Critica Sociale - Anno III - n. 2 - 16 gennaio 1893

24 CRITICA SOCIALE Dunque, Maironi, amico dolcissimo, voi dite sen1 ..1 complimenti che il debito pubblico è una trum, colossale. E voi, Gallavrcsi, pilt temperato ma non mono officnce, ribadito: il debito pubblico non si dovca rare; fattolo, non si dovo,•a ingr'Ossaro; o benchò non vi piaccia fare dello recriminazioni, puro soggiungete, cho esso ha questo di particolar– mente i niquo, che più si lavorn. pili cresco la 1·ic– chc1.za o la poten1.a d'acqui: lto della moneta, e piit no J>ronttano non le clas.s i lavoratrici, ma gl'inerti possessori delle c:wtello di rendita. , Hcndo ~razie ad entrambi di tali dichiaraiioni e tiro via dicendo: se lutto ciò ò ,•oro. non sarebbe :~~~l~'\~i:,::~. ri>:~ c1 1:1 t;~ !:1rof~~r~~;~cr:~~ ~~l~~ 0 ·~t:; p.~z~~t~! 1 inft:!i r~~\~ 3 ,~~~~~'\::g;~~:: vola di Fedro, mi pare, do,•c si parla di quel cane l'Ognoso,cho arnva addosso tm nuvolo di mosche o non racova nulla per iscacciarlo, temendo che no venissc1'0 di pili affamato. Non so so lo stesso ab– biate pensato anche voi: in ogni modo non ve no contentato. Voi, Maironi, dito: La ,•ostra proposta, c.11'0 Lucio, e il ,,osh'O grido somiglia troppo a 3i 1 ~!'i~ 1 1~e d~f~~~~n~fpiiccJ~1·1:11~n:!~~ 11 ~t~~)~~ classe. Alraccusa, vemmonto un po' curiosa, ha ri– sposto con molta ar~uzia e non mino1-ogiustezza il nostro direttore. cd 10non ho nulla da aggiungen•i, neppure una virgola. Ma ,·oi continuato: o pc1'Chò sioto andato a pe• ~.~a :~r~•~,~~i~ 1 ip~:~~so~;!i~li~i~fund~:a Jj~b~~fo\~~~ mano ai nuovi 1>1'0prietaridello c.1.rlollo1 o pcrchò lasciate da parto gl'industriali. i commercianti, i Jn'Oprietari di terra o via dicendo? So il desiderio ,·ostro non è che questo, io ,•i servo subito o rispondo. La impurità di nascita, mio brillanto contrndrlittore, non si laxa col sem– plice passaggio delle cartello da una in altra mano. Sar-cbbo una cosa troppo comoda: con,·enitene. Voi :wete chfa,mato il debito pubblico una truffa. colos– sale; io aggiungo duo alll'i aggetth·i: ò truffi\ per– manente o continuata, come ilicono i penalista. A buon conto lo emissioni di rendita si fanno tutti gli :umi, o quella funziono cconomic.1. elio accennai nel primo articolo, o cho consisto nel tòrro ai molti e nel dare ai pochi, non si ar1·csta un solo istante o si esercita sempre a pronuo dei possossori elci titoli. i-: allora pcrchè dovremmo essere J)il1 generosi della ~~~~ ~~~:~i ~rif!~~a 1 1J:1 1 ·~~i~t::P~~~ zione delle cose rubatoT ,rango all'altro punto. Ionon ho In.sciato in disparte nè gl"industriali, nò i commercianti, nò i proprie– tari, tutta gente cotesta che ,•oi avole ragiono a chiamare scannapane. Ho cominciato, badato. ho comincialo dai possessori di rendita e l'ho ratto per molto ragioni. Primo, perché il debito pubblico ò una delle rorrno pili inique di sfruttamento (vedi Maironi o Gallavrosi). Secondo, porchè il saggio dell'interesse è troppo elevato, o credo che siamo i soli n pagare cosi profumatamente i nostri creditori. I~1~~6t~!~~è~!-cf1 1 Ò 1 ~ ~!?~,r~!~di~i:on 8 J ~ 1'0110 i risch'ì nè hanno i g1-atl:tca(>idi tutto quelle alh-o persone cho abbiamo nominato pili sopra. ~~~~! 0 \(r~~!