-e della nosll-a«:conclusionale•· E brevi lo saremo anche per altro motivo. Am– miriamo sinceramente - lo diciamo senz'ironia - la pazienza booodettina che il J?l'Ofessore (~ momenti ci scappava dotto l'avvocato) Alberton1 ha posta a 1·icercaro por entro ai modesti fascicoli della nostra Rivista argomenti conti-o di noi. o gli siam~ grati dell'onoro che ci fa. sror1,andosi n mett~1:51 cl"accordo colla Critica SOciale, a tro\'are quasi rn ossa le radici delle rifo1•mo ca.ldcggiato da lui. Ma ~~~~dj~~f~· ,ro~~ .. : 0 fS!: iJ~\'::.\t~~e ~cii':i~~Idi~~~ al nostro atteggiamento d'ora. che cosa si potrebbe inferirnef Nell"urto concreto dei fatti una nostra veduta teorica si sai-ebbe infrunt..'\. Noi potrP.mmo rispondei-o como Vieto,· Jlugo: j"ai g,·a,!tlt, o com~ Bisma1'Ck: ho 1n-ogredtlo. 'l'anto peggio per chi resta immobile. - :\fa questa è un'ipotesi. Il r,1-0- fessor All>el'lonì, che è fisiologo valente, s:1 meglio di noi che ogni frase, ogni idea d'un articolo. più ancora d'una Rivista, è un membro d'un OPganìsmo o dev'esser giudic.'\to come parte di quell"organismo e nella funzione che vi compie; divelto, isolato, il membro diventa un moncherino, un che d'inorga– nico, un mostro, cui potete prestare i significati più va1·7.Baste1'0bbe questa osserva;r.iono: nessuna delle frasi ch'egli cita facea parte di una discus– sione che riguardasse un progetto analogo al suo. So volessimo emulare il nostro egregio contraddit– tore nell'abilità dei mosaici, noi potremmo riempii-e altrelt.'lnte colonne con alt1-ottante nostr-o frasi, proprio por p1'0varo l'opposto. Sa1-emmo dunque una contraddizione pe1·petua e non sap1-ommo noi stessi quel che vogliamo? •o, cotesto modo di disput..'l non mena a conclu– sione. Noi ripudiammo le g1"anclifrasi sonore, par• lammo di concetli positivi, di p1'0gclti concrcli. di promesso conseguibili. È vero. Ma - lo ricorda il lettore? - si u·attava della p1'0posta di sciope1-o generalo in c.'\.SO di guerra, la i't\mosa pl'oposta degli olandesi a Bruxelles, ripl'odotta poi a Zurigo. Qual v'O dmH1ueattinenza fra quella e quest..'lquestione? - Accennammo a un·agit..'lzione possibile per l'abo– lizione del dazio sui cereali, col <1ualoi p1'0prietal'i derubano 200 milioni annui ai consumato1·i cd affa– mano il popolo. Quell'idea non ebbe seguito, ora C\'i· don temente pi-ornatura poi nostro partito, i fatti ce lo dimostrarono o noi, rispettosi dei fatti, non insi– stemmo. Comunque, un·agitazione di quella natura, e:; ~~!~~~ti~~:~ t~t=~ :!: [i~~~~i:,fi'i~:: ~ dei dazi di consumo interni, organat..'\ in un progetto di piccoli ritocchi tributa1·i. Dicevamo allora: - fic– chiamo il cuneo di quesl'agitazione nella pace ar– mata che esisto a nosh'O danno rra propriefa fon– diaria e capitalismo industriale. Ciò sarebbe un 1>asso verso la repubblica; i repubblicani, so esi– stessero. so avessero fegato o coscienza 1noderna, dovrebbero seguirci in questa via, scambio di ba– loccariSicollo idealità genor·iche e coi pattt cliRoma. - li concetto ò dunque ben diverso da quello che parrebbe dall'articolo doll'Albertoni: che un'agita– zione socialista, francamente e nettamente socialista, t1'0\•i eco od appoggio in alh'i dei partiti amnzati, non è certo quello che ci spiaccia. UIU IVlc;;:U '-' V L, CA vv Lodammo il p1'0g1-amma dei socialisti di Gol'– mania: non 1l solo JJrogranuna mintmo. Questo - dobbiamo avorio detto mille \'Olle, s'intravvede nello stesse l'ighe e,•ocate dall'Albortooi - 11011 ha \ 1 alore \'eruno ovo sia scisso dal programma gene– ralo, da quei principi o da quei fini che sono, d'un programma la spina dorsale cd il cerrnllo. 