Critica Sociale - Anno III - n. 17 - 1 settembre 1893

CRITICA SOCIALE 2ITT Corto, noi non respingiamo i «miglioramenti» graduali. Additammo quelli cho si poti-ebbero con• s~uiro colla conquista dei Comuni; ma era la con– qmsta dei Comuni robiettivo essenziale del nostro pensiero, com'era il tema scritto in testa all'articolo. J>ubblicammo, come docum ento.il programma agri– colo del partito o pe1·a io franc ese, s0111.ache ciò implicasse l'opinione che il p:u·tito socialista italiano dovesse assumerlo tale e quale. Ancho quel pro– g,·amma non e che uno sti·umonto: o noi non avremmo che osanna poi prof. Albcrtoni o per gli amici suoi, so essi prcndosscro in Italia il fic1·0 atteggiamento di Guesdoo di 1,afargue che l'hanno fo1·mulatoo proposto. Pcrchò quel programma non è che una parte del progranuna generale; e i pro– grammi scritti sulla carta attingono valore ed efll– cacia dalla propaganda di cui sono l'espressione e il JH'etesto, dallo s1>irito cho dentro ,,i alberga. - Ci compiacemmo dell'ordino del gio1·110votato noi Congr-csso di Milano - del quale anzi fummo i proponenti - che parla\'a di l'iformo che la classe dominante puù essere {01'::.ala, a concedere, per istinto di conservazione, dall'azione compatta delle ctasst ope,·ate organi;::.atc, m,tlilantt pe,· la l01-o comvteta cmar&etJJa.:.ione, pe1· l'aiJol1.:.io11edella 1J1'0JJrlelù; e coteste garanzie erano la giornata legale di otto ore. e leggi protetti,•o del lavoro, che, ,,igilate dalla forza delle masse interessate, da,·anno a queste tanta lena o ,·igoria di battaglia, quanta l'abolizione di cento dazi o il salo a profusione mai non 1·iescirebbero a dare; ma con quell'ordine del giorno si fondava esplicitamente in Italia il J)al'tito della toua dt classe. Non sdegnano i socialisti tedeschi i « migliora– menti » graduali. '.\[;l l'edoteli anche solo in Par– lamento. g JH'Oi>OSta una leggo a r:wo1·0dei vecchi o degli inn,lidi, « coronnmento della 1·irol' ma so – ciale • come la chiamiwa il Oo,•orno. I do1> uta.ti s o– cialisti propongono emendamenti che la maggio– ranza l'illuta: unanimi essi T'illut.ano la legge. Un 'altra so1>ra i probivil'i: 1:,1gualotattica. uguale elTetto, uluale conclusione. 1•'01'.iO che queste leggi ~!~:!b~•~-~ e !'io P g: ':::~~~!1° ;·: ~~fgW 1 P~~Ùt~ a,•esso a por,•i la Orma. l') Allo1-a il Gornrno o la maggioi-an1.a 1>rofetarono ai socialisti: « Questi voti !~~:d~:1~~-a!~1~.o~ltI ?1~~~fa1l~/i~.\:bs~~~o 0 J:il~'~1~~ zioni del 00 che li mandarono alla Carnera pil, che i-addoppiati. E lo cooperative di lavoro - che Al– bertoui \'Orrobbe fa\'Orite - non ,·ecano forse ancor esso \'antaggi e miglioramenti, non foss'altro a elci gruppi d'opcmi 1 Or leggete quel che il Bobel ne dice, a nomo del partito, nel di.scorso gfa sop1-acitato (pag. 13-1;;). Questi fatti accenniamo solo a titolo di esempi. E vo~liamo dO<luroe una sola conseguenza: non tutti 1 « miglioramenti » sono ugualmente de~ni dell'agitazione di un pal'tìto. Perchè i socialisti hanno sempre ricusate lo cuClne economiche 1 Perchè, so domani un governo, pìù paterno ancora dell'attuale, proponesse distribuzioni di minestre ai misel'i nostri contadini, che puro uo avrebbero tanto bisog110 1 noi di cotesta. elemosina con,•entuale non ci faremmo gli araldi 1 Porchò anzi i11sorge1·emmo contro essa? Pe1-chò ugualmente non ap1·iremmo ~~~a~~~~!'~~/~i~-i~d!ear 0 J)~~li'i\~~;,!i~~~~~i tcrriorit I piccoli proprietari non sL1.1·ol.Jbero meglio dei braccianti? Perchè infine (è sompro una e identica questione} i socialisti democratici non sono socialisti cattolici, non sono socialisti di Stato o (t) llerlcht tl&et• tlle porlomentarlich, Th(Ulg1telt der Fraktion: nel 11rotoco/lo del Congreuo di llalle \18~). png. SC.