è ::1~:.:i~/ cfutcs;~~1~:asi Jcl~::~ pubblico. Sesto, perchè nessuno si sarebbe sottratto alrhnposta. e la riscossione non sarebbe costata nè unn l11':'lnè un centesimo. E poh~bbe continuare. , Ed 01·a so non siete contento, o meglio se non Bib 1otec Giro B1arco siete persuaso, n101 dire che questo bcnedotto pro– blema è molto pili astruso della ent<'lcchia aristo– telica. ~·atra1'0 Yosh-0 1 ca.1'0 Gallnvrcsi, ò un po' pii1 :~~~ 0 gio~· 1 ~to 8 ¼~1fau~tJ:~. ~~ ~~:~ 0 t~~~~'Ono~u~ l: mano al proletariato, certamente ò a questo che gion,, Yoi vi siete dato con gmndo amore a riccr .. ca1·ne le p1-o,·o. E. diciamo la verità. c1ualcho risul– t.1to l':wote ottenuto. La relazione sul scr,·izio delle casso postali vi ha appreso, cho dal ISi'O al 1890 una sessantina dei molti milioni consegnati alla posta sono stati com·ertiti in 11'0milioni di 1-cndita per conto di circ.1.sett.1nta mi la de(>O Sitanti: qual– cosa corno qunrant.1due lire e me1.zo per ciascuno. in media. So questo vi fa 1>iace1'C, io son disposto a friplicnro la somma, anzi ad arrotondnrla fino a dicci milioni, perché voi possiate fnrno parlo a tutto quello altro persone che meglio credete. F., sentite, non dimentic.,te di mettere nel conto anche mo, fo1•tunatopossessore di una cartella di dicci lire, ~ho do,·etti compi-are per darla al pad1'0nedi casa, Il quale, non contento del pri\•ilegio sui mobili, pro-– tese anche quest'altra garentin por la pigione. . ~ 01~ 1~gi~niam'? un po', SOn p1'0prio questi d1ec1m1hom d1 1-cnd1tacho dovrobbe1'0 formnre il nosh'O bmccioT o son poi tutti poveri o poco agiati ~loro che li posseggono? E qunnt.1 di quella 1-cn– d1la non è sfata acquist.1ta per conto di usciol'i, di not.1.riche do,•e,•ano darla m cauzione, o por conto di J)l'OJ)l'iofaridi campagna che si sono analsi della posta corno di tm mezzo più sicu1'0, pii, spiccio e punto dis{>Cndioso1 . i\la andiamo olb-c. Voi dito che il debito pubblico, nonosl1nte i suoi peccati, ha 1'050e rendo tuttora ~~!~~ :i~~~f~'. ~c! i!~n~~~ ~~~ ~~~-~~t: 0 c~: f~ :.\ltrimenl.iT La classe dominante. caro dottore, ha avuto sempre l'occhio ad interessare molto persone nella sua azienda, a crea1'0. anche in economia. l'eso1'Cito permanente. Guardato lo banche o gli istituti di credito. Un piccolo st.1to maggiore gli amminish-a, gli sfrutta, vi fn il c.1.tti,•otempo cd il sereno, so no sor,•o a suo talento, o spesso volte puro per scopi non confessabili. Poi \'iene uno stuolo, pili o mono numeroso, di piccoli a1.ionisli, di soci, d'impiegati 1 d'aderenti, ecc. O1·beue, so fa. lor;.\ qualche mc1gagna si scopro o sta per ,·enire a galla:« alto! si grida, lasciale stare, no rn di meu.o 11credilo del paese e la salute di tanto famiglie.• E la magagna vien ricacciata in fondo e nella storia dell'economia bancaria si scrh·o ancom una volt.'\ quel capitolo, dorn si vede cho i piccoli sal\'ano i grossi o li aiutano ad ingrassare. Ed 01':\ viene il punto vero della questione. Voi, amico mio, avete il merito di avorio addil1to net– t.1.mente. qu:1.ndoasserito che « il debito pubblico si ~~~~1ti~ 11 o d~ i::~ :i:~1r::·i:~osi 1 ~h~l(~:~~~~ f!'.l 0 n~~ls=~t't:1 1 ~ ~r~:~L~1!i 11?1~a\~~~ d:t~t;~: condo voi d:\ una parte ci sono i poss~ori dei ti– toli, dall'altra i proprietal'i o gl'industriali cho ne pagano gli interessi. Qualunque cosa succeda tra <1ucsliduo termini, la classe 1>1'0lotarianon no ri· sento nò bene nè male, non ha nulla da vode1'Ci. Dio santo o misericordioso! ma allo1-a io vi do– mando: se la cosa ò proprio cosi come voi dite, po1'Chò il debito pubblico non si do,•e,·a nè faro nè ~~t!~:t~ 1 e!'s.~toes: 1 ,~it:1-et~ <~~!~,;~lii~i ~~~ dustriali o dei proprietarif anzi, pe1'Ch0ci sarebbe, se cluosli signor, non hanno c1·edutodi c1uotarsicolle

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