1-: ben questo l'equivoco dei possibilisti e degli 01>pol'tunisti. J<:ssisoorpano dallo fronde del p1'0gramma una foglia, la pamgonano con una foglia delle loro e dicono: « Vedete, noi abbiamo un tratto di \ 1 ia da 001·1'81'0 assieme. - Nessun tratto di via: pe1'Chè il nostro programma è noi il'Oocoe non nelle foglie; e voi siete arbusti da Ol'lOe noi siamo alberi. 11 pl'Ogramma minimo può svestirsi, può mut:.t1·si a pili ripreso: ò il mezzo ed ò l'accessorio: 1·osta lo spirito animatol'e. il midollo spinale, come abbiamo gii detto. Udito il Bebel, poichO vi piace tanto ci– tar-o lo parole altrui: « Noi abbiamo sempre accen– tuato e continuiamo ad accentuare che luUc le nosl,·e vroposle (parlamont.'lri) e tulle le con.ces– ston.i, che ,·iescta,no a slntpparvt 1iel ca11i710 llel– l'Otltcrnlt società. sono sempltct palliattvi, i quali ))OSSOno giovare fino a un ce1·to punto, nou mai in modo durevole o sostanziale. » (1) I socialisti tedeschi, un p..'\rtito già formato, po– tente, carattcl'izzato, sdegnoso d'ogni comp1'0messo, in un paese dovo una democr·azia quasi non esiste, e la parte di questa sono essi che la dovono soste- 11e1-o, poterono ben iscrivere, fra gli altri postulati mi– nimi, l'abolizione dei dazi di consumo; accanto a queste riformo proposero al Parlamento le otto 01'8, leggi se1·iameute p1-otettl'ici del la\·oro femminile, doi fanciulli o festivo, rigo1'0se proibizioni delle coalizioni dei pt-oprietari, ccc. ecc. Partito già pi'OS· simo al potere, questo proposto essi feco1-oal Pa1·– lamcnto, runa accanto all'alh'I.\, ma non ne di,•el– SOl'O una sola, che potesse accettarsi dalla bo1-ghosia, per com·erge,-e ad essa l'atti,•itt\ del pa1·tito, nò le staccarono, nell'agitazione pubblica, dal p1-ogramma ge11e1-ale, che vuole la trasformazione della pro1H'iell.\ pl'ivata e nffol'ma ch'essa può osse,·o l'opera unica• monte della classe lavoratl'ice, conti-o la quale tutte le alti-e classi formano una massa reazionaria. Questo pr-ogramma essi sventolano ad ogni ora, ad ogni minuto, in faccia alle classi dirigenti, contro a tutti gli altri partiti, con una fermezza, una bai· danza, una sicu1·ezza di sò cho non ha esempi in. Italia. No, 11011 sono queste affe1·mazioni o questa pro- b~~~~~:~ i:~o!~\)s~:·:i~T,~"!~e~~nl~f ~r;d{~eI'-: discussioni intorno alla futu1-aproprietà collettiva». Non O ad esse. ma allo ozioso, metafisiche, propo– stero fantastiche1·ie sui minuti ndattamenh della societ...\futm'a, che alludeva il Liebknecht quando parla\'a del « socialismo utopistico :t. Cotesta pr'Opa– gancla, invece, cho dà. ca1-attel'e o forma al partito, o impl'imo C.'\ruttor'8 o valore anche alle minimis– simo richiesto doi programmi minimi, non O una « fantasticheria sull'avveni1·e », ma è 1l 1n·esente, ~01~a \'~~~~~J! 1 "f1hi' r~t~~~g,~~q~1!1.-t quella forz.a il cui inc1-omento \'aie più, da solo, di ogni parziale riforma, destinat..'l - sul terreno deJ capitalismo - ad esaurii-e in b1·e\·e ogni sua be· nofica efllcacia o a diventai-e un « palliallvo ». Ond'è che le rifo,·mo caldeggiato sono piuttosto ~li stru– menti ad aumentare questa ro,·za, anzichò 1 fini di essa. ed è quindi da bilanciare. ne' singoli ca.si , se e quanto ,•algano ad aumentarla. l') Nel discorso al Pt1rlAm@nto del J rebbralo 189J, J)ubbllcato In Italiano col titolo: Alla conqullt(i del potere; pag, 9.

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