•67. socialisti della catted1-a, non sono 1-adicali o repub• blicani, o semplici llla nll'Opi, so no essi. sono <1uel che sonof E perchè la tattica.di un partito politico - cho è ben altra cosa da un sinedrio di dotti - ò un'arte delle pili complosso e dello pili delicate? Queste domando - che contengono la 1·is1>0sta - ci carnmno la noia di un più lungo discorso. Alla Cei-~~t'\.r1~;.i~~~~~i~: 1 :o 5 ,~t:~~1~i.r~~iri~~oe~:is:r~ - che la riflessione e lo s,·olgimento dei fatti ven– nero a sempre meglio cresimare - fu assai net– tamente questa: che quell'agitazione sarebbe stata necessariamente una de\'iaziono, pe1· non dire una abdicazione, del nostro p..1l'lito sul cammino della lotta di classe. Pe1-ciò, non pe1-chòavessimo ritiuto la ditta nostra, ma perchè ap))unto non volevamo affatto ritingerla, pc1·ciò gridammo l'allarme. Poco monta disputare se la logge ferrea del salario abbia un'influenza pili o meno assoluta, più o meno 1·elativnj so il beneficio llsiologico del sale a buon mercato sia più o meno accertato dalla scienza; se lo erodit..\ intestate oltre il quinto grado ammontino a tanti od a tanti milioni. In questo momento della ,•it1.del nostro partito, in cui l'aflòrmazione della lotta di classe è tulLwia recente o non da tutti compresa al suo giusto valore, in cui le nosfre file si stanno allineando per la grande ba.ttnglia. questo distrarle dietro il miraggio dei ))iccoli benefici che la borghesia può consentire con una leggina tri• butaria, che è accettata ugualmente dagli amici della lotta di classe o dai nemici suoi (nemici in fatto, se non, sinceramente, a pa1"0lo).con UIH\ leg– gina Olant1·opica che non assalo nessuno dei grandi p1'0blomi soc1alisti, ma con un abile. froppo abile congegno di J)l'O\'\'O<limenti, tocca quolle pal'li di un J)l'O{ft't\mmasocialista minimo che sono più accet– tabili ai nostl'i a\'\'ersarii, e si pt'OOCCUj>.1. di rein– tegrare il bilancio dello Stato borghese. quasi gelosa di non t?çliergli uno solo dei ben pili che trecento annui milioni ch'esso impiega ai regi cannoni ed allo regio coraz1.ato - questo distrarlo dietro tale ~~:u~!~ ~~J;:e ,~~a~1oi, e ci pare pili che mai, un Ben è ve1'0 che, secondo l'egregio proponente, il progetto afferma\'a un principio socialista: la na– ::ionalfa:a.:.tone delle ,·tcclte;;e. Quanto lo alfe!'• masse non discutiamo. Ossc1·\'iamo solo che Giolitti medesimo annuncia la medesima idea. Popolo tre volto fortunato! Avremmo dunque noi un socialista a capo del potere?! ~oi non contestiamo ai radicali il diritto di fare, con pro1,>0sto sifftttte, la ,·éclame al loro partito. .\mmettiamo anche la loro buona fede, il loro sin– cero od intenso desiderio cli bene. M.apoichè simili p1-oposte in 1·ealt..1\ gittano un 1>0nticello insidioso i'i-a lo classi sfruttato e le classi sfruttatrici, fra noi e i nosfri an•ersarii, fra il partito della < lotta di classe • e gli altri partiti - noi obbediamo a una assoluta necessità del no~t1'0sviluppo di partito in– nal1.ando lo barriere o le\'ando i ponti levatoì. Per– deremo forse qualcl1e piccolo \lantags-io immediato: ma sventeremo un nuo\'O mezzo d1 sfruttamonto P.Oliticodolio classi sempre corbellato o custodiremo 11,·anfaggio che fra tutti ò il maggio1'8: quello di Yi\'ero e di conquistare l'a,•venire. E allo prefiche gementi risponderemo come Bebel :\ Richter: < Ogni partito che esiste ha il diritto di provre– derc alla p1'0pria espansione: o so noi combattiamo per la nost1-a,comb..'ltteto puro voi por la ,·ostra. VO<l1·omo alla fine chi ar1·ivera pili lo11L1no. , (1) (I) Alla conq1d1ta del potere: nellt1 11rerar.1one